Roger fece un cenno con la testa e si avviò verso le macchine. John lo seguì.
— Tattica intelligente. “Non ufficiale”, “soltanto una manovra”. Così evitano anche gli scrupoli delle truppe. Mi domando se verranno lasciate qui a morire con tutti gli altri. Penso di sì.
— E se dicessimo ai soldati cosa sta per succedere?
— Non si otterrebbe niente. E ci potrebbero arrestare per aver diffuso voci tendenziose e allarmistiche. È una delle nuove disposizioni. Non l’hai sentita?
Raggiunsero le macchine.
— Cosa facciamo? — domandò John. — Abbandoniamo le macchine in un fosso e tentiamo di fuggire a piedi, attraverso i campi?
— Che succede? — domandò Ann. — Non ci lasciano passare?
— Ci saranno delle pattuglie che controllano la campagna — disse Roger. — Probabilmente pattuglie di carri armati. Proseguire a piedi non servirebbe a niente.
— Cosa possiamo fare, allora? — balbettò Ann.
Roger la guardò e rise. — Coraggio, Annie. È tutto sotto controllo.
John gli fu grato per il modo in cui aveva riso. Era riuscito a infondere una certa sicurezza anche a lui.
— La prima cosa da fare — disse Roger — è andarcene di qui prima di trovarci imbottigliati in un ingorgo. — Le macchine cominciavano a formare una lunga fila dietro di loro. — Torniamo verso Chipping Barnet. C’è una strada che svolta a destra. Passiamo avanti noi. Seguiteci.
Era una strada tranquilla (come da definizione: urbs in rure). Le due macchine si fermarono in un punto isolato. Sull’altro lato della strada c’era una fila di villette moderne, distanziate una dall’altra, ma nel punto in cui si erano fermati la strada fiancheggiava un piccolo campo.
I Buckley smontarono e raggiunsero la macchina di John. Olivia e Steve si sedettero sul sedile posteriore accanto ad Ann.
— Punto primo — disse Roger — questa strada è parallela alla A1 e ci porta ad Hatfield, ma non credo che valga ancora la pena di raggiungere questa località. Devono esserci altri posti di blocco, e non ci lascerebbero passare, come non siamo passati sulla A1.
Una Vanguard passò, subito seguita da una Austin che John ricordava di aver visto ferma al blocco stradale. Roger le indicò con un cenno.
— Qualcuno ci prova, ma sarà inutile.
— Papà — disse Steve — potremmo lanciarci a tutta velocità contro lo sbarramento. L’ho visto al cinema.
— Questo non è un film — disse Roger. — Ben pochi riusciranno a superare i posti di blocco in serata. Durante la notte ci sarà più calma, e maggiori possibilità di andarcene. Lasciamo qui la vostra macchina. Io faccio un salto in città con la mia, voglio prendere qualcosa che ci può servire.
— Non vorrai tornare indietro! — esclamò Ann.
— È necessario. Spero di non stare via più d’un paio d’ore.
John conosceva Roger troppo bene per credere che avesse veramente dimenticato qualcosa. Doveva aver avuto una nuova idea. — Credi che ci sia pericolo a lasciare la macchina su questa strada?
Roger scosse la testa.
— In questo caso vengo con te. In due saremo più sicuri.
Roger rimase un attimo pensoso. Poi disse: — D’accordo. Andiamo.
— Ma non sapete cosa può essere successo a Londra — obiettò Ann. — Può essere scoppiata una rivolta. Niente è così importante da farvi correre un rischio del genere!
— Da questo momento — disse Roger — se vogliamo sopravvivere, è necessario rischiare. Se volete saperlo, vado a prendere delle armi. La situazione precipita più in fretta di quanto pensassi. Comunque, per questa sera, non ci sarà nessun pericolo.
— Vorrei che tu restassi con noi, John — disse la moglie.
— Senti, Ann…
Roger lo interruppe: — Se vogliamo morire perdendo il tempo in chiacchiere, questo è il sistema migliore. Il nostro gruppo deve avere un capo, e i suoi ordini devono essere eseguiti all’istante. Lancia una moneta, John.
