— Farò del mio meglio — disse Spooks. — Ma la conoscevo già.
A ogni diramazione si fermavano e scrutavano il terreno in cerca delle macchie d’olio. Era quasi impossibile vederle senza scendere dalla macchina. La terza strada laterale era alla periferia di un villaggio. In quel punto la strada piegava bruscamente a destra. Un cartello indicava: NORTON 2 KM.
— Ci siamo — disse Roger. — Potremmo andare avanti con una macchina lanciata a tutta velocità. Se li dovessimo superare, verrebbero a trovarsi impacchettati. Probabilmente sono tra qui e il prossimo villaggio.
— Può essere un’idea — disse Pirrie soprappensiero. — Però potrebbero anche opporre resistenza. In quella macchina ci sono un fucile, una pistola automatica e una a tamburo. Mi sembra difficile riuscire a sottrargliele senza fare del male alle donne.
— Qualche altra idea?
John cercò di pensare, ma il suo cervello era sconvolto dall’odio.
— La campagna è pianeggiante — disse Pirrie. — Se uno di noi riesce a salire su questa quercia e a guardarsi attorno con un cannocchiale, forse li può vedere.
La pianta si ergeva al limite della strada. Roger la studiò attentamente.
— Datemi una mano per raggiungere i primi rami — disse — poi me la caverò da solo.
Scalò l’albero con facilità, ma fu costretto a salire molto per trovare uno squarcio tra le foglie che gli permettesse di guardarsi attorno. Dalla strada non lo potevano più vedere.
— Eccoli! — esclamò a un tratto.
— Dove sono? — gridò John.
— A circa un chilometro. Sono in un campo sulla sinistra. Ora scendo.
— E Ann… e Mary? — chiese John.
Roger scese dall’albero, e quando raggiunse i rami più bassi saltò a terra. Cercò di evitare lo sguardo di John. — Ci sono anche loro — disse.
— Sulla sinistra — borbottò Pirrie soprappensiero. — Sono molto lontani dalla strada?
— No, subito dopo una siepe. Se avanziamo dalla strada non ci dovrebbero vedere.
Pirrie raggiunse la Ford e tornò poco dopo con una grossa carabina, la sua arma preferita.
— Un chilometro — disse. — Datemi dieci minuti, poi lanciatevi di corsa con la Citroën, e fermatevi un centinaio di metri più avanti di loro. Poi sparate qualche colpo, ma per aria. Ho l’impressione che andranno a mettersi proprio dove voglio io.
— Dieci minuti! — disse John.
— Se vuole rivederle vive.
— Potrebbero andarsene prima.
— Li sentireste. Una macchina fa molto rumore nella manovra per uscire da un campo. In questo caso inseguiteli con la Citroën, e sparate. — Pirrie ebbe un attimo di esitazione. — Perché, vede, sarà molto difficile che abbiano ancora con sé sua moglie e sua figlia.
Pirrie fece una specie di cenno di saluto e si allontanò. Dopo qualche centinaio di metri vide uno squarcio nella siepe e abbandonò la strada, scomparendo alla vista.
Roger guardò l’orologio. — Olivia, Millicent… fate salire i ragazzi sulla Ford. Vieni, Johnny.
Salirono sulla Citroën. John sorrise con tristezza.
— Valgo poco come capo, vero? — disse.
Roger lo guardò un attimo. — Non prendertela. E pensa alla fortuna di essere ancora vivo.
John si accorse di aver conficcato le unghie nel sedile della macchina.
— Ogni minuto che passa… Bastardi maledetti! Per Ann sarà terribile, ma per Mary…
— Non ci pensare — disse Roger, poi guardò l’orologio. — Se tutto va bene, i nostri amici hanno ancora nove minuti di vita.
Un pensiero sovrastò agli altri. Era irrilevante, e strano. Ma lo volle esprimere. — Poco fa siamo passati davanti a una cabina telefonica, e nessuno ha pensato di telefonare alla polizia.
— E perché telefonare? — disse Roger. — Ormai non esistono più organi per la difesa della sicurezza pubblica. Adesso tutto è di competenza privata. — Picchiettò con le dita sul volante. — Anche la vendetta.
