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L’uomo che spalancò la porta fu costretto ad avanzare fin sulla soglia per vedere in faccia chi aveva bussato. Era grande e grosso, con piccoli occhi freddi nel viso arso dal sole. John vide con soddisfazione che aveva in mano un fucile.

— Che cosa volete? Non abbiamo niente da vendere, se è da mangiare che state cercando — disse.

Era ancora troppo dentro la casa.

— Grazie — disse John — ma non siamo a corto di viveri. Abbiamo qualcosa che forse vi può interessare.

— Tenetevela — disse l’uomo sulla soglia. — Tenetevela, e toglietevi dai piedi.

— In questo caso…

John fece un balzo in avanti e si appiattì contro la casa, alla destra della porta, fuori dalla vista del contadino.

L’uomo reagì all’istante. — Se è una pallottola in corpo che volete… — Fece un passo avanti sollevando il fucile e portando il dito al grilletto.

Si sentì uno sparo, e il contadino si piegò in due, come una bambola rotta, e cadde in avanti. Il dito ebbe una contrazione sul grilletto, e il colpo esplose contro la parete della casa. Il vecchio cane si alzò per abbaiare rauco al sole. Una voce gridò qualcosa dall’interno, poi ci fu di nuovo silenzio.

John prese il fucile da sotto il corpo del contadino. Una canna era ancora carica. Fece un cenno a Roger, scavalcò l’uomo, morto o moribondo, ed entrò in casa. La porta si apriva direttamente su una grande stanza di soggiorno. Il locale era in penombra, John diresse subito lo sguardo alle porte che davano accesso alle altre stanze, e alla scala d’angolo che portava al piano superiore. Passarono alcuni secondi prima che John si accorgesse della donna ferma nell’ombra accanto alla scala.

Era altissima e secca. Li stava guardando attentamente, e stringeva in mano un fucile. Roger la vide quasi nello stesso istante. Gridò: — Attento, Johnny!

La mano della donna si mosse lungo il calcio del fucile, ma anche John fece lo stesso movimento. Tra le pareti della stanza il fragore della detonazione fu molto più assordante. La donna rimase in piedi per qualche istante, poi si afferrò alla ringhiera alla sua sinistra e scivolò a terra. Cominciò a gridare nell’attimo in cui toccò il pavimento, poi il grido diventò un lamento strozzato.

— Mio Dio! — balbettò Roger.

— Non startene lì impalato — disse John. — Muoviti. Prendi quel fucile e comincia a frugare per la casa. Siamo stati fortunati due volte, ma potremmo non esserlo una terza.

Guardò Roger che toglieva con una certa esitazione il fucile dalle mani della donna che continuava a gemere. — La sua faccia…

— Tu fruga al pianterreno — disse John. — Io vado di sopra.

Perquisì rapidamente le stanze del primo piano, aprendo le porte con un calcio Fu solo verso la fine della sua perlustrazione che si ricordò di aver dimenticato qualcosa: aveva sparato la seconda cartuccia e, finché non avesse ricaricato il fucile, era virtualmente disarmato. Rimaneva una sola stanza. Ebbe un attimo di esitazione, poi diede un calcio alla porta.

Era una piccola stanza. Una ragazza sui quindici anni sedeva sul letto. Fissò John con occhi terrorizzati.

— I colpi di… — balbettò. — Dove sono mamma e papà? Cos’è successo? Non li avrà…

— Non ti muovere da questa stanza — ordinò John seccamente.

C’era una chiave nella serratura. John uscì e chiuse la porta a chiave. La donna al piano terreno stava ancora gemendo, ma più debolmente. Roger le si era fermato accanto e la stava guardando come se fosse ipnotizzato.

— Allora? — domandò John.

Roger alzò lentamente la testa.

— Tutto a posto. Non c’è nessun altro. — Tornò a guardare la donna. — La colazione è sul fuoco.

Pirrie comparve silenziosamente sulla soglia. Abbassò il fucile non appena ebbe visto la scena.

— Missione compiuta — commentò. — Aveva anche lei un fucile? Altro, in casa?

— Fucili o persone? — domandò John. — Di sopra non ho visto armi. Tu, Rodge?

