“… frammentarie, ma tutto indica che l’Europa occidentale abbia cessato di esistere come parte del mondo civile.”
L’accento era americano.
— La bandiera a stelle e strisce sventola ancora — disse John a bassa voce.
“Numerosi aerei” continuò lo speaker “sono atterrati ieri sera in diversi aeroporti degli Stati Uniti e del Canada. Per ordine del presidente, a tutti coloro che si trovavano a bordo è stato accordato asilo. Il presidente francese e alcuni membri del suo governo, e le famiglie reali del Belgio e dell’Olanda, sono tra quelli che hanno cercato ospitalità nel nostro paese. Ci riferiscono da Halifax, Nuova Scozia, che la famiglia reale britannica e membri del governo inglese sono arrivati in quella località senza incidenti. La comunicazione informa anche che, secondo il primo ministro britannico Raymond Welling, il rapido crollo della nazione è in gran parte dovuto al diffondersi della voce secondo cui tutti i maggiori centri abitati stavano per essere distrutti con le bombe atomiche, per offrire maggiori garanzie di salvezza a quelli che sarebbero sopravvissuti. Voci, afferma Welling, assolutamente prive di fondamento, ma che tuttavia sono riuscite a creare il panico. Quando gli è stato detto che la Commissione per l’energia atomica aveva registrato nelle ultime ore diverse esplosioni nucleari in Europa, Welling ha risposto di non saperne niente, ma di ritenere possibile che elementi isolati dell’Air Force abbiano adottato misure estreme nella speranza di riconquistare il controllo della situazione.”
— Così — commentò Roger — gli sono sfuggite le redini di mano, ha lasciato perdere tutto, e ha tagliato la corda.
— Resterà un mistero insoluto — fece John.
La voce dell’annunciatore continuò: “Il seguente comunicato, firmato dal presidente, è stato diramato a Washington alle ore 9 di questa sera: ‘È da prevedere che la nostra nazione finirà col piangere la ricaduta nella barbarie dell’Europa, culla della civiltà occidentale. Non possiamo non essere addolorati e scossi per quanto succede dall’altra parte dell’Atlantico. Tuttavia questo non significa che ci sia pericolo di una identica catastrofe sul nostro continente. Le nostre riserve alimentari sono considerevoli, e, per quanto sia probabile che dal prossimo mese venga adottato un sistema di razionamento, ci sarà sempre cibo a sufficienza per tutti. Col tempo riusciremo a sconfiggere il virus di Chung-Li e a ritornare alla normalità. Fino a quel giorno, spetta a noi preservare, entro i confini del nostro paese, il retaggio della civiltà’.”
— Incoraggiante — fece John con amarezza.
Si girò per guardare Olivia e la ragazza che scendevano le scale. Vestita, la ragazza dimostrava due o tre anni più di Mary. Era una semplice ragazza di campagna, più florida che bella. Guardò le macchie sul pavimento ma non parlò.
— Questa è Jane — disse Olivia. — Viene con noi.
— Bene. Possiamo andare.
La ragazza si rivolse a Olivia. — Potrei… vederli per un’ultima volta?
Olivia ebbe un attimo di esitazione. John pensò ai due cadaveri, buttati uno sopra l’altro.
— No — disse brusco. — Non servirebbe né a te né a loro. E non c’è tempo da perdere.
Pensò che Jane avrebbe protestato, ma quando Olivia la spinse con dolcezza verso la porta, lei si avviò. Si fermò un attimo per guardare un’ultima volta la stanza, poi uscì.
— Andiamo — fece John.
— Ancora una cosa — disse Pirrie.
La voce della radio stava ancora parlando. L’annunciatore leggeva alcune nuove sanzioni contro gli accaparratori di viveri. Pirrie si avvicinò alla credenza e con un movimento secco fece cadere a terra la radio. L’apparecchio si ruppe con uno schianto. Pirrie cominciò a calpestare i pezzi che si erano sparsi sul pavimento. Poi batté con il tacco il groviglio di metallo, fili e frammenti di vetro, fino a ridurre il tutto in piccoli frammenti. Infine sfilò con attenzione il piede dalle macerie e raggiunse gli altri.