Rimasero in silenzio per tutto il resto dell’attesa. Sempre senza parlare, Roger mise in moto la macchina e partì con potenti accelerate. Avanzarono alla velocità massima della Citroën, facendo un baccano tremendo. In meno di un minuto superarono la grande apertura nella siepe, ed ebbero modo di scorgere la Vauxhall ferma nel campo. La strada proseguiva diritta per altri cinquanta metri. Roger frenò all’altezza della curva e mise la macchina di traverso, in modo da bloccare il passaggio.
John saltò a terra con il mitra che aveva trovato nella macchina di Roger. Si appoggiò al cofano e sparò una raffica. Gli spari echeggiarono nel placido pomeriggio estivo. Poi, in lontananza, si sentirono altri tre spari. Alla fine tutto ripiombò nel silenzio.
Roger era ancora seduto al volante.
— Io attraverso la siepe — disse John. — Meglio che tu resti qui.
Roger fece un cenno affermativo. La siepe era fitta, ma John riuscì a passare, senza far caso alle spine che lo scorticavano. Guardò verso la Vauxhall. A terra c’erano tre corpi. Dall’altra parte del campo, Pirrie stava avanzando con il fucile sotto il braccio. John sentì dei gemiti, e cominciò a correre, inciampando e scivolando nei solchi del terreno.
Seduta a terra, accanto alla macchina, Ann stringeva Mary tra le braccia. Erano vive. I gemiti uscivano dalla bocca dei tre uomini caduti poco lontano. Mentre John si avvicinava, uno dei tre, piccolo e asciutto, con la faccia scarna ricoperta dalla barba ispida, cercò di sollevarsi. Un braccio gli pendeva inerte lungo il fianco, ma l’altra mano stringeva una pistola.
John vide Pirrie sollevare il fucile, rapidamente, ma senza premura. Poi sentì il colpo, e l’uomo ricadde a terra con un grido di dolore. Un uccello che si era posato poco prima sulla siepe volò via con un gran battito d’ali.
Tornò alla macchina a prendere una coperta, con cui avvolse Ann e Mary. — Ann… Mary… è tutto finito — disse a bassa voce, quasi che il suono delle parole potesse far loro altro male.
Le due donne non risposero. Mary continuò a singhiozzare. Ann alzò un attimo lo sguardo verso di lui, poi fissò un punto lontano.
Pirrie percorse gli ultimi metri e diede un calcio all’uomo più vicino, senza rabbia, ma con precisione. L’uomo lanciò un urlo di dolore, poi ricominciò a gemere sommessamente.
In quel momento Roger comparve dalla siepe. Stringeva una pistola in mano. Avanzò esaminando la scena. Passò rapidamente lo sguardo dalla donna e dalla ragazza sedute a terra agli uomini feriti. Poi guardò Pirrie.
— Non è stato un lavoro accurato come il primo — osservò.
— Ho pensato… — disse Pirrie; il suo tono sembrò fuori luogo nella silenziosa campagna d’estate quanto lo era stata la scena di sangue in cui lui aveva avuto il ruolo principale — che un colpevole non ha il diritto di morire con la stessa rapidità di un innocente. Un’idea curiosa, no? — Guardò John. — Mi sembra che spetti a lei condurre a termine l’esecuzione.
Uno dei tre uomini era stato ferito a una gamba, e stava disteso in una curiosa posizione contorta, con le mani premute contro la ferita. Aveva la faccia sconvolta, come quella di un bambino sofferente. Ma aveva sentito le parole di Pirrie e guardò subito John, con uno sguardo di supplica animale.
John girò le spalle ai feriti: — Finiteli voi — disse.
In passato, si sorprese a pensare con tristezza, quella questione sarebbe stata affidata alla legge. Ora la legge erano poche parole pronunciate in mezzo a un campo, e fatte valere dalle armi.
Le sue parole non erano state dirette a nessuno in particolare. Mentre guardava Ann e Mary, sentì la pistola di Roger sparare un colpo, poi un secondo. Nell’aria si alzò un rantolo di agonia. In quel momento Ann gridò: — Roger!
Roger si girò verso la donna. Ann fece adagiare delicatamente Mary a terra e si alzò. Mosse qualche passo stringendo i denti, e John le andò accanto per aiutarla. Aveva ancora il mitra appeso alla spalla, e cercò di impedire alla moglie di prenderlo. Ma lei lo stringeva ormai tra le mani.