— No. Lanciala tu.
Roger prese una mezza corona di tasca e la gettò in aria.
— Scegli.
Guardarono la moneta che roteava.
— Testa — disse John.
Il dischetto di metallo cadde sull’asfalto e rotolò nella cunetta. Roger si piegò sulle ginocchia per guardare.
— Hai vinto — disse. — Cosa facciamo?
John baciò Ann e smontò.
— Torneremo il più presto possibile — disse.
— Vuoi ricominciare con le chiacchiere? — domandò Ann secca.
Roger scoppiò a ridere. — “Secol si rinnova, torna giustizia e primo tempo umano…”
— Facciamo in tempo — disse Roger. — Chiude sempre alle sei. È un negozio piccolo, c’è soltanto il padrone e un fattorino, ma è ben fornito.
Stavano avanzando in mezzo al caos delle ore di punta nella Londra del centro. In quel caos l’ordine veniva ancora imposto dalle luci dei semafori e dagli agenti addetti al traffico. Non si notava niente di insolito. Non appena scattò il verde, il solito pedone indisciplinato attraversò di corsa la strada.
— Pecore da macello — borbottò John con amarezza.
Roger lo guardò. — Speriamo che le cose vadano per il meglio. Cerca di vedere la situazione con chiarezza, e la vedrai tutta intera. Molti milioni di persone devono morire. Noi ci dobbiamo preoccupare di non far parte di questo numero.
Poco dopo il semaforo, Roger svoltò in una strada laterale. Mancavano cinque minuti alle sei.
— Ci vorrà servire? — disse John.
Roger accostò al marciapiede di fronte a un piccolo negozio con la vetrina piena di fucili da caccia. Mise il cambio in folle, ma lasciò il motore acceso.
— Certo — assicurò Roger. — Con le buone o con le cattive.
Nella bottega c’era soltanto il proprietario, un ometto dalle spalle curve e l’espressione deferente, ma con gli occhi attenti. Doveva avere circa sessant’anni.
— Buona sera, signor Pirrie. Faccio ancora in tempo?
Il signor Pirrie rimase con le mani sul banco.
— Lei è il signor Buckley, vero? Tra poco avrei chiuso. In cosa posso esserle utile?
— Ecco — disse Roger — mi servono un paio di pistole a tamburo, un paio di buoni fucili con mirino telescopico, e le munizioni, naturalmente. Ha anche delle pistole automatiche?
Il signor Pirrie sorrise. — Possiede la licenza?
— È proprio necessario? Sa bene che non sono un assassino. Ho bisogno urgente di quelle armi, e le pagherei un extra.
Pirrie scosse lentamente la testa senza staccare gli occhi da Roger. — Non faccio questo genere di affari.
— Potrebbe darmi almeno quella calibro .22?
Roger indicò, e il signor Pirrie girò gli occhi in quella direzione. Di scatto Roger l’afferrò alla gola. In un primo momento John pensò che l’ometto avrebbe ceduto, ma un attimo dopo lo vide liberarsi dalla stretta e fare un balzo indietro. Nella mano destra era comparsa una pistola.
— Fermo, signor Buckley. E anche il suo amico. Il guaio, nel voler rubare armi, sta nel fatto che si può incontrare una persona abile nel maneggiarle. Non cercate di interrompermi mentre telefono.
Indietreggiò fino ad avere il telefono a portata di mano.
— Un momento — disse bruscamente Roger. — Abbiamo qualcosa da offrirle.
— Non credo proprio.
— Che ne dice… della sua vita?
La mano di Pirrie strinse il ricevitore, ma non lo sollevò.
— Sciocchezze — disse, sorridendo.
— Allora, perché l’avrei aggredita? Sa bene che non l’avrei fatto, se non fossi alla disperazione.
— Su questo sono disposto a crederle — disse Pirrie in tono cortese. — Non mi sarei lasciato avvicinare in quel modo da nessuno. Ma non mi aspettavo un gesto disperato da un funzionario del governo. Non così disperato, perlomeno.