Due degli uomini erano già morti. L’unico ancora in vita era quello con la ferita alla gamba. Ann gli andò vicino, e l’uomo alzò lo sguardo. John vide la faccia tormentata del ferito accendersi di un barlume di speranza. — Mi spiace, signora. Mi spiace molto.
Parlava con un forte accento dello Yorkshire. John si ricordò che nel suo plotone, in Nord Africa, aveva avuto un autista che parlava con lo stesso accento. Era un simpatico ragazzo che era morto a Biserta.
Ann puntò il mitra, e l’uomo cominciò a gridare: — No, signora, no! Ho dei bambini…
— Non lo faccio per me — disse Ann con voce atona. — Lo faccio per mia figlia. Quando stavate… Ho giurato a me stessa che vi avrei ucciso, se ne avessi avuto la possibilità.
— No! Non può farlo! È omicidio!
Lei trovò qualche difficoltà a togliere la sicura. L’uomo rimase a fissarla incredulo, e la stava ancora guardando quando le pallottole cominciarono a trapassargli il corpo. Gridò una volta, poi cadde riverso. Ann continuò a sparare fino all’ultimo colpo del caricatore. Poi tornò il silenzio, rotto soltanto dai singhiozzi di Mary.
— Ha fatto bene, signora Custance — disse Pirrie, calmo. — Adesso si metta seduta tranquilla, finché non avremo tolto la macchina da questo campo.
— Ci penso io — disse Roger.
Salì sulla Vauxhall e iniziò la marcia indietro. Una ruota passò sul cadavere di uno degli uomini. Roger superò lo squarcio nella siepe e raggiunse la strada.
— Venite — gridò.
John prese in braccio la figlia e la portò fino alla macchina. Pirrie aiutò Ann a reggersi in piedi. Quando le due donne furono in macchina, Pirrie premette il clacson varie volte. Poi scese di nuovo, dicendo a John: — Vada avanti lei. È meglio allontanarci alla svelta, nel caso che gli spari abbiano attirato l’attenzione di qualcuno. Olivia si occuperà di loro.
John indicò il campo.
— E quelli?
Attraverso lo squarcio si vedevano i corpi dei tre uomini. Uno sciame di mosche gli volava sopra.
Roger lo guardò sorpreso. — Cosa vorresti dire?
— Non li seppelliamo?
Pirrie scoppiò in una risata secca. — Temo che non ci sia tempo per le opere di misericordia corporale.
La Ford li raggiunse; Olivia smontò e andò subito accanto ad Ann e Mary. Pirrie si mise al volante della Ford.
— È inutile seppellirli — disse Roger. — Perderemmo solo tempo. Cerchiamo di superare in fretta Tadcaster.
John fece un cenno affermativo.
— Io rimango in coda — disse Pirrie.
— Benissimo — rispose Roger. — Muoviamoci.
7
Tadcaster era nervosa, come una città di confine mezzo spaventata e mezzo eccitata nell’attesa di un assalto. Fecero il pieno di benzina, e il proprietario del distributore guardò il denaro quasi considerandone l’ammontare. Presero anche un giornale. Era una copia dello “Yorkshire Evening Press”. Costava 3 scellini, ma il prezzo era stato alzato a 6 senza una scusa plausibile. Le notizie del giornale erano identiche a quelle trasmesse dalla radio. La solennità delle dichiarazioni ufficiali per la stampa nascondeva a malapena un senso di paura.
Lasciata Tadcaster si fermarono in una strada di campagna, poco lontano dalla statale. In città avevano anche fatto riempire i thermos con bevande calde. Per mangiare ricorsero ai viveri che si erano portati da Londra. Mary sembrava essersi ripresa. Bevve una tazza di tè e mangio qualche boccone di carne in scatola. Ann non volle né mangiare né bere. Rimase seduta in un silenzio insondabile; se fosse di dolore, o di vergogna, o se meditasse sulla sua amara vendetta, John non riuscì a capirlo. Cercò di farla parlare, ma Olivia, che le era rimasta sempre accanto, gli fece cenno di tacere.
La Citroën e la Vauxhall si erano fermate una accanto all’altra, e occupavano l’intera carreggiata. La radio trasmetteva una conferenza sull’architettura di Moorish. Proprio il genere di cose adatte a parodiare la vantata flemma britannica. Forse avevano scelto la trasmissione proprio per sottolineare la loro calma, ma la situazione, pensò John, non era di quelle che si risolvono coi trucchetti.
Poi la radio s’interruppe di colpo. Il primo pensiero fu che si fosse guastata. Roger fece un cenno a John, e John accese la radio della sua macchina. Silenzio assoluto.
