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— È inutile che insista, vero?

Ann lo fissò. — Quando mi hai parlato della signorina Errington… ho pensato che fosse una cosa mostruosa. Ma non mi ero ancora resa conto di cosa stava per succedere. Adesso lo so. Dobbiamo raggiungere la valle con i nostri figli. Non possiamo permetterci di pensare agli altri. Nemmeno a questo ragazzo.

John si strinse nelle spalle. Davey comparve. Stringeva in mano una valigetta da professionista. Aveva l’aria felice, e sembrava una copia in miniatura di un funzionario governativo. Spooks lo seguiva a qualche passo di distanza.

— Ho preso le cose più importanti — disse Davey. — Il mio album dei francobolli, e anche delle calze — soggiunse, per avere un’occhiata di approvazione dalla madre. — Spooks ha promesso di badare ai miei criceti fino al mio ritorno. Una aspetta i piccoli. Gli ho già detto a chi li può vendere appena nascono.

— Be’, conviene avviarci alla macchina — disse John cercando di non guardare Spooks.

Olivia, che fino a quel momento non aveva detto una sola parola, fece udire la sua voce. — Io penso che possa venire anche Spooks. Ti piacerebbe venire con noi, Spooks?

— Olivia! — esclamo Ann. — Sai benissimo…

— Intendevo dire nella nostra macchina — disse Olivia, in tono di scusa. — In fondo, noi abbiamo un solo ragazzo. Si tratterà soltanto del sacrificio di qualche giorno.

Le due donne rimasero a guardarsi in silenzio. La collera di Ann era generata dal senso di colpa. Olivia dimostrava soltanto un certo imbarazzo. Se fossero cominciate a emergere delle barriere morali, pensò John, quella sarebbe stata una debolezza che il gruppo non poteva permettersi. In ogni caso, la collera di Ann svanì.

— Come vuoi — disse. — Non credi però che sia il caso di consultare anche Roger?

Davey, che aveva seguito la conversazione con interesse, anche se non riusciva a capirla, esclamò: — C’è anche lo zio Roger? Sono sicuro che Spooks gli piacerà. È molto spiritoso, come lui. Di’ qualcosa di spiritoso, Spooks.

Spooks li guardò imbarazzato, e Olivia gli sorrise.

— Non ti preoccupare, Spooks. Ti piacerebbe venire con noi?

Spooks agitò la testa su e giù. Davey lo afferrò per un braccio.

— Benissimo — esclamò. — Vieni, Spooks, ti aiuto a preparare la tua roba. — Poi rimase un attimo incerto. — E i criceti?

— I criceti restano qui — ordinò John. — Regalali a qualcuno.

Davey si girò verso Spooks. — Pensi che Bannister ci darebbe sei pence per ognuno?

John guardò Ann, e dopo un attimo anche la donna sorrise.

— Partiamo fra cinque minuti. È tutto il tempo che possiamo concedere a Spooks per fare la valigia, e a te per la transazione commerciale.

I due ragazzi si girarono.

— Per quella che aspetta i piccoli, non meno di uno scellino — disse Davey mentre si allontanavano.

Avevano temuto di venire fermati da qualche pattuglia militare, e in vista di questa possibilità avevano preparato tre storie diverse per giustificare il viaggio verso nord di ogni macchina. La cosa più importante, pensò John, era di non dare l’impressione di un convoglio. Ma nessuno li fermò. Il gran numero di veicoli militari che circolavano sulle strade si mescolava alle molte macchine private, in un traffico quasi normale. Dopo aver lasciato Saxon Court si diressero verso l’arteria nord, continuando a viaggiare in quella direzione per l’intera mattinata.

Nel tardo pomeriggio si fermarono per cenare in una piccola strada secondaria poco più a nord di Newark. La giornata era stata nuvolosa, ma in quel momento il cielo era tornato di un azzurro brillante, e la massa di nuvole, a forma di torri bianche, rotolava verso ovest. I campi che si stendevano ai due lati della strada erano piantati a patate, nella speranza di un secondo raccolto. A parte i solchi privi d’erba, non c’era niente che potesse distinguere quella scena da un qualsiasi paesaggio campestre di un mondo prospero.

