John ordinò due doppi whisky e portò i bicchieri a un tavolo all’estremità della sala, dove Roger si era messo a sedere.
— Cattive notizie? — domandò.
— Ci siamo — disse Roger. Bevve un sorso di whisky. — Bisogna andarsene al più presto.
— Come hai detto?
— Quei bastardi! — riprese Roger. — Quei maledetti bastardi assassini. Noi non siamo come gli asiatici. Noi siamo degli autentici inglesi e giochiamo a cricket.
La sua collera, amara e violenta, assolutamente sincera, fece comprendere a John che era giunto il momento della crisi.
— Che c’è? — chiese bruscamente. — Cosa sta succedendo?
Roger finì il suo whisky. Poi vide passare la cameriera e ne ordinò altri due doppi. Quando furono serviti riprese a parlare. — Per prima cosa, la battaglia contro il Chung-Li è stata persa.
— E il contro-virus che lo doveva annientare?
— Strane bestie, i virus — disse Roger. — Agli occhi del tempo sono come delle superpotenze, solo su scala minore. Dominano per un intero secolo, oppure per tre o quattro mesi soltanto, e poi scompaiono. Non capita spesso una Roma che mantenga il potere per mezzo millennio.
— Cosa significa?
— Il Chung-Li è Roma. Se il contro-virus fosse stato la Francia o la Spagna, le cose sarebbero andate meglio. Ma era soltanto una Svezia: esiste ancora, ma in forma più debole e modificata. Non darà mai fastidio al Chung-Li.
— Quando è successo?
— Chi può saperlo! Qualche tempo fa. Hanno cercato di mantenere la cosa segreta, sperando nel frattempo di riuscire a riprodurre il virus originale.
— Non avranno abbandonato i tentativi, spero.
— Non so. Forse no. Ma non ha più importanza.
— Ne ha molta, invece.
— Nell’ultimo mese abbiamo vissuto con il razionamento normale, con alle spalle riserve per meno di una settimana. Facevamo affidamento assoluto sugli aiuti inviati dall’America e dagli Stati del Commonwealth. Io lo sapevo già, ma ho pensato che non avesse molta importanza. I soccorsi ci erano stati garantiti.
La cameriera tornò in sala e cominciò a pulire il bancone del bar. Canticchiava una canzone popolare. Roger abbassò la voce.
— Penso che il mio errore sia perdonabile. In circostanze normali le promesse sarebbero state mantenute. Già troppa parte del mondo è ricaduta nella barbarie, e la gente era disposta a fare qualche sacrificio per salvare il resto.
“Ma la carità comincia sempre in casa propria. Ecco perché ho detto che non conta che riescano a riprodurre il virus. Quelli che hanno buone scorte di viveri non lo credono più possibile, e di conseguenza non vogliono privarsi di riserve di cui possono aver bisogno loro l’inverno prossimo. L’ultima nave di soccorsi proveniente dall’America è giunta a Liverpool ieri. Possono essercene forse ancora un paio in viaggio dall’Australia, ma è probabile che vengano richiamate prima di arrivare da noi.”
— Capisco — disse John. — È questo che intendevi per bastardi assassini? In fondo anche loro devono pensare alla propria sicurezza.
— No. Non era per questo. Una volta ti ho detto di avere un informatore autorevole. Be’, si tratta di Haggerty, il segretario del primo ministro. Anni fa gli ho fatto un grande favore. Ora me ne sta rendendo uno molto più grosso, tenendomi informato esattamente di tutto.
“La partita si è giocata ai massimi livelli. I nostri amici sapevano già da una settimana cosa sarebbe successo. Hanno tentato di far cambiare idea alle nazioni che ci avevano promesso i soccorsi, e forse hanno sperato in un miracolo. Hanno ottenuto soltanto di mantenere segreta la situazione, in modo da non trovare ostacoli nell’attuazione delle misure necessarie al controllo interno. Cosa che sarebbe stata impossibile, se la stampa avesse divulgato le notizie. Comunque, mantenere il segreto andava bene per tutti. Anche oltreoceano avevano qualche misura da prendere prima di far sapere la verità. La loro situazione non è paragonabile alla nostra, naturalmente, ma è sempre meglio prepararsi nel massimo segreto.”
