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— Non corre nessuna voce sulla scoperta di qualcosa con cui combattere il virus?

Roger scosse la testa, perplesso. — Diciamo che le voci che corrono negli ambienti ufficiali sono vaghe quanto quelle della stampa, però denotano una certa fiducia.

— Mio fratello si sta barricando. Te l’ho detto?

Roger si protese in avanti. — Quello della fattoria? Cosa significa “si sta barricando”?

— Ti ho parlato della valle dove vive… di Blind Gill… circondata da colline che lasciano solo una stretta gola di accesso. Ha eretto una palizzata chiudendo il passaggio.

— Continua. Mi interessa.

— Non c’è altro. Ha paura di ciò che può succedere al prossimo raccolto. Non l’ho mai visto così preoccupato. Non ha voluto più seminare grano, e si è messo a coltivare patate e barbabietole. Ha perfino insistito perché andassimo a vivere un anno da lui.

— Fino al superamento della crisi? Dev’essere preoccupato sul serio.

— E io, da allora, non ho fatto altro che pensarci. Dave ha sempre avuto la testa sulle spalle, molto più di me, e a pensarci bene, in un caso del genere, le preoccupazioni di un uomo di campagna non sono da prendere alla leggera. A Londra noi sappiamo soltanto quello che ci dicono.

Roger lo guardò, e sorrise. — C’è del vero in quanto dici, John, ma non dimenticare che io sono dalla parte di quelli che diramano le notizie. Dimmi, se ti facessi sapere con un certo anticipo quando si avvicina il momento del pericolo, pensi che tuo fratello possa accogliere nella sua tana tre persone in più?

— Credi che arriverà veramente il momento del pericolo?

— Fino a oggi non ci sono notizie allarmanti. Quelli che conoscono la situazione da vicino dimostrano lo stesso ottimismo dei giornali. Ma mi piace sapere che esista Blind Gill, è come una polizza di assicurazione. Terrò le orecchie aperte. Non appena avrò il più piccolo sentore di allarme, ci prenderemo una vacanza fino a data indefinita e ce ne andremo verso nord con le nostre famiglie. Che ne pensi? Tuo fratello acconsentirebbe a ospitarci?

— Certamente — disse John, poi rimase un attimo pensoso. — Con quanto anticipo potresti avere sentore del pericolo?

— Un anticipo sufficiente. Ti terrò informato. In un caso come questo puoi stare certo che, semmai, sbaglierò per eccesso di prudenza. Non mi va l’idea di restare intrappolato a Londra in piena carestia.

Un cameriere passò accanto al loro tavolo con un carrello carico di vari tipi di formaggi. Nell’aria aleggiava la pigra sonnolenza di tutte le sale da pranzo dei club londinesi a mezzogiorno. Il mormorio delle voci era pacato e sopportabile.

John sollevò una mano a indicare tutto attorno. — È difficile immaginare che qualcosa possa sconvolgere questa calma.

Roger girò lo sguardo per la sala. — Sembra impossibile, è vero. In fondo, come spesso ha ripetuto la stampa, noi non siamo asiatici. Sarà interessante osservare come ci comporteremo noi, i composti inglesi, quando arriveranno le nuvole temporalesche. Siamo impassibili, si dice. Ma cosa avverrà al momento del crollo?

Un cameriere venne a servire le bistecche. Era un ometto sorridente, meno compassato dei suoi colleghi.

— Sarà interessante — riprese Roger — ma non abbastanza da convincermi a restare per assistere allo spettacolo.

La primavera tardò a venire. Freddo secco e cielo nuvoloso durarono per tutto marzo e i primi di aprile. Quando, nella seconda settimana di aprile arrivarono le giornate calde e umide, si ebbe la terribile sorpresa di scoprire che il virus di Chung-Li non aveva minimamente perso la sua forza. Man mano che l’erba cresceva, nei campi, nei giardini, o lungo le strade, gli steli si coprivano immediatamente di chiazze scure, un verde scuro che si trasformava in giallo marcio. Una prova inequivocabile.

