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Jennifer fece una pausa. Prese in mano un foglio di carta. — Il Consiglio ha una petizione del marito di Tabitha Selenski in cui lui chiede di porre fine alle sue sofferenze. Dobbiamo decidere adesso.

La consigliera Letty Rubin, una giovane donna dal volto spigoloso che sarebbe potuto uscire da un tornio, disse con veemenza: — Tabitha è ancora in grado di sorridere, di rispondere un pochino. Sono andata a farle visita e lei ha cercato di sorridere al suono della mia voce! Ha diritto alla sua vita, per come essa è ora!

Jennifer rispose: — Anche il bambino della madre della mia amica riusciva a sorridere. Il vero problema è: abbiamo il diritto di sacrificare la vita di qualcun altro per assistere la sua?

— Non dovrebbe trattarsi del sacrificio di una vita! Se ci dividessimo l’assistenza in turni, diciamo, di due ore, il carico sarebbe diviso fra talmente tante persone che nessuno risulterebbe realmente sacrificato.

Will Sandaleros intervenne: — Il principio rimane. La pretesa da parte di un debole nei confronti del forte a causa della propria debolezza. Una pretesa da mendicante che sostiene che i frutti del lavoro di una persona appartengono a chiunque non possa lavorare personalmente. O non voglia. Non ammettiamo che la debolezza abbia un diritto di tipo morale sulla capacità.

Il consigliere Jamison, un tecnico vecchio quasi come la nonna di Miri la cui unica modificazione genetica era l’insonnia, scosse la testa. Aveva un volto lungo e comune con un mento bitorzoluto. — Si tratta di una vita umana, consigliere Sandaleros. Un membro della nostra comunità. La comunità non dovrebbe garantire pieno sostegno ai propri membri?

Will ribatté: — Ma che cosa rende membri di una comunità? È automatico? Una volta che ci si è affiliati si è inclusi a vita? Questo porta alla patologia costituzionale. Oppure essere membro di una comunità significa che si continua attivamente a sostenere la comunità e a contribuirvi attivamente? Per esempio, la sua compagnia assicurativa, consigliere Jamison, continuerebbe a includere un sottoscrittore nella lista clienti se quello smettesse di pagare i premi?

Jamison restò in silenzio.

Letty Rubin esclamò: — Ma una comunità non è come un contratto di affari! Deve significare qualcosa di più!

La voce di Jennifer tagliò seccamente le sue ultime parole. — Quello che dovrebbe significare è che Tabitha Selenski non dovrebbe volere essere un peso per la sua comunità. Dovrebbe avere i principi e la dignità di non voler continuare una cosiddetta vita da mendicante, il che significa che avrebbe dovuto inserire nel suo testamento la clausola standard di terminazione della vita.

"Io l’ho fatto, Will l’ha fatto, tu l’hai fatto, Letty. Visto che Tabitha non lo ha fatto, ha abbandonato i principi di questa comunità e si è dichiarata non più membro".

Ricky Sharifi disse: — L’autoconservazione è un impulso innato, mamma.

Jennifer ribatté: — Gli impulsi innati possono essere modificati per il bene della civiltà. Succede sempre. La fedeltà sessuale, le leggi formali per appianare le dispute, i tabù sull’incesto: che cosa sono se non modificazioni imposte a forza per il bene di tutti? Gli impulsi innati sarebbero di uccidere per vendetta o di fottere fino a far schizzare il cervello tutte le volte che ci viene il bisogno.

Miri fissò sbalordita sua nonna. Mai, mai aveva sentito Jennifer usare un linguaggio simile. I discorsi di sua nonna erano sempre formali, quasi pedanti. Un istante dopo si accorse che era stata una scelta deliberata, teatrale, e provò un po’ di disgusto, seguito da un rinnovato conato di vomito. Sua nonna non stava puntando soltanto sulle argomentazioni che aveva per convincere il Consiglio a uccidere Tabitha Selenski.

