"Possono essere." Per tacita tolleranza, se ci uniamo ai Vivi e rinunciamo alle istituzioni tramite le quali controllavamo il mondo.
Il labbro di Lizzie fu scosso da un lieve tremito. — Se ti succedesse qualcosa…
— Non mi succederà niente — le risposi, senza crederci nemmeno per un istante. La strinsi forte, però, quella figlia che stava rapidamente scivolando via sia da Annie sia da me, e per la quale, nonostante tutto, combattevo come se non fosse già di una specie differente. Lizzie ormai era quasi completamente nuda, il suo "abito" ridotto a pochi stracci di cortesia. Nuda e inconsciamente disinteressata. C’erano delle tredicenni in quell’accampamento che erano altrettanto inconsciamente disinteressate e incinte. Nessun problema. Se ne sarebbero occupati i loro corpi. Non prevedevano alcun problema di parto, non avevano alcuna paura di dover mantenere il bambino, contavano sulle moltissime persone sempre attorno per aiutarle a occuparsi di quella prole casuale. Non era una gran cosa. Le bambine incinte erano serene.
— Stai bene attenta — disse Lizzie.
— Stai attenta anche tu — ribattei io ma, ovviamente, lei non fece altro che sorridere.
Quella notte apparve il primo ologramma in cielo.
Apparve in modo che fosse centrato sulla prigione stessa. Quasi venti metri sopra di essa e alto all’incirca quindici, era difficile giudicare da terra, era chiaramente visibile per chilometri e chilometri. Il raggio laser era complesso e brillante. Erano circa le dieci di sera, buio abbastanza pure in estate, perché l’ologramma dominasse anche una luna quasi piena. Consisteva di una doppia spirale rossa e blu intrisa di una luce bianca sacrale, una specie di Caravaggio biologico. Sotto di esso pulsavano e lampeggiavano alcune parole:
"Morte ai non umani." Un gran freddo mi percorse la colonna vertebrale, iniziando dal fondo schiena per risalire verso l’alto.
— Chi sono che stanno facendo quell’ologramma, loro? — gridò indignato un uomo nelle vicinanze. Ci fu un frenetico balbettare di risposte: il governo, le corporazioni alimentari di cui nessuno aveva più bisogno, i militari. I Muli, i Muli, i Muli.
Non sentii nessuno dire: "I clandestini, loro!" Significava che non c’erano i loro membri presenti, nemmeno in qualità di informatori? Dovevano esserci informatori: ogni guerra aveva i suoi.
Gli informatori dovevano infiltrarsi, il che significava che dovevano essersi fatti iniettare il siero. Ma questo non significava che anche loro erano non umani? Chi rispondeva esattamente alla definizione di "non umano"?
Vidi Lizzie farsi largo a fatica tra la folla, sentii le sue mani trascinarmi nuovamente verso la nostra tenda. Se stava dicendo qualcosa, si perse nel rumore. Mi tolsi le sue piccole mani insistenti di dosso e rimasi dove ero.
L’ologramma continuava a lampeggiare. Ci fu quindi una generale avanzata verso la prigione. Non avvenne repentinamente: nessuno fu in pericolo di essere calpestato. Le persone tuttavia, cominciarono a muoversi attorno alle tende e ai falò dirigendosi verso le mura della prigione. Tramite la sgargiante luce lampeggiante riuscii a scorgere un movimento simile lungo i fianchi dei distanti pendii boschivi. I Vivi si stavano muovendo per proteggere Miranda, la loro icona prescelta.
— Se qualcuno ci prova, lui, a farla morire…
— Lei è umana, lei, proprio come tutti quelli che hanno ologrammi eleganti!
— Lasciate solo che ci provano a metterle le mani addosso…
Che diavolo pensavano di potere realmente fare per aiutarla?
Iniziò quindi un canto, dapprima nelle vicinanze delle mura della prigione ma che si diffuse velocemente verso l’esterno, soffocando il brusio più casuale delle discussioni e delle proteste. Quando raggiunsi il margine della folla ammassata spalla a spalla, esso era forte e si innalzava da migliaia di gole: "Miranda Libera. Miranda Libera. Miranda Libera".
