— Sì.
— È ovvio. Domanda stupida. — Susan scostò i capelli dal volto. Si stavano facendo grigi sulle tempie. Sotto l’orecchio destro si notava una piccola macchia scura dovuta all’età.
— Nel corso degli anni abbiamo raccolto migliaia, forse centinaia di migliaia di tomografie a emissione fotonica singola dei cervelli di voi ragazzi, oltre a un infinito numero di EEG, campioni di fluido cerebrospinale e tutto il resto. Ma non siamo mai stati in grado di vedere realmente all’interno dei vostri cervelli, di sapere effettivamente che cosa avvenisse lì dentro. Finché Bernie Kuhn è andato a sbattere contro quel terrapieno.
— Susan — disse Leisha — parla chiaro. Lascia perdere ulteriori fronzoli.
— Non invecchierete.
— Cosa?
— Oh, a livello estetico, un poco: rilasciamenti dovuti alla forza di gravità, forse. Ma l’assenza dei peptidi del sonno e tutto il resto agisce sui sistemi immunologico e di rigenerazione dei tessuti in modi che noi non comprendiamo. Bernie Kuhn aveva un fegato perfetto. Polmoni perfetti, cuore perfetto, linfonodi perfetti, pancreas perfetto, midollo allungato perfetto. Non soltanto sani o giovani: perfetti. È presente un potenziamento della rigenerazione dei tessuti che deriva chiaramente dall’operazione del sistema immunitario ma che è radicalmente diverso da qualsiasi cosa avessimo mai potuto sospettare. Gli organi non mostrano alcuna usura, nemmeno quel minimo che ci si aspetterebbe in un diciassettenne. Si riparano da soli, perfettamente, in continuazione… in continuazione.
— Per quanto tempo? — sussurrò Leisha.
— Chi diavolo lo sa? Bernie Kuhn era giovane. Forse esiste un qualche meccanismo di compensazione che interviene a un dato punto, e voi collasserete semplicemente tutti, come un’intera e fottuta galleria di Dorian Gray. Ma non penso che sia così. Non penso nemmeno che possa andare avanti per sempre: nessuna rigenerazione dei tessuti è in grado di farlo. Ma andrà avanti per molto, moltissimo tempo.
Leisha fissò i riflessi offuscati sul parabrezza dell’auto. Vide il volto di suo padre contro la seta azzurra della bara, circondata da rose bianche. Il suo cuore, non rigenerato, aveva ceduto.
Susan riprese: — Il futuro è solamente ipotetico su questo punto. Sappiamo che le strutture peptidiche che stimolano l’impulso a dormire nelle persone normali assomigliano alle componenti delle pareti cellulari batteriche. Forse esiste una connessione fra il sonno e la ricettività patogena. Non lo sappiamo. Ma l’ignoranza non ha mai fermato i tabloid. Volevo prepararti perché verrete chiamati superuomini, homo perfectus, e chissà cos’altro. Immortali.
Le due donne rimasero sedute in silenzio. Alla fine Leisha disse: — Lo comunicherò agli altri. Sulla nostra rete. Non ti preoccupare per la sicurezza. La rete del Gruppo è stata progettata da Kevin Baker: nessuno scopre quello che non vogliamo.
— Siete già così bene organizzati?
— Sì.
La bocca di Susan si mise a masticare. La donna distolse lo sguardo da Leisha. — Faremo meglio a entrare. Rischi di perdere l’aereo.
— Susan…
— Sì?
— Grazie.
— Non c’è di che — rispose Susan e, nella sua voce, Leisha udì ciò che aveva visto in precedenza nella sua espressione e che non era stata in grado di identificare: era nostalgia.
"Rigenerazione dei tessuti. Molto, moltissimo tempo", cantava il sangue nelle orecchie di Leisha durante il volo verso Boston. "Rigenerazione dei tessuti". E, alla fine: "immortale". No, quello no, si disse severamente. Quello no. Il sangue non l’ascoltò.
— Certo che lei sorride un bel po’ — le disse l’uomo che le stava seduto accanto in prima classe, un uomo d’affari che non l’aveva riconosciuta. — Viene da una grossa festa a Chicago?
— No. Da un funerale.
L’uomo sembrò scioccato, quindi disgustato. Leisha guardò fuori dal finestrino il terreno lontano sotto di lei. Fiumi come microcircuiti, campi come ordinate tessere da schedario. E, sull’orizzonte, bianche nuvole vaporose come ammassi di fiori esotici, boccioli in una serra inondata di luce.