— No — disse Roger continuando a guardare la donna.

— Di sopra c’è una ragazza. La figlia. L’ho chiusa in camera.

— E lei? — domandò Pirrie, indicando con la punta del piede la donna che rantolava.

— Ha ricevuto il colpo… in piena feccia — disse Roger. — Da pochi metri di distanza.

— In questo caso… — Pirrie si girò verso John e batté la mano sul calcio del fucile. — Se lei è d’accordo.

Roger vide John fare un cenno affermativo. Pirrie avanzò col suo solito passo tranquillo verso la donna. Mentre puntava il fucile disse: — Una pistola sarebbe stata più adatta per un lavoro del genere. — Il fucile sparò e la donna smise di gemere. — Tra l’altro non mi piace sprecare munizioni per cose non strettamente necessarie. È poco probabile che si riesca a trovare questo tipo di pallottole. Da queste parti usano tutti fucili a cartuccia.

— Non è stato neanche un cattivo affare… — disse John. — Due fucili da caccia, e forse un certo numero di cartucce, in cambio di due pallottole.

Pirrie sorrise. — Mi perdonerà se considero due pallottole delle mie più preziose di mezza dozzina di cartucce. Comunque non è andata troppo male. Posso chiamare gli altri?

— Sì — disse John.

Forzando la voce, Roger chiese: — Non sarebbe meglio togliere di mezzo i cadaveri prima che arrivino i ragazzi?

— Hai ragione. — Scavalcò il corpo della donna. — Di solito c’è un ripostiglio sotto le scale… Sì, eccolo. Mettiamoli qua dentro. No, aspettate un momento. Qui ci sono le cartucce. Lasciatemele prendere. — Perlustrò ogni angolo del sottoscala. — Non mi sembra che ci sia altro. Mettetela dentro.

Per trasportare il cadavere del contadino dalla soglia al ripostiglio dovettero unire tutti i loro sforzi. Poi John uscì e agitò un braccio. La giornata era bellissima, e sembrava anche fresca, ora che il vento aveva portato lontano l’odore della polvere da sparo. Il cane si era nuovamente accucciato contro il muro. Era vecchissimo, e forse anche cieco. Un cane da guardia che continua a vivere quando è nell’impossibilità di fare la guardia diventa una cosa inutile. Ma non molto più inutile, pensò, di quei milioni di ciechi che loro stavano precedendo. Abbassò il fucile. Non valeva la pena di sprecare una cartuccia.

Le donne e i ragazzi salirono il pendio della collina. L’aria da picnic era scomparsa. I ragazzi venivano avanti in silenzio, senza correre. Davey si avvicinò a John.

— Avete dovuto sparare?

John guardò il figlio negli occhi. — Dobbiamo combattere per ottenere ciò che vogliamo. Dobbiamo lottare per vivere. Dovrai imparare.

— Li hai uccisi?

— Sì.

— Dove li hai messi?

— Li abbiamo nascosti. Adesso entra. Faremo colazione.

C’era una macchia di sangue sulla soglia, e una macchia di sangue nel punto in cui la donna era caduta. Davey guardò, ma non disse niente.

Quando tutti furono in soggiorno, John disse: — Non dobbiamo fermarci a lungo. Le donne possono preparare la colazione. In cucina ci sono delle uova e un pezzo di prosciutto. Prendete tutto. Roger, Pirrie e io cercheremo se c’è qualcos’altro da portar via.

— Vi posso aiutare? — domandò Spooks.

— No. Voi ragazzi state tranquilli e cercate di riposare. Ci aspetta una giornata faticosa.

Olivia rimase a guardare, come aveva già fatto Davey, le macchie di sangue sul pavimento.

— C’erano soltanto… due persone?

— Di sopra c’è una ragazza — disse John. — La figlia. L’ho chiusa in camera.

Olivia si avviò verso la scala.

— Dev’essere terrorizzata! — disse, poi l’occhiata di John la fermò.

— Ho già detto che non abbiamo tempo da perdere in cose inutili. Guardate se c’è qualcosa che ci può servire, e non pensate ad altro.