— Ci dev’essere un problema ai trasmettitori — disse Roger. — Io ho ancora fame. Comandante, pensi che si possa rischiare l’apertura di un’altra scatola di carne?
— Potremmo anche farlo — disse John. — Preferirei comunque uscire prima dal West Riding.
— Hai ragione. Per il momento stringo la cintura di un altro buco.
L’annunciatore riprese improvvisamente a parlare, e, con i due apparecchi accesi, la voce parve altissima. L’accento non era certo quello che ci si poteva aspettare da uno speaker della BBC. Aveva una forte cadenza dialettale; la sua voce esprimeva rabbia, e paura, anche.
“Qui parla il Comitato cittadino di salute pubblica della città di Londra. Abbiamo occupato le stazioni della BBC. Rimanete in ascolto. Tra poco trasmetteremo un comunicato speciale. Restate in ascolto.”
— Ah — fece Roger. — Un Comitato cittadino di salute pubblica! Chi diavolo si può permettere di sprecare energie giocando alla rivoluzione in tempi come questi?
Dall’altra macchina Olivia lo guardò con un’espressione di rimprovero.
— Non ti preoccupare per i ragazzi — disse allora Roger. — Per quanto abbiano imparato a stare a tavola perfettamente, finiranno tutti col coltivare patate.
Alla radio venne trasmesso il segnale d’intervallo. Un concerto, alquanto fuori luogo, di campane a festa. Ann alzò lo sguardo, e John riuscì a guardarla negli occhi. Quel suono di campane li riportava indietro negli anni, alla fanciullezza… e per un attimo si risentirono ragazzi innocenti, in un mondo prospero e beato.
— Non sarà sempre così — disse a voce bassa, in modo che la potesse sentire soltanto lei.
Ann lo guardò con indifferenza. — Lo pensi davvero? — domandò.
La nuova voce alla radio aveva un tono da speaker ufficiale, ma con poca esperienza col microfono.
“Qui Londra. Trasmettiamo il primo bollettino del Comitato cittadino di salute pubblica. Il Comitato, in seguito a un tradimento senza precedenti da parte del primo ministro Raymond Welling, ha assunto il comando a Londra e sull’intera nazione. Abbiamo le prove inconfutabili che l’ex primo ministro, il cui dovere sarebbe stato quello di proteggere i cittadini, aveva preparato dei piani per un genocidio. Ecco i fatti. La situazione alimentare del paese è disperata. D’oltreoceano non ci verranno più mandati né grano né carne né viveri di altro genere. Non abbiamo niente da mangiare, tranne quello che sarà possibile ricavare dal terreno o pescare nei mari. La ragione è semplice: il virus coltivato per distruggere il Chung-Li è risultato inefficace. Conosciuta la situazione, Welling ha elaborato un piano che è stato approvato dalla Camera. Per questo motivo, tutti i deputati condividono con lui le responsabilità. Welling si è fatto eleggere allo scopo di mettere in atto il suo piano, che consisteva in questo: aerei della Air Force avrebbero sganciato bombe atomiche e all’idrogeno sulle più grandi città inglesi. Avevano calcolato che, eliminando metà popolazione, si sarebbe potuta assicurare la sopravvivenza agli altri.”
— Maledizione! — disse Roger. — Non si sono limitati a far saltare un petardo, questo è il Vesuvio.
“I londinesi” continuò la voce “si rifiutano di credere che dei nostri compatrioti si prestino a compiere lo sterminio di massa pianificato da Welling. Facciamo appello alla Air Force, che in passato ha validamente difeso la città contro i nemici, affinché non si macchi di sangue innocente. Un simile delitto coprirebbe d’infamia non solo quelli che l’hanno commesso, ma anche i figli dei loro figli. Sappiamo che Welling e i suoi complici hanno cercato rifugio in una base della Air Force. Chiediamo ai militari di arrestarli e consegnarli alla giustizia del popolo. Invitiamo i cittadini a mantenere la calma e a rimanere ai loro posti. Le restrizioni imposte da Welling sui trasporti non hanno più valore, tuttavia preghiamo vivamente tutti di non fuggire in preda al panico dalle città. Il Comitato di salute pubblica ha dato disposizioni per la raccolta di patate, pesce, e di ogni altro genere di viveri da trasportare a Londra, dove verranno equamente razionati e distribuiti. Se la nazione riuscirà a ritrovare lo spirito di Dunkerque, supereremo ogni difficoltà. Ci aspettano tempi duri, ma possiamo farcela.”