E se non lo facevano, chi lo avrebbe fatto?
Ho pensato ai Vivi che non avevamo più bisogno dei Muli, loro, e ai Muli che si nascondevano dietro ai loro scudi, dai Vivi. Ho pensato a tutte le lotte e le uccisioni che avevamo visto quel pomeriggio ai notiziari. Ho pensato all’uomo che aveva chiamato i Muli "abomini" e aveva detto che le siringhe venivano da Dio. L’uomo che aveva detto di avere la Volontà e l’Ideale.
Mi sono alzato e sono andato a cercare Vicki per assicurarmi che stava bene.
21
Non capiscono. Nessuno di loro. I Vivi sono ancora Vivi, a dispetto di tutto ciò che è accaduto, e c’è un limite a quello che ci si può aspettare.
Procedevo a piedi verso il West Virginia portando il mio nuovo nome legale e il mio abito che si decomponeva rapidamente, carica di salute e di un senso di destino funesto. Dov’erano quelli di Huevos Verdes in tutto ciò? Miranda Sharifi era stata processata fra la più spettacolare organizzazione di sicurezza conosciuta dall’uomo e la stampa di trentaquattro paesi aveva atteso col fiato mozzo il lancellottiano salvataggio ad alta-tecnologia, il rapimento dal fuoco legale che non si era mai materializzato. Miranda stessa non aveva detto una singola parola per tutta la durata del processo. Nemmeno una, nemmeno al banco dei testimoni, sotto giuramento. Era stata, ovviamente, accusata di oltraggio e la folla di Vivi all’esterno, tutti siringati, avevano sollevato tanti ululati così poco tipici dei Vivi, da compensare il silenzio di dieci agnelli sacrificali. Non però il silenzio di Huevos Verdes. Nessun salvataggio. Nessuna difesa di cui valesse la pena parlare. Nada, a meno che non si considerassero le siringhe che piovevano dal cielo, che spuntavano dalla terra, che apparivano come per alchimia perfino dalle pietre, dai campi e dall’asfalto del paese che i Super stavano profondamente, silenziosamente, invisibilmente trasformando.
Drew Arlen aveva testimoniato. Aveva descritto gli esperimenti illegali di modificazione genetica effettuati da Huevos Verdes a East Oleanta, in Colorado, in Florida. Gli ultimi due laboratori erano apparentemente solo luoghi di appoggio per East Oleanta e Huevos Verdes, ma, Cristo Santo, i Super erano solamente in "ventisette". Come diavolo avevano fatto a fornire di personale quattro località?
Non erano come noi.
Questo divenne sempre più chiaro con il progredire del processo. Divenne altresì anche chiaro che Drew Arlen "era" come noi: arrancava nella stessa palude di buone intenzioni, insicurezze morali, comprensione limitata, passioni personali e restrizioni governative rispetto a quello che poteva o non poteva dire sul banco dei testimoni.
"Questa informazione è segreta" divenne la sua monotona risposta all’avvocato difensore di Miranda Sharifi, che era certamente l’uomo più frustrato del pianeta.
Proprio come in tempo di guerra.
Ma non era la "mia" guerra. Ero stata dichiarata noncombattente, mi erano state tolte armi, bagagli e impronta di retina da qualsiasi banca dati che non fosse pubblica. Nel corso dell’anno precedente ero stata prelevata tre volte, trasportata ad Albany e messa KO mentre bio-monitor confidavano i loro segreti a scienziati che, con ogni probabilità, si erano iniettati personalmente la stessa sostanza. I risultati del bio-monitoraggio non mi venivano comunicati. Ero una esiliata governativa.
Allora, perché mai doveva importarmi che gli Stati Uniti, in quanto Stati Uniti, fossero sul baratro della non esistenza, la prima uccisione nazionalistica realizzata facendo diventare lo stesso governo obsoleto?
Non lo so. Ma mi importava. Chiamatemi folle. Chiamatemi romantica. Chiamatemi cocciuta. Chiamatemi deliberato anacronismo auto-creatosi.
Chiamatemi patriota.