— E le nostre misure? — domandò John. — Quali sono?
— Il governo è caduto ieri. Welling è salito al potere, ma Lucas fa ancora parte del Gabinetto. È stata una specie di rivoluzione di palazzo. Lucas non si vuole sporcare le mani di sangue… ecco.
— Sangue?
— Queste isole sono abitate da circa cinquantaquattro milioni di persone. Quarantacinque milioni vivono nella sola Inghilterra. Se fosse possibile mantenere con le patate un terzo di questa gente, le cose andrebbero già bene. La sola difficoltà è questa: come scegliere quelli che dovranno sopravvivere?
— Direi che la risposta è ovvia — disse John con voce cupa. — La selezione avverrà automaticamente.
— Questo è un sistema dispersivo, che distruggerebbe l’ordine e la disciplina. In questo paese abbiamo sempre preso la disciplina alla leggera, ma ha radici molto profonde, e può sempre prendere il sopravvento, in tempi di crisi.
— Welling non mi è mai piaciuto — disse John.
— Sono stati i tempi a portarlo al potere. È una carogna, e neanche a me piace. Ma era inevitabile che le redini finissero nelle mani di qualcuno come lui. Lucas non è mai stato capace di prendere una decisione. — Roger guardò l’amico negli occhi. — Oggi l’esercito si schiera alla periferia di Londra e attorno a tutte le più grandi città. Dall’alba di domani tutte le strade saranno chiuse al traffico.
— È tutto quanto ha saputo pensare? — osservò John. — Nessun esercito può fermare l’impeto di una folla spinta dalla fame. Cosa pensa di ottenere?
— Spera di guadagnare tempo, e preparare con tutta comodità la seconda linea di azione.
— E quale sarebbe?
— Bombe atomiche per le città più piccole. Bombe all’idrogeno per le città come Liverpool, Birmingham, Glasgow, Leeds… Su Londra ne verrebbero lasciate cadere due o tre. Non importa lo spreco: nel futuro che possiamo prevedere, non saranno più necessarie.
John rimase a lungo in silenzio. Poi disse lento: — Non ci credo. Nessuno può avere il coraggio di fare una cosa simile.
— Lucas non l’avrebbe fatto. Lucas, da primo ministro, è sempre stato un uomo comune, con desideri, pregiudizi ed emozioni qualsiasi. Adesso Lucas è soltanto un membro del Gabinetto di Welling, e se ne lava apertamente le mani di tutto quanto sta per succedere. Cos’altro ti aspetti da un uomo comune?
— Non troveranno mai nessuno disposto a salire su quei bombardieri.
— Siamo in un’era nuova — disse Roger. — O molto vecchia. Lealtà e generosità sono un lusso delle epoche civili. Queste grandi virtù cominciano a scomparire, e la loro scomparsa andrà di pari passo con l’aumento della nostra nuova barbarie. Se fosse l’unico mezzo per salvare Olivia e Steve, ci salirei io su uno di quegli aerei.
John ebbe un sussulto. — No!
— Quando li ho definiti bastardi assassini — disse Roger — l’ho detto con ammirazione oltre che con disgusto. Da questo momento mi propongo di esserlo anch’io, ogni volta che sarà necessario, e spero che tu sia pronto a fare altrettanto…
— Lanciare bombe all’idrogeno sulle città… sulla nostra gente…
— Già, ecco perché Welling vuol guadagnare tempo. Gli saranno necessarie almeno ventiquattro ore, forse anche quarantotto. Non essere stupido, John! Non è poi passato molto tempo da quando “il nostro popolo” era formato solo da quelli che abitavano nello stesso villaggio. A pensarci bene, Welling può anche affermare che il suo sarà un atto di generosità.
— Generosità? Le bombe all’idrogeno?
— È tutta gente condannata a morire. In Inghilterra almeno trenta milioni di persone sono condannate a morire prima che gli altri possano riorganizzarsi in qualche modo una vita. Cos’è meglio: morire di fame, essere uccisi per venire mangiati, o le bombe all’idrogeno? È una morte rapida, se non altro. Con le bombe si possono eliminare trenta milioni di persone e salvare i campi, in modo che possano produrre il necessario per i superstiti. Ecco la sua teoria.