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— Uhnn-n-n-n — fece qualcuno come se fosse stato colpito allo stomaco.

— Ho trovato il codice bersaglio — spiegò Miri — L’enzima si sintetizza facilmente, non ha effetti collaterali prevedibili e nessuno che io abbia osservato su me stessa, quanto meno per ora, e può essere somministrato con una piastrina sottocutanea a rilascio lento. — Arrotolò la manica per mostrare loro la piccola ferita che si stava rimarginando velocemente, sulla parte superiore del braccio sinistro.

— La f-f-f-formula! — chiese con bramosia Raoul, l’altro ricercatore biologico.

Miri richiamò la struttura di stringhe sul proprio terminale. Raoul ci si incollò davanti.

— Q-q-q-quando? — chiese Christy.

— Mi sono inserita la piastrina tre giorni fa. Da quel momento non ho più lasciato il laboratorio. Nessuno mi ha visto, a parte voi.

— F-f-f-fai m-m-me! — disse Nikos.

Miri aveva preparato ventisette piastrine sottocutanee. I Mendicanti formarono una fila, e Susan prese a disinfettare la parte superiore del braccio di tutti, Raul procedette all’incisione, Miri inserì la piastrina e Diana effettuò uno stretto bendaggio. Non c’era bisogno di punti: la pelle si sarebbe rigenerata.

— Occorrono poche ore perché faccia effetto — precisò Miri. — L’enzima deve stimolare la produzione di una quantità sufficiente di neurotrasmettitori,

I Super guardarono Miri con occhi lucidi, tremanti. Lei si sporse in avanti: — Ascoltate, c’è un’altra cosa di cui dobbiamo parlare.

— Sapete che io ho effettuato ricerche su questa modificazione genetica per quasi quattro anni: nei primi due ho esplorato il problema, ma penso non che avrei assolutamente trovato la soluzione se non avessi imparato a fare qualcos’altro. Si chiama sogno lucido.

Aveva attirato la loro completa e formidabile attenzione.

— Sembra che sia una cosa che fanno i Dormienti ed è stato un Dormiente a condurmici. Grazie a Joan Lucas. Anche noi però possiamo sognare lucidamente, sebbene io non abbia ancora alcun dato sulla scansione cerebrale: penso che potremmo farlo in modo differente rispetto ai Dormienti. O anche rispetto ai Normali. — Miri parlò della chiamata di Joan, di Drew Arlen, spiegò di avere visto la propria stringa di ricerca nel sogno lucido e come fosse riuscita a cambiarla.

— È come se le stringhe fossero un modo di pensare, un modo che unisce effettivamente il pensiero associativo e quello lineare, e il sogno lucido fosse un altro genere. Usa… storie. Traendole forse dall’inconscio, nel modo in cui si ritiene che facciano i sogni dei Dormienti. I Dormienti, tuttavia, non hanno strutture di stringhe da combinare alle storie. Non possono… non so! Forse non possono configurare così bene il sogno lucido perché fin dal principio non hanno forme coerenti con cui operare. O forse possono modellare il sogno ma, senza la complessità visualizzata delle stringhe, l’operazione avviene solamente a un livello emotivo. — Miri alzò le spalle. Chi può dire come lavorano le menti dei Dormienti?

— Comunque, il sogno lucido è come rinascere. In un mondo dotato di più dimensioni di questo. Io voglio che tutti voi lo proviate.

Dalla tasca dei pantaloncini Miri estrasse il disco del programma della rappresentazione che preferiva tra quelle di Drew, la seconda. Registrare l’intera serie di sei non era stata una difficoltà, per il programma di Tony, indipendentemente da quello che sosteneva l’olotrasmissione.

Terry Mwakambe aveva attivato uno dei suoi campi di sicurezza impenetrabile attorno al laboratorio di Raoul prima che iniziasse la riunione. Miri inserì il disco nell’oloterminale di Raoul. Voltò le spalle al palco in miniatura: non voleva addormentarsi, non quella volta. Voleva osservare gli altri.

Gli occhi di un ragazzo dopo l’altro si velarono, anche se non si chiusero. La voce musicale di Drew Arlen lambì le loro palpebre, recitando parole, suggerendo idee. I Super sognarono.