— Billy — dissi mentre arrancavamo lungo l’infinito tracciato della ferrovia a gravità sulle alte colline della Pennsylvania — sei ancora un americano?
Mi lanciò un’occhiata-alla-Billy, che è come dire intelligente senza il minimo barlume di comprensione lessicale. — Io? Sì.
— Sarai un americano se verrai ucciso da qualche fanatica difesa da ultima trincea dei Muli a Oak Mountain?
Gli occorse un minuto per decidere. — Sì.
— Sarai ancora un americano se verrai ucciso in un qualche attacco sferrato da un governo clandestino di Vivi puristi che pensa che tu ti sia svenduto al nemico genetico?
— Io non sarò ucciso da nessun altro Vivo, io.
— Ma se lo "fossi", moriresti come americano?
Stava perdendo la pazienza. I suoi vecchi occhi dalla giovane energia vagarono sui nostri compagni di cammino, in cerca di Annie. — Sì.
— Saresti ancora un americano se non ci "fosse più" nessuna America, nessun governo centrale, i Muli spazzati via da qualche movimento rivoluzionario clandestino e Miranda Sharifi marcisse in una prigione gestita unicamente da robot?
— Vicki, tu pensi troppo, tu — disse Billy. — Pensare a se riusciremo a restare vivi, noi, questo ha senso. Ma non ti puoi caricare tutto il maledetto paese sulle spalle, tu.
— La mente umana, osservò una volta Charles Lamb, è in grado di innamorarsi di qualsiasi cosa. Chiamami patriota, Billy. Tu credi ancora nel patriottismo, Billy?
— Io…
— Inoltre, una volta ho visto un cagnolino modificato geneticamente precipitare da un balcone e morire. — Billy, però, individuò improvvisamente Annie. Mi sorrise e si mosse per andare a camminare accanto alla sua amata il cui vestito, a dispetto di tutti i suoi sforzi, era stato consumato dal corpo prorompente. Assomigliava a una divinità pastorale, totalmente inconscia del fatto che la rivoluzione industriale fosse iniziata e che i telai stessero lavorando a ritmo di mitragliatrice.
Raggiungemmo Oak Mountain il 14 luglio, cosa che soltanto io trovai buffa, o quantomeno degna di nota. Erano già arrivate lì diecimila persone, secondo una stima approssimativa. Esse circondavano il terreno pianeggiante attorno alla prigione e si allargavano fino ai fianchi delle montagne circostanti. Per potersi nutrire erano stati liberati dai cespugli interi chilometri tutto attorno, anche se restavano degli alberi per fornire ombra. Nessuno si serviva di cibo vero: c’erano pochissimi escrementi. Le tende dai colori selvaggi delle Ex tute punteggiavano il terreno: turchese, arancione, cremisi, verde limone. Di notte si notavano i soliti fuochi da campo o i coni a energia-Y.
Durante la prima guerra mondiale erano morti più soldati per malattie, provocate dal fatto di essere ammassati insieme in condizioni scarsamente igieniche, che per le armi. All’assedio di Dunmar, avevano mangiato ratti e poi si erano mangiati a vicenda. Durante l’Azione Brasiliana, il danno causato alla foresta tropicale era stato maggiore rispetto al danno ai combattenti, visto che la tecnologia avanzata distruggeva tutto ciò che toccava. Mai più nulla del genere.
La storia era ancora attuale? La storia umana?
Billy aveva ragione. Pensavo troppo. Bisognava concentrarsi sul rimanere in vita.
— Mettiti più fango in faccia — mi disse Lizzie, osservandomi con espressione critica. Sembrava superfluo: tutti erano costantemente coperti di fango, cosa che era divenuta ben accetta. Il fango era pulito. Il fango era latte materno. Sospettai che Miranda e Compagnia avessero alterato il nostro senso dell’olfatto con la loro pozione magica. Le persone non sembravano puzzare le une rispetto alle altre.
— Infilati più foglie fra i capelli — disse Lizzie, inclinando criticamente la testa per studiarmi. Il suo volto grazioso era cupo di preoccupazione. — Qui ci sono delle persone strane, Vicki. Non capiscono che anche i Muli possono essere umani.