I tre ragazzi avevano trovato un pendio su cui scivolare a cavallo di una tavola probabilmente abbandonata qualche anno prima dagli zingari di una carovana. Mary rimase a guardarli, in parte invidiosa e in parte imbronciata. Era molto cresciuta dal giorno della sua scalata in cima alla collina, quattordici mesi prima.

Gli uomini, seduti nella macchina di Pirrie, discutevano sulla situazione.

— Se arriviamo a nord di Ripon entro sera — disse John — domani sarà possibile raggiungere la valle.

— Potremmo andare anche più avanti — disse Roger.

— Sì, ma non credo che ne valga la pena. La cosa più importante è rimanere lontano dai grandi centri abitati. Una volta fuori dal West Riding, dovremmo essere al sicuro da tutto.

— Non voglio sollevare obiezioni, intendiamoci — disse Pirrie — né rimpiango di essermi unito al vostro gruppo, ma non vi pare di aver ingigantito i pericoli? Siamo arrivati fin qui senza incidenti. Né Grantham né Newark mostravano segni di una tragedia imminente.

— Peterborough era chiusa al traffico — disse Roger. — Credo che le città dove si può ancora passare siano troppo felici di essere state dimenticate per preoccuparsi già di cos’altro possa succedere. Comunque, ha visto le code davanti alle panetterie?

— Molto disciplinate, però — osservò Pirrie.

— Il guaio — disse John — è che non sappiamo quando Welling metterà in atto il suo progetto. Sono già trascorse ventiquattro ore da quando le grandi città sono state chiuse al traffico. Quando cadranno le bombe, tutta la nazione cadrà nel panico. Welling spera di poter controllare la situazione, ma non si aspetta certo di mantenere l’ordine nei giorni immediatamente successivi al lancio. Sono convinto che tutto ci andrà bene a patto che si stia lontani dai grandi centri abitati.

— Bombe atomiche e bombe all’idrogeno — disse Pirrie pensoso. — Mi chiedo se sia vero.

— Io non ho dubbi — disse Roger secco. — Conosco bene Haggerty, e so che non mentiva.

— Non è sul piano della moralità che trovo la cosa improbabile — disse Pirrie — ma per via del temperamento. Gli inglesi, essendo scarsi di immaginazione, non troverebbero difficoltà ad accettare misure che, come prevede il buon senso, porterebbero milioni di persone a morire di fame. Ma un’azione diretta… l’assassinio per autoconservazione… è un altro paio di maniche. Non credo che arriverebbero mai a questo punto.

— Noi non ci abbiamo pensato due volte — ribatté Roger. — Lei in particolare. Ed è inglese.

— Mia madre era francese — disse Pirrie. — Comunque, non avete capito il mio punto di vista. Io non dico che gli inglesi siano inibiti alla violenza. In particolari circostanze sono pronti a uccidere a sangue freddo con minori scrupoli di altri. Ma sono scarsi in logica, oltre che privi di immaginazione: conservano le illusioni fino all’ultimo. Solo dopo, saranno pronti a lottare come tigli furiose.

— Lei quando ha smesso di illudersi? — chiese Roger.

Pirrie sorrise. — Molto tempo fa. Quando mi sono reso conto che tutti sono amici per convenienza, e nemici per scelta.

Roger lo guardò con curiosità. — Sono d’accordo fino a un certo punto. Esistono anche dei veri legami solidi.

— Alcune alleanze durano più a lungo di altre — disse Pirrie. — Ma restano delle alleanze. La nostra è di un valore particolare.

Le donne erano rimaste nella macchina dei Buckley. Millicent sporse la testa dal finestrino per gridare: — Il notiziario!

Una delle radio veniva tenuta costantemente accesa. Gli uomini si avvicinarono per ascoltare.

— Sembra che ci siano dei guai — disse Ann.

L’annunciatore parlava con il suo solito tono grave e pacato.

“… altri comunicati d’emergenza verranno diramati qualora la situazione lo richieda. Nuove sommosse si sono avute nel centro di Londra, e le truppe sono entrate in città per assumere il controllo della situazione e ristabilire l’ordine. Nel pomeriggio di ieri, in seguito al divieto temporaneo di uscire dalla città, a sud di Londra si è avuto un tentativo organizzato per superare lo sbarramento militare. La situazione è ancora confusa, e nuove truppe vengono inviate nella zona.”