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— Mi dispiace, Vostro Onore, Sono stata trattenuta in modo inevitabile.

— Cerchi di evitarlo, avvocato.

— Sì, Vostro Onore. — L’aula del tribunale era quasi vuota, nonostante l’importanza del caso rispetto alla legge costituzionale. Gli schemi della migrazione dei pesci non concentravano su di sé i titoli degli ologiornali: oltre ai contendenti e ai loro avvocati, Leisha scorse un giornalista, agenti statali e federali del reparto ambientale, tre giovani che lei immaginò che fossero studenti di legge o di ecologia, un ex giudice e tre testimoni.

Oltre Richard Keller, che non avrebbe dovuto testimoniare in qualità di esperto prima del giorno successivo.

Stava seduto in fondo all’aula, ritto come se fosse molto preoccupato, un uomo tarchiato, circondato da quattro guardie del corpo. Doveva essere ciò che accadeva se si viveva un anno dentro e un anno fuori dal Rifugio: il resto del mondo doveva apparire ancora più pericoloso di quanto non fosse. Richard incrociò il suo sguardo. Non sorrise. Qualcosa nel petto di Leisha si fece di ghiaccio.

— Se è finalmente pronta per iniziare, avvocato…

— Sì, Vostro Onore. Chiamo al banco dei testimoni Carl Tremolia.

Tremolia, un pescatore corpulento che era testimone ostile, si incamminò lungo il corridoio. Gli occhi del cliente di Leisha si ridussero a due fessure. Tremolia sfoggiava una spilla elettronica Noi-Dormiamo sul bavero della giacca. Si udì del tramestio presso la porta: qualcuno stava parlando con l’usciere in tono di forte insistenza.

— Vostro Onore, chiedo alla corte di ordinare al testimone di rimuovere la spilla che porta al bavero — iniziò Leisha. — Date le circostanze del caso, le opinioni politiche del testimone, che siano espresse tramite parole o oggetti, sono pregiudiziali.

Il giudice ordinò: — Tolga la spilla.

Il pescatore la strappò dalla giacca. — Potete obbligarmi a togliere la spilla ma non ad acquistare roba Insonne!

— Lo cancelli — disse il giudice. — Signor Tremolia, se non risponderà soltanto quando interrogato la citerò per oltraggio. Cosa c’è, usciere?

— Mi dispiace, Vostro Onore. Un messaggio per la signorina Camden. Personale e urgente.

Consegnò a Leisha un foglio di carta stampato. "Chiama immediatamente in ufficio Kevin Baker, Urgente e personale". — Vostro Onore…

Il giudice sospirò. — Vada, vada.

Arrivata nel corridoio, Leisha estrasse un videocellulare dalla valigetta. Il volto di Kevin apparve sullo schermo in miniatura.

— Leisha. Per quanto riguarda Walcott…

— Sono su una linea non schermata, Kevin…

— Lo so. Non importa, questo è di dominio pubblico. Che diavolo, nel giro di poche ore lo saprà tutto il fottutissimo mondo. Walcott non può chiedere quei brevetti.

— Perché no? La Samplice…

— Scordati la Samplice. I brevetti sono stati registrati due mesi fa. Chiaro, pulito, inattaccabile. A nome del Rifugio Spa… Leisha?

— Sono qui — rispose lei inebetita. Kevin le aveva sempre detto che nessuno poteva falsificare la documentazione del governo riguardante i brevetti. C’erano troppe registrazioni di riserva, elettroniche, cartacee e indipendenti. Nessuno.

Kevin aggiunse: — C’è dell’altro. Leisha… Timothy Herlinger è morto.

— Morto! L’ho visto meno di mezz’ora fa! Si stava allontanando con uno scooter!

— È stato investito da un’auto. Gli scudi deflettori sul suo scooter hanno ceduto. Un poliziotto si è trovato casualmente lì qualche minuto dopo la disgrazia e ha inserito i dati nella rete medica; ovviamente io faccio monitorare sempre tutte le reti in modo che mi segnalino i nomi chiave.

Lei disse con voce incerta: — Chi lo ha investito?

— Una donna che si chiama Stacy Hillman, ha dato un indirizzo come Barrington. Ho dei maghi del computer che stanno indagando su di lei. Ma sembra proprio un incidente.

