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— Così finisce la democrazia — fece Roger. — Avrei dovuto capirlo fin dall’inizio. Be’, dove andiamo adesso?

— In nessun posto fino a domani mattina. Per prima cosa, abbiamo tutti bisogno di una notte di riposo, e in secondo luogo non ha senso girare al buio in una regione che non conosciamo. Faremo dei turni di un’ora di guardia a testa. Comincio io. Poi, in ordine, Roger, Pirrie, Millicent, Olivia… — ebbe un attimo di esitazione — e Ann. Sei ore di sosta saranno più che sufficienti. Poi andremo a cercare qualcosa per fare colazione.

L’aria era calda, e immobile.

— Ringrazio ancora una volta Dio che non sia inverno — disse Roger. Poi chiamò i tre ragazzi. — Venite, accoccoliamoci vicini.

Lo spiazzo si stendeva poco sotto la cresta della collina. John raggiunse la vetta e si mise a sedere. In basso la brughiera si stendeva verso ovest. Presto sarebbe spuntata la luna. La sua luce aveva già cominciato a rinforzare il bagliore delle stelle.

Chissà quanto sarebbe durato ancora il bel tempo. Ebbe quasi voglia di pregare, e anche di sacrificare qualcosa agli dèi della brughiera per placare la loro collera. Guardò i tre ragazzi distesi a terra, rannicchiati tra Roger e Olivia. Forse sarebbero riusciti a ricominciare; loro, o i loro figli.

Questi pensieri gli lasciarono una sensazione di stanchezza interiore, come se il suo vecchio io del passato, il suo io civile, lo sfidasse a giustificare il presente. Quando si scende sotto un certo livello, vale la pena di continuare a vivere? Aveva vissuto in un mondo che aveva impiegato quasi quattromila anni a costruirsi e, nel giro di un giorno, tutto era crollato.

O c’era ancora qualcuno che riusciva a resistere, e parlava ancora il linguaggio dell’amore mentre tutto intorno si affermava Babele? Se c’erano, pensò, dovevano morire, insieme ai loro figli, come erano morti i loro predecessori, molti anni prima, nelle arene di Roma. Per un attimo pensò che sarebbe stato bello avere una fede così e morire per essa. Poi guardò il piccolo gruppo addormentato. Erano persone che lui doveva guidare, e John capì che la loro vita significava per lui molto più di quanto avrebbe potuto significare la loro morte.

Si alzò e raggiunse in silenzio il punto in cui Ann si era coricata con Mary tra le braccia. Mary dormiva, ma alla debole luce della luna vide che Ann aveva gli occhi spalancati.

La chiamò a voce bassa.

La donna non rispose. Non mosse neanche lo sguardo. Dopo un attimo John tornò in cima alla collina.

Molti avrebbero scelto di morire piuttosto che di continuare a vivere in quelle condizioni. Ne era sicuro. E questo pensiero gli diede forza.

8

Durante il suo turno di guardia, Millicent aveva notato due o tre lampi lontani, verso sud, e molto dopo le erano giunti all’orecchio dei boati. Potevano essere state esplosioni di bombe. Ma la questione non aveva molta importanza. Con tutta probabilità non avrebbero mai saputo la vera storia di quello che era capitato agli abitanti delle grandi città. E in ogni caso, il problema non li riguardava più.

Ripresero la marcia alle prime luci del giorno. L’aria era fresca, ma si prevedeva un’altra giornata molto calda. John aveva deciso di attraversare la brughiera di Masham e raggiungere Coverdale. Da lì avrebbero preso una strada secondaria che tagliava per la brughiera di Carlton, per poi puntare a nord verso Wensleydale e raggiungere il Westmorland. Videro una fattoria, poco lontano dal punto in cui avevano dormito, e Roger propose subito di fermarsi a fare razzia. Ma John scartò l’idea perché erano ancora troppo vicini a Masham. Non potevano sapere fino a che distanza gli abitanti della città si fossero proposti di difendere la loro zona. Il rumore degli spari avrebbe potuto richiamare degli uomini armati.