Apparvero alcune torce. Nel giro di una mezz’ora ogni essere umano, per chilometri e chilometri, si trovava ammassato presso le mura della prigione, con il volto truce eppure esaltato che hanno le persone quando si stanno occupando intensamente di qualcosa che è al di fuori di se stessi. La luce delle torce fece divenire rosate alcune delle scialbe facce da Vivi; altre risultarono striate di rosso e blu a causa dell’ologramma che lampeggiava sopra di noi. "Miranda Libera, Miranda Libera, Miranda Libera".
Non ci fu assolutamente alcuna risposta dalle silenti mura grige.
Continuarono così per circa un’ora, che fu poi lo stesso tempo in cui l’ologramma lampeggiò il suo messaggio di morte rispetto a quelli come Miranda.
E me.
E i Vivi iniettati?
Quando finalmente l’ologramma scomparve, lo fece anche il canto, quasi venisse spento dall’alto. La gente strizzò gli occhi e si fissò a vicenda, un po’ abbacinata. Poteva essere appena uscita da un sogno lucido di Drew Arlen.
Lentamente, senza alcuna fretta, diecimila persone si allontanarono dalla prigione, tornando alle tende, espandendosi per chilometri interi. Occorse moltissimo tempo. La gente si spostava lentamente, sottomessa, parlando a bassa voce. Per quello che ne seppi io nessuno venne spintonato o restò ferito. Un tempo, non lo avrei creduto possibile.
Le persone rimasero alzate fino a tardi, rannicchiate attorno ai falò comuni, a parlare.
Brad disse: — Quell’ologramma non veniva dalla prigione.
Non avevo mai pensato che potesse essere così. Volevo tuttavia ascoltare il suo ragionamento. — Come fai a saperlo?
Egli mi sorrise in modo paziente, il tecnico che aveva appena messo le piume che si rivolgeva all’anziano ignorante. Piccolo cazzone. Io avevo dimenticato più nozioni tecniche di quante lui non ne avesse ancora imparate nel suo ritardato innamoramento post iniezione verso la vera conoscenza. Aveva sedici anni. Io, tuttavia, non avevo alcun reale diritto di disprezzarlo. Non avevo notato dove avesse avuto origine l’ologramma.
— Gli ologrammi al laser hanno fibre di alimentazione — disse. — Sai quelle sottilissime linee di raggi che si riescono a vedere solo di lato e solo se ci si mette a guardarle.
— Visione periferica. Sì, lo so, Brad. Da dove venivano, se non dalla prigione?
— Lizzie e io le abbiamo studiate solamente la scorsa settimana. — Appoggiò una mano sul ginocchio di Lizzie, che sembrava, lei, di sua proprietà. Annie aggrottò la fronte.
— Da dove venivano i raggi di alimentazione, Brad?
— Inizialmente non li avevo quasi notati. Poi mi sono ricordato…
— "Da dove, maledizione!"
Sbalordito, indicò. Orizzontalmente, verso la cima di una montagna non vicinissima di cui non sapevo il nome. Fissai la montagna che si stagliava nel chiaro di luna.
— Non capisco perché mi devi gridare dietro, tu — disse Brad, a metà fra un broncio e un ghigno. Lo ignorai. Speravo che Lizzie perdesse interesse in lui. Non era nemmeno lontanamente intelligente come lei.
Fissai la scura montagna senza nome. Ecco dove stavano, allora. I clandestini di Volontà e Ideale a cui Drew Arlen aveva accennato e di cui Billy aveva incontrato un membro settimane addietro. Quell’uomo, però era stato iniettato. Significava forse che si poteva venire iniettati, con tutti i cambiamenti nel macchinario biologico di base, ed essere ugualmente considerati umani dai clandestini? Oppure l’uomo veniva usato come informatore e sarebbe stato successivamente processato per tradimento una volta che la guerra fosse terminata? Cose simili non erano sconosciute alla storia.
Quel movimento aveva diffuso il disgregatore di duragem. Stava uccidendo Muli. Aveva nascosto con successo Drew Arlen per due mesi perfino a Huevos Verdes. Armava i propri soldati con munizioni militari degli Stati Uniti.