— Sìììì — disse lentamente Nikos. — Sìììì…
Ludie, soltanto undici anni, disse: — Non posso minacciare mia madre. Nemmeno indirettamente.
"Io potrei" pensò Miri, e guardò Nikos, Christy, Allen e l’imprevedibile Terry.
— Sììì — disse Nikos. — E se…
Stringhe di probabilità si avvolsero, si annodarono e ruotarono vorticosamente.
— Will, c’è un altro gruppo di cittadini che chiede di entrare nella cupola del Consiglio — annunciò la consigliera Renleigh.
Sandaleros ribatté: — Come hanno fatto ad arrivare fin qui se c’era l’ordine di rimanere negli edifici?
— Come? — chiese la consigliera Barcheski con un briciolo di disgusto: nel Consiglio stavano cominciando a svilupparsi alcune tensioni. — Sono venuti a piedi. Quanti agenti pensi di avere là fuori? E quanta paura pensi che abbiano i nostri cittadini di quelli che hai?
Jennifer intervenne con voce tranquilla: — Nessuno vuole che la nostra gente abbia paura.
— Non ne hanno — replicò Barbara Barcheski. — Stanno chiedendo di entrare per parlare con voi.
— No — ribatté Sandaleros. — Quando tutto sarà finito, quando avremo ottenuto l’indipendenza dalla Terra, allora parleremo.
— Quando a nessuno interesserà più che cosa avete fatto per ottenerla — commentò Ricky Sharifi. Era la prima volta che apriva bocca in tre ore.
Caroline Renleigh disse: — Hanno con loro Hank Kimball. Ho lavorato con lui sui sistemi. Il campo di sicurezza attorno alla cupola del Consiglio potrebbe non reggere.
Cassie Blumenthal sollevò lo sguardo dal terminale. I suoi denti giallastri balenarono. — Resisterà.
Dopo qualche tempo i protestatari se ne andarono.
— Jennifer — avvisò John Wong — il Canale Quattro si sta battendo pesantemente per un singolo attacco chirurgico di tipo nucleare che faccia saltare in aria il Rifugio e i nostri "presunti detonatori" con un colpo secco.
— Non lo faranno. Non gli Stati Uniti — rispose Jennifer.
Ricky Sharifi commentò: — Stai confidando sull’onestà dei mendicanti perché vincano la tua guerra per te.
— Io penso, Ricky — ribatté Jennifer in modo composto — che, se tu ricordassi gli eventi che io e Will ricordiamo, non parleresti dell’onestà dei mendicanti. Penso, inoltre, che dovresti tenere per te le tue ulteriori opinioni.
Se la voce di lei si incrinò un poco, fu solo pochissimo, e nessuno oltre Ricky e la stessa Jennifer lo notò. Quanto meno, nessuno agì come se lo avesse notato.
Richard Keller era entrato così silenziosamente nella olocamera che gli altri, inizialmente, non si resero nemmeno conto della sua presenza. Si mise in piedi dietro Stella e Jordan, in fondo contro la parete, con gli occhi scuri sopra la folta barba, incavati e adombrati. Drew fu il primo a notarlo. A Drew non era mai piaciuto troppo Richard, che gli sembrava essersi arreso, essersi ritirato anche se lui non avrebbe saputo dire da cosa. Richard, dopo tutto, si era risposato, aveva avuto un altro figlio, aveva viaggiato per tutto il mondo, studiando e lavorando. Leisha, al contrario, non aveva fatto alcuna di quelle cose. Tuttavia, a Drew sembrava ugualmente che Leisha, rinchiusa nel deserto, non si fosse arresa e Richard sì.
Non aveva alcun senso, Drew lottò ancora per qualche istante con le astrazioni e poi, come al solito, abbandonò il tentativo di pensare in parole. Lasciò piuttosto le fredde forme che erano, e al tempo stesso non erano, Richard e Leisha scivolargli attraverso la mente.
Richard ciondolava contro la parete, ascoltando stridenti annunciatori degli olocanali che gridavano perché venissero messi a morte i figli che lui non aveva più visto da quarant’anni.
Se il governo avesse fatto saltare in aria il Rifugio, pensò improvvisamente Drew, Richard avrebbe avuto ancora Ada e Sean. E se Sean fosse morto, come dire, per un qualche incidente, nell’esperienza di Drew i bambini morivano frequentemente per incidente, Richard avrebbe avuto un altro bambino, con Ada o con qualcun’altra? Sì, lo avrebbe fatto. E se anche quel bambino fosse morto, Richard lo avrebbe sostituito con un altro ancora. Lo avrebbe fatto. E poi un altro.