Il viaggio, data la presenza dei ragazzi, richiedeva marce brevi. John calcolò che avrebbero impiegato tre giorni. Il primo giorno per uscire dal Wensleydale, il secondo per attraversare la brughiera e arrivare a nord di Sedbergh, e il terzo, finalmente, per raggiungere Blind Gill. Sarebbe stato necessario tenersi nelle vicinanze delle strade principali, con la speranza di poterle percorrere per lunghi tratti. Era poco probabile incontrare ancora traffico. L’esempio di Masham doveva essere stato seguito da quasi tutte le città del North Riding; le automobili dovevano essere scomparse prima ancora di aver potuto raggiungere il Dale.
— Ci potremmo impadronire di biciclette — propose Roger mentre costeggiavano un bosco, diretti verso Coverham. — Che ne dici?
John scosse la testa. — Torneremmo a essere vulnerabili. E dovremmo trovare undici biciclette tutte insieme… altrimenti significherebbe portare qualcuno in canna, o dividere il gruppo.
— E questo non vuoi farlo.
— No.
— Sono felice che Olivia sia riuscita a convincere la ragazza a venire con noi — disse Roger. — Sarebbe stato triste pensarla sola in quella casa.
— Stai diventando sentimentale, Rodge.
— No. — Roger si fermò un attimo per sistemare meglio lo zaino. — Sei tu che ti stai indurendo. Immagino che sia un bene.
— Immagini soltanto?
— No. Hai ragione, Johnny. Deve essere così. Ce la faremo?
— Sì, ce la faremo.
Le case sul loro cammino avevano le porte chiuse e le finestre sbarrate. Se qualcuno continuava ad abitarvi, non dava però segno di vita. Videro meno gente di quanto sarebbe stato normale incontrarne in quella regione, e quando incrociavano altri gruppi, nessuno faceva il tentativo di scambiare qualche parola. Di solito la gente che incontravano cedeva loro il passo perché erano più numerosi. Due sole volte incontrarono gruppi più o meno simili al loro. Il primo era formato da cinque adulti e due bambini piccoli che dovevano essere portati in braccio. I due gruppi si fermarono a guardarsi da lontano, poi ripresero ognuno la propria strada.
Il secondo comprendeva una dozzina di persone, tutte adulte, in possesso di parecchi fucili. L’incontro avvenne durante il pomeriggio, pochi chilometri a est di Aysgarth. Evidentemente gli altri erano diretti a sud, verso Bishopdale. Si fermarono in mezzo alla strada a osservare l’avvicinarsi di John e dei suoi compagni.
Quando fu a una ventina di metri dagli altri, John fece cenno ai suoi di fermarsi. I due gruppi si scrutarono per qualche secondo, poi uno degli uomini che avevano di fronte domandò: — Da dove venite?
— Da Londra.
Seguì un mormorio di curiosità ostile.
— Da queste parti c’è già poco per quelli che ci vivono — disse il capo — senza che arrivino anche i londinesi a depredare.
John non rispose. Si limitò a sollevare il fucile. Roger e Pirrie fecero altrettanto, in silenzio.
— Dove siete diretti? — domandò l’altro.
— Vogliamo attraversare le brughiere e raggiungere il Westmorland.
— Non troverete più di quanto c’è qui. — Guardò i fucili con un luccicore negli occhi. — Se sapete usare le armi, potreste unirvi a noi.
— Le sappiamo usare — disse John — ma preferiamo starcene per conto nostro.
— In questi giorni la sicurezza sta nel numero.
John non rispose.
— Sarà più sicuro anche per i ragazzi.
— Li sappiamo proteggere — disse John.
L’uomo si strinse nelle spalle. Fece un cenno al suo gruppo di riprendere il cammino, e tutti si rimisero in marcia. Ma all’ultimo momento, il capo tornò a girarsi. — Ehi, mister, cosa dicono gli ultimi notiziari? — chiese.