John andò a trovare Roger.

— Che notizie hai?

— Ti sembrerà strano, ma sono ottime.

— Il mio giardino è pieno di erba infetta. Ho cominciato a estirparla, poi ho visto che anche tutti gli altri giardini del rione erano stati colpiti dalla malattia.

— Anche il mio — disse Roger. — Ho un prato di erbe marroni putrefatte. A proposito, hanno abolito le multe per non avere estirpato le erbe infette.

— E quali sarebbero allora le buone notizie? A me la situazione sembra disperata.

— Verranno riferite dai giornali di domani. L’Unesco dichiara di aver trovato il rimedio: un virus che divora il Chung-Li in tutte le sue forme.

— Meno male. Non poteva arrivare in un momento più opportuno. O pensi che…

Roger sorrise. — È stata la prima cosa che ho pensato. Ma la dichiarazione è sottoscritta da parecchia gente, incluse alcune persone che non metterebbero mai la firma su un documento che non fosse ineccepibile, neppure per salvare la vita ai loro figli. È una notizia autentica, non si possono avere dubbi.

— Salvati dal fischio dell’arbitro — disse John lentamente. — Non oso pensare a cosa sarebbe successo in caso contrario, quest’estate.

— Pensarlo non mi spaventa. Era il trovarsi in mezzo che mi premeva evitare.

— Mi stavo domandando se non fosse il caso di rimandare i ragazzi a scuola. Immagino che ora sia tutto a posto, vero?

— La situazione è certamente migliore — disse Roger. — Avremo dei razionamenti, perché sarà molto difficile produrre il nuovo virus su scala sufficiente e salvare tutto il raccolto di quest’anno. Probabilmente a Londra dovremo sopportare più privazioni che altrove.

Al rapporto dell’Unesco venne data la massima pubblicità. Contemporaneamente il governo diramò un comunicato sulla situazione. Gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda avevano riserve di grano, ed erano pronti a imporre il razionamento per fronteggiare un immediato periodo di carestia. In Gran Bretagna venne introdotto un rigido razionamento della carne e di tutti i derivati del grano.

Ancora una volta l’atmosfera si rischiarò. La concomitanza della notizia che annunciava la scoperta del mezzo con cui combattere il virus, e quella del nuovo razionamento, fece nascere nuove speranze, e diede nuova forza.

Quando giunse la lettera di David, il suo contenuto parve fuori luogo.

Diceva:

Nella valle non è rimasto un solo filo d’erba. Ieri ho ucciso le ultime mucche. Ho sentito dire che a Londra, lo scorso inverno, alcuni hanno avuto il buon senso di ingrandire le celle frigorifere. Ma non saranno sufficienti a contenere tutte le bestie che verranno macellate nelle prossime settimane. Io sto salando le mie. Anche se le cose andranno per il meglio, ci vorranno anni prima che questa nazione torni a conoscere la carne fresca, o il latte, o il formaggio.

Vorrei poter credere che la situazione stia per risolversi. Non che metta in dubbio la serietà del comunicato ufficiale. Stimo le persone che l’hanno sottoscritto, ma tutti i rapporti sembrano perdere di significato quando guardo fuori dalla finestra e vedo la terra nera anziché verde.

Non dimenticate che sarete sempre i benvenuti, in qualsiasi momento decidiate di fare i bagagli e raggiungermi. La valle mi dà sempre la massima sicurezza. Possiamo vivere di tuberi e di carne di maiale. Ho risparmiato i suini perché sono gli unici animali che possono sopravvivere con una dieta a base di patate. Ce la caveremo bene. È quello che potrà succedere fuori di qui, che mi preoccupa.

John passò la lettera alla moglie e andò a guardare dalla finestra del soggiorno. Alla fine della lettura Ann corrugò la fronte.

— Sta sempre considerando la situazione con grande serietà, vero?