Drew cominciò a capire a che cosa Richard avesse rinunciato, a differenza di Leisha.
— Qui è il Presidente degli Stati Uniti che si rivolge al Rifugio Spa. — Il volto di Meyerhoff, più largo che non dal vivo, riempì lo schermo del Rifugio. Tipico dei Dormienti, pensò Jennifer: ingrandivano le immagini pensando di ingrandire la realtà. Nella cupola del Consiglio, tutti quelli che non erano impegnati in cruciali operazioni di monitoraggio si raggrupparono velocemente attorno allo schermo. Najla si morse il labbro inferiore e avanzò di un passo verso sua madre. Paul Aleone serrò insieme le mani.
Era una comunicazione a due vie. — Sono Jennifer Sharifi, amministratore delegato del Rifugio Spa e presidente del Consiglio della stazione orbitale del Rifugio. La riceviamo, signor Presidente La prego, proceda.
— Signora Sharifi, voi state violando il Codice penale degli Stati Uniti. Dovete saperlo.
— Non siamo più cittadini degli Stati Uniti, signor Presidente.
— State anche violando l’accordo 2042 delle Nazioni Unite e la Convenzione di Ginevra.
Jennifer rimase in silenzio, aspettando che il Presidente si rendesse conto di avere appena implicato che il Rifugio aveva lo stato di una nazione indipendente. Notò il momento in cui lui se ne accorse, anche se l’uomo fu molto bravo a limitare lo scivolone a un solo istante. Lei disse: — Porti una risoluzione davanti al Congresso in cui si dichiari che il Rifugio è un’entità indipendente dagli Stati Uniti, e non esisterà più una situazione sulla quale noi due dovremo discutere.
— Gli Stati Uniti non lo faranno, signora Sharifi. Né negozieranno con terroristi. Ciò che faremo sarà perseguire il Consiglio del Rifugio, ogni suo membro, al massimo livello concesso dalla legge, per alto tradimento.
— Non è tradimento cercare di ottenere l’indipendenza dalla tirannia. Signor Presidente, se non ha nulla di nuovo da dire, non vedo il motivo per protrarre questa conversazione.
La voce del Presidente si indurì. — Devo dire questo, signora Sharifi. Domani mattina, gli Stati Uniti attaccheranno il Rifugio con ogni mezzo a disposizione se, per la mezzanotte di oggi, non avrete rivelato al segretario di stato il luogo di ogni presunta arma batteriologica sistemata dal Rifugio negli Stati Uniti.
— Non lo faremo, signor Presidente. Né i vostri mezzi convenzionali di individuazione, con i quali abbiamo una certa familiarità, avranno successo nel localizzarli. Essi sono fatti con materiali e con metodi non disponibili negli Stati Uniti. In effetti, signor Presidente…
Gli allarmi presero a suonare all’esterno della cupola del Consiglio. Cassie Blumenthal sollevò lo sguardo, incredula. Il campo di sicurezza a energia-Y era stato infranto. Will Sandaleros balzò in avanti per schiarire le vetrate. Prima che fosse riuscito a farlo, la porta della cupola del Consiglio si aprì e Miranda Sharifi entrò alla testa di una fila di ragazzi superintelligenti.
— …non abbiamo altro di cui discutere al momento — terminò Jennifer. Aveva visto l’espressione del Presidente acuirsi al suono degli allarmi chiaramente udibili. Lei interruppe la comunicazione: Cassie Blumenthal bloccò tutte le trasmissioni da e per la Terra.
I Super continuavano ad affollarsi nella cupola, erano ventisette.
Will Sandaleros disse bruscamente: — Che ci fate qui? Andatevene a casa!
— No — rispose Miri. Alcuni degli adulti si lanciarono sguardi a vicenda: nessuno di loro era abituato alla mancanza di balbettii e tremori. La cosa non faceva sembrare i ragazzi meno alieni, ma di più.
— Miranda, vai a casa! — tuonò Hermione. Miri non lanciò nemmeno un’occhiata a sua madre. Jennifer si mosse velocemente per prendere in pugno la situazione, cui non si poteva permettere di sfuggire al controllo. Non si doveva.