Uccidere.

Le stringhe presero a turbinarle nella testa.

Jean-Michel Devore disse con espressione nervosa: — Che cosa sono gli Insonni se non modificazioni di impulsi innati?

Jennifer gli sorrise.

Najla Sharifi propose: — La chiave sta nella definizione di comunità. Io penso che su questo siamo tutti d’accordo. La nostra definizione sembra includere determinate caratteristiche, come l’insonnia, determinate abilità e determinati principi. Che cosa è fondamentale? Che cosa facoltativo?

— È un buon punto da cui partire — commentò con approvazione Will Sandaleros.

Jennifer disse: — Un membro della comunità deve possedere tutte e tre le cose. La caratteristica dell’insonnia, l’abilità di contribuire alla comunità invece che dissanguarla e i principi per stimare il bene reale della comunità al di là delle proprie preferenze immediate. Chiunque non possegga questi tre requisiti non soltanto è troppo differente da noi, ma è anche un pericolo attivo. — Si sporse in avanti, con i palmi delle mani piatti sul tavolo. — Credetemi, io lo so.

Seguì un breve silenzio.

In quel silenzio, Hermione sentenziò tranquillamente: — Chiunque pensi in modo troppo differente da noi non è realmente membro della nostra comunità.

La testa di Miri scattò su. La ragazzina fissò la madre, che non ricambiò lo sguardo. Tutte le stringhe nella testa di Miri si ribaltarono su se stesse, lentamente, capovolgendosi. Per un istante non riuscì a respirare.

Ma sua madre voleva intendere chiunque pensasse in modo differente rispetto ai principi…

Parole di due dozzine di linguaggi vennero intessute nelle sue stringhe: Harijan. Proscrizione. Bui doi. Inquisiciòn. Kristalnacht. Gulag.

— U-una c-c-comunità d-d-d — non riusciva, per l’emozione, a tirar fuori quelle maledettissime parole — d-d-divisa sulle c-cose f-f-fondamentali s-s-si d-d-distruggerà.

— Questo è il motivo per cui non ci dobbiamo dividere in abili e parassiti — concluse velocemente Jennifer.

— N-n-n-non è q-q-q-quello che i-intendevo d-d-dire i-i-io!

Discussero per cinque ore. Solamente Najla, con la schiena dolorante per la gravidanza, uscì, lasciando al marito la propria delega. Alla fine, il voto terminò nove a sei: Tabitha Selenski doveva abbandonare la comunità. Poteva, se suo marito l’avesse voluto, essere trasferita sulla Terra, fra i mendicanti.

Miri aveva votato con la minoranza. Così, con sua grande sorpresa, aveva fatto suo padre. La decisione della maggioranza la sconvolse anche se, ovviamente, vi si sarebbe adeguata. Al Rifugio era dovuto il suo appoggio. Si sentiva confusa, tuttavia, e voleva discutere tutto con Tony, come soltanto loro potevano fare, nella piena profondità e ampiezza di tutti i riferimenti incrociati e le associazioni ternarie delle stringhe di significato. Il programma informatico di Tony era un successo. I Super ormai lo usavano costantemente per comunicare fra loro, scambiandosi massicci edifici codificati di significato senza le costanti barriere del linguaggio. Si affrettò per andare da Tony. Fuori della Cupola del Consiglio suo padre la fermò. Ricky Keller aveva gli occhi incavati. Miri pensò che, vedendolo seduto accanto alla madre nel Consiglio, la maggior parte delle persone avrebbe concluso che era Jennifer la più giovane. Con il passare di ogni anno, i modi di Ricky si facevano più gentili. Appoggiandole una mano sulla spalla, le disse: — Vorrei tanto che tu avessi conosciuto mio padre, Miri.

— T-t-tuo p-p-padre? — Nessuno parlava mai di Richard Keller. A Miri era stato raccontato del processo: quello che l’uomo aveva fatto a Jennifer, sua moglie, era mostruoso.