— Gli scudi deflettori degli scooter sono coni a energia-Y. Non si guastano: è uno dei loro principali punti di forza sul mercato. Non si guastano e basta, nemmeno su uno scadente scooter Noi-Dormiamo.

Kevin emise un fischio. — Guidava uno scooter Noi-Dormiamo?

Leisha chiuse gli occhi. — Kevin, manda due guardie del corpo a cercare Walcott. Le migliori guardie del corpo che riesci ad assumere. No… le tue. Era alla Samplice mezz’ora fa. Fallo scortare fino al nostro appartamento. O è più sicuro il tuo ufficio?

— Il mio ufficio.

— Non posso lasciare il tribunale prima delle due, come minimo. E non posso chiedere una sospensione. Non un’altra volta. — Aveva già utilizzato le sospensioni in quel processo per recarsi in Mississippi e al Rifugio. Due volte al Rifugio.

Kevin disse: — Vai avanti col tuo caso. Terrò io Walcott al sicuro.

Leisha riaprì gli occhi. Dalla porta dell’aula del tribunale notò che l’usciere la stava osservando. Aveva sempre apprezzato quella persona, un uomo anziano e gentile che amava mostrarle le olografie eccessivamente costose dei suoi nipotini. All’altro capo del corridoio si trovava Richard Keller, con la schiena eccezionalmente diritta, in attesa. Di lei. Lui sapeva cosa riguardasse la telefonata di Kevin, e adesso la stava aspettando. Lei ne era certa quanto era certa del proprio nome.

Come aveva fatto a sapere quello che Kevin le avrebbe detto?

Ritornò in aula per chiedere al giudice un’altra sospensione.

Leisha condusse Richard nel proprio ufficio, a un isolato di distanza, senza toccarlo mentre camminavano, senza guardarlo. Una volta entrati, lei scurì la finestra fino ad arrivare al nero. I fiori esotici, i fiori della passione e le orchidee color zenzero e fiamma cominciarono a chiudersi.

Lo invitò pacatamente: — Dimmi.

Richard guardò assentemente i fiori che si chiudevano. — Li coltivava tuo padre.

Lei conosceva quel tono di voce: lo aveva udito nelle sale di interrogatorio alla polizia, in prigione, in tribunale; era la voce di un uomo pronto a dire tutto ciò che gli passa per la testa, qualsiasi cosa, perché ha già perduto tutto. Quel tono conteneva una certa quantità di libertà, di un genere che faceva sempre desiderare a Leisha di distogliere lo sguardo.

In quell’occasione, non distolse lo sguardo. — Dimmi, Richard.

— Il Rifugio ha rubato le carte della ricerca di Walcott. C’è una rete, maghi dell’informatica interni e un sottobosco di Dormienti esterni, molto complessa. Jennifer l’ha incrementata per anni. Hanno fatto tutto loro: Samplice, First National Bank.

Non c’era nulla di nuovo. Richard le aveva detto altrettanto al Rifugio, in presenza di Jennifer. — Devo dirti una cosa, Richard. Ascoltami attentamente. Stai parlando con l’avvocato di Walcott e non c’è nulla di quello che dici che non verrà utilizzato. Nulla. Il privilegio matrimoniale della riservatezza non si applicherà a ciò che Jennifer ti ha detto in presenza di una terza parte o parti, come il Consiglio del Rifugio: articolo 861 del Codice degli Stati Uniti. Può venirti richiesto di ripetere ciò che dirai qui sotto giuramento. Hai capito?

Lui sorrise in modo quasi bizzarro. Aveva ancora quel tipico tono nella voce. — Ovviamente. È il motivo per cui sono qui. Registra pure, se preferisci.

— Registrare. — Quindi, rivolta a Richard: — Procedi.

— Il Rifugio ha alterato la documentazione per i brevetti. Ancora una volta, sia elettronicamente sia in copia cartacea. I dati sono stati selezionati con grande cura, tutte le applicazioni cartacee a Washington recano la scritta RICEVUTO, ma nessuna ha ancora raggiunto lo stadio di verifica tramite firme o impronte digitali di impiegati significativi. È quello che ti ha detto Kevin, vero?

— Lui mi ha detto che non pensava che qualcuno fosse in grado di entrare nel sistema federale, nemmeno i suoi.