Quando tutto fu terminato, si svegliarono quasi simultaneamente. Risero, piansero e parlarono in modo eccitato dei loro sogni: tutti meno Terry, il più modificato a livello genetico, il più diverso. Lui rimase accasciato in un angolo, con la testa piegata in modo tale che tutto ciò che Miri riuscì a vedere furono i capelli.

A un certo punto, nel mezzo delle risate e delle esclamazioni, l’enzima sintetico di Miri stimolò una produzione sufficiente di tre diverse sostanze chimiche cerebrali interdipendenti, atte a mutare la raffinata composizione codificata geneticamente dei fluidi cerebrospinali.

Terry si alzò in piedi. Il suo corpo sottile dalla grossa testa stava fermissimo. Guardò tutti loro con occhi che non tremavano e senza strizzare le palpebre.

Disse: — So come rimuovere gli ultimi programmi protetti dei Laboratorì Sharifi. E so cosa c’è dietro.

24

Il giorno di Capodanno, Leisha camminava lungo il ruscello, sotto i pioppi neri. Una neve leggera scintillava sul terreno. Sollevò lo sguardo per guardare Jordan, senza cappotto, che ansimava avvicinandosi a lei. Le rughe e le pieghe sul suo volto eroso dal sole erano tirate come corde: aveva sessantasette anni.

— Leisha! Il Rifugio si è separato dagli Stati Uniti!

— Sì — fece Leisha senza mostrare sorpresa. Aveva stabilito subito dopo il funerale di Alice che l’intento di Jennifer doveva essere quello. Combinava tutto. Le venne in mente che lei e Kevin Baker erano probabilmente le uniche due persone nella nazione a non essere sorprese. O forse Kevin lo era. Non aveva più parlato con lui dal giorno del funerale di Alice.

Leisha si piegò per raccogliere un sasso: era di un ovale quasi perfetto, levigato dal vento paziente e dall’acqua antica. Sotto le sue dita, il sasso era freddo come il ghiaccio. — Sì — disse a Jordan. — Lo so.

— Be’, non vieni a vedere le olonotizie?

— Non lo facciamo sempre? — rispose Leisha e, per il tono che usò, Jordan la fissò sbalordito.

Il Rifugio fece l’annuncio alle otto del mattino del primo gennaio 2092. La dichiarazione, rilasciata simultaneamente ai cinque olocanali più famosi della nazione, al Presidente e al Congresso degli Stati Uniti, nessuno dei quali era particolarmente attivo a quell’ora del giorno di Capodanno, non era negoziabile.

Quando nel corso degli eventi umani diviene necessario per un popolo sciogliere i legami politici che lo hanno connesso con un altro e assumersi fra i poteri della terra, lo stato di separazione e uguaglianza che le leggi di Dio e della Natura gli garantiscono, un onesto rispetto delle opinioni dell’umanità richiede che esso debba dichiarare i motivi che lo spingono alla separazione.

Noi consideriamo queste verità evidenti a un esame attento: tutti gli uomini non sono creati uguali. Tutti hanno diritto alla vita, alla libertà e al conseguimento della felicità, ma queste cose non devono venire garantite a nessuno a spese della libertà degli altri, del lavoro degli altri, del conseguimento della felicità degli altri. I governi istituiti dagli uomini per assicurare questi diritti debbono trarre il loro giusto potere dal consenso dei governati. Un governo che fallisca sia nel proteggere i diritti di un popolo sia nell’assicurarsi il suo consenso diviene distruttivo rispetto a questi fini, ed è diritto del popolo modificarlo o abbatterlo, istituendo un nuovo governo, che basi la propria fondazione su tali principi e organizzi il proprio potere in forme tali che al popolo sembri massimamente probabile che ciò promuova sicurezza e felicità.

Questo passo non deve essere intrapreso per cause banali o sciocche ma, quando un lungo susseguirsi di abusi e usurpazioni mette in evidenza il disegno di privare un popolo di ciò che è suo per diritto, è suo dovere rigettare un tale governo. La storia del governo attuale degli Stati Uniti è una storia di ripetuti danni e usurpazioni. Per dimostrarlo, lasciamo che siano i fatti a essere sottoposti a un mondo privo di pregiudizi.