— Non potevo restare nella colonia con loro, Jerry. Non fraintendermi: è un bel posto. Proprio bello. Ma continuavo a guardare l’oceano dalla finestra, e a pensare alla caverna. In un certo senso sono solo, ma non è brutto. So chi sono e cosa sono, Jerry, e questo è l’importante, vero?
Sentii un rumore. Mi chinai in avanti, appoggiai le mani sulle ginocchia e mi alzai. Dall’insediamento stava arrivando un Drac con un bambino fra le braccia.
Mi fregai la barba. — Allora, Ty, è questo il tuo primo figlio?
Il Drac annuì. — Mi farebbe piacere, zio, se tu gli insegnassi quello che deve imparare: la genealogia, il Talman; e tutto sulla vita di Fyrine IV, il nostro pianeta che si chiama Amicizia.
Presi il fagottino fra le braccia. Due braccine tozze, con tre dita si agitarono nell’aria, poi mi afferrarono la giacca. — Sì, Ty, è proprio un Jeriba. E come sta Zammis, il tuo genitore?
Ty alzò le spalle. — Benissimo. Ti saluta.
— Salutalo da parte mia. Zammis dovrebbe uscire da quel guscio ad aria condizionata, e venire a vivere nella caverna. Gli farebbe bene.
Ty sorrise. — Glielo dirò, zio.
Mi battei il pollice sul petto. — Guarda me! Ti sembro ammalato?
— No zio.
— Dì a Zammis di mandare fuori dai piedi quel dottore e di tornare a vivere nella caverna, capito?
— Si zio. — Ty sorrise. — Hai bisogno di qualcosa?
Mi grattai il collo e feci segno di sì. — Carta igienica. Un paio di pacchi; e magari un paio di bottiglie di whisky… no, lascia stare il whisky. Aspetterò che il piccolo Haesni compia un anno. Solo la carta igienica.
Ty si inchinò. — Sì, zio, e che il mattino ti trovi sempre bene.
Feci un gesto impaziente con la mano. — Certo, certo. Non dimenticarti la carta igienica.
Ty si inchinò ancora. — No, zio.
Ty si voltò e si inoltrò nel bosco, verso la colonia.
Gothig aveva venduto tutto, ed era emigrato con tutta la famiglia, e le famiglie collaterali, su Fyrine IV. Io ero stato con loro per un anno, poi ero andato a vivere nella caverna. Raccoglievo la legna e affumicavo la carne di serpente per resitere durante l’inverno. Zammis mi aveva dato il piccolo Ty per allevarlo nella caverna, e adesso Ty mi aveva dato Haesni. — Guardai il neonato. — Tu sarai chiamato Gothig, e poi… — Alzai gli occhi al cielo, e sentii le lacrime che si asciugavano sulle guance — … e il figlio di Gothig si chiamerà Shigan. — Mi avviai verso il sentiero che portava alla grotta.