La busta non era più spessa di quelle che contenevano volantini, ma un volantino spedito con l’indirizzo scritto a mano rappresentava per tutti e due una tale rarità che Richard si sentì nervoso. — Potrebbe essere esplosivo. — Leisha guardò la lettera appoggiata sulla credenza dell’ingresso. SIG. LIESHA CAMDEN. Lettere in stampatello, ortografia scorretta.
— Sembra la scrittura di un bambino — disse lei.
Richard era in piedi, a testa bassa, con le gambe leggermente divaricate: la sua espressione, tuttavia, era solamente affaticata. — Forse deliberatamente come quella di un bambino. Loro potrebbero aver calcolato che saresti stata più aperta nei confronti di un bambino.
— "Loro"? Richard, stiamo diventando paranoici fino a questo punto?
Lui non fece una piega alla domanda. — Sì. Per come stanno le cose.
Un settimana prima il "New England Journal of Medicine" aveva pubblicato l’articolo preciso ed equilibrato di Susan. Un’ora dopo, le notìzie televisive e in rete erano esplose in speculazioni, drammaticità, indignazione e paura. Leisha e Richard, insieme con tutti gli Insonni della rete del Gruppo, avevano analizzato e registrato ognuna delle quattro componenti in cerca di una reazione dominante: speculazioni ("gli Insonni potrebbero vivere per secoli e questo potrebbe condurre a queste conseguenze…"); drammaticità ("se un Insonne sposerà solamente Dormienti, potrebbe avere il tempo sufficiente per una decina di matrimoni e svariate decine di figli, un modello di famiglia mista in modo sconcertante…"); indignazione ("manomettere le leggi della natura ha solo portato fra noi delle persone cosiddette innaturali che vivranno con l’ingiusto vantaggio del tempo: tempo per acquisire più parenti, più potere, più proprietà di quanto il resto di noi potrebbe mai immaginare…"); e paura ("quanto tempo passerà prima che la Superrazza prenda il sopravvento?").
— Sono tutte paure, di un genere o di un altro — commentò alla fine Carolyn Rizzolo, e la rete del Gruppo interruppe le analisi differenziate.
Leisha stava affrontando gli esami finali dell’ultimo anno di legge. Ogni giorno veniva seguita da commenti, nel campus, lungo i corridoi e nelle classi; ogni giorno li dimenticava nelle estenuanti sessioni d’esame, in cui tutti gli studenti erano ridotti allo stesso stato di postulanti rispetto alla grande università. In seguito, temporaneamente spossata, ritornava a casa a piedi, silenziosamente, da Richard e dalla rete del Gruppo, conscia degli sguardi delle persone per la strada, conscia della sua guardia del corpo, Bruce, che camminava impettita fra lei e loro.
— La cosa si placherà — disse Leisha. Richard non le rispose.
La città di Salt Springs, in Texas, promulgò un’ordinanza locale secondo cui nessun Insonne poteva ottenere una licenza per la vendita di alcolici, basandosi sul fatto che gli statuti dei diritti civili si fondavano sulla clausola della Dichiarazione di Indipendenza "tutti gli uomini sono creati uguali" e gli Insonni non erano chiaramente inclusi. Non c’erano Insonni nel giro di quasi centocinquanta chilometri attorno a Salt Springs, e nessuno aveva richiesto una nuova licenza per la vendita di alcolici da dieci anni, ma la storia era stata raccolta dalla United Press e dalla Data-Net News e in ventiquattro ore erano apparsi editoriali infuocati, pro e contro la questione, in tutta la nazione.
Vennero promulgate altre ordinanze locali. A Pollux, in Pennsylvania, agli Insonni poteva essere negato l’affitto di un appartamento perché il loro prolungato stato di veglia avrebbe aumentato la normale usura della proprietà del padrone di casa e l’ammontare delle bollette della luce. A Cranston Estates, in California, gli Insonni vennero esclusi dalla gestione di commerci operanti 24 ore su 24: "concorrenza sleale". La Contea Irochese, nello stato di New York, impedì loro di fare parte delle giurie della contea, sostenendo che una giuria comprendente membri Insonni, con la loro idea distorta del tempo, non potesse costituire "una giuria di pari".