Si tennero quindi lontani dalle abitazioni, camminando in mezzo ai campi, o mantenendosi al riparo delle siepi e dei muriccioli che delimitavano le proprietà. Verso le sei e mezzo raggiunsero la statale a nord di Masham. Il sole aveva già cominciato a riscaldare l’aria. I ragazzi erano allegri ed esuberanti, e John fu costretto ad ammonirli di non sprecare energie in corse inutili. Sembravano un gruppo di turisti a passeggio per la campagna. Solo Ann continuava a tacere, chiusa in se stessa.

Millicent ne parlò con John quando lui si trovò a camminarle accanto mentre attraversavano un terreno sassoso.

— Ann non dovrebbe prendersela tanto a cuore, Johnny. Sono cose che possono capitare.

John le lanciò un’occhiata. La caratteristica principale di Millicent era la compostezza elegante. In quel momento sembrava che stesse facendo una normale passeggiata in campagna. Pirrie, con il fucile sotto il braccio, camminava a circa quindici metri davanti a loro.

— Non credo che si preoccupi tanto per quello che è successo — disse John. — È quello che ha fatto lei dopo, che la tortura.

— Proprio ciò che intendevo, dicendo che sono cose che possono capitare — fece Millicent. Poi guardò John con ammirazione. — Mi è piaciuto come ti sei comportato ieri sera. Voglio dire… con calma, senza commettere errori. Mi piace l’uomo che sa ciò che vuole, e riesce a ottenerlo.

A giudicare dalla faccia, pensò John, Millicent doveva avere molto più di vent’anni meno di Pirrie. Aveva una figura sottile e slanciata. I loro sguardi s’incontrarono, e lei gli sorrise. In quel sorriso John lesse qualcosa che lo fece tremare.

— Qualcuno doveva pur prendere delle decisioni — disse.

— In un primo tempo ho pensato che tu non fossi il tipo adatto a comandare, poi, ieri sera, mi sono dovuta ricredere.

Non era l’evidente desiderio della donna che lo aveva scosso, pensò John, ma il fatto che glielo avesse fatto capire in quel momento. Pirrie, lui ne ebbe la certezza, doveva essere cornuto da parecchio tempo. Ma prima era successo a Londra, in quella tana pullulante di esseri umani, dove l’indulgenza per un atto di libidine in più era normale. Lì, invece, dove i rapporti tra loro erano allo scoperto come la brughiera che stavano attraversando, il fatto acquistava tutta un’altra importanza. Forse era risorto il codice morale per cui il capo poteva scegliere le donne a suo gradimento. Ma quel vecchio modo di ammiccare, di toccare con il gomito e di alludere erano morti come le conferenze e le serate a teatro… morti, senza possibilità di resurrezione. Lo shock provocatogli dal fatto che Millicent non se ne fosse resa conto, fu la prova di quanto la sua mente si fosse adattata al nuovo stato di cose.

— Va’ a prendere la sacchetta di Olivia — disse asciutto. — Lei l’ha già portata abbastanza.

Millicent inarcò le sopracciglia. — Agli ordini, Grande Capo. Parla, e io obbedisco.

Nelle vicinanze di Witton Moor trovarono quello che John stava cercando: una piccola fattoria isolata. Sorgeva su un’altura, ed era circondata da campi di patate. Dal camino usciva fumo. Per un attimo John rimase perplesso, poi si rese conto che in un luogo isolato come quello con tutta probabilità dovevano accendere il camino anche in piena estate, per preparare da mangiare. Diede le istruzioni a Pirrie. Pirrie approvò con un cenno, e si fregò il naso con tre dita della mano destra. John ricordò di avergli visto fare lo stesso gesto prima di andare a uccidere i tre uomini che avevano rapito Ann e Mary.

John e Roger si avviarono verso la fattoria. Non fecero nessun tentativo per tenersi nascosti, e avanzarono lentamente, quasi girassero da quelle parti per pura curiosità. John vide muoversi la tenda di una finestra della facciata. Fu l’unico segno che qualcuno li stesse osservando. Un vecchio cane si scaldava al sole, contro il muro della casa. Sotto i loro piedi scricchiolavano i sassi del vialetto: un rumore familiare.

Sulla porta c’era un batacchio a forma di testa d’ariete. John lo sollevò e lo fece ricadere con forza. Quando sentirono un rumore di passi che si avvicinavano alla porta, i due uomini si spostarono un po’ sulla destra.