I due uomini, come le loro donne, avevano un aspetto trasandato e parevano in pessime condizioni. Uno dei due doveva aver superato di parecchio i cinquant’anni; l’altro, benché fosse più giovane, era alquanto gracile.
— Credo che non abbiano niente di utile per noi — disse Pirrie.
Lui, Roger e John si erano fermati sul ciglio della strada, con le armi in mano. Le donne e i bambini si erano andati a sedere su un muricciuolo di pietre poco lontano.
John scosse la testa. — Infatti. Al massimo il bambino potrebbe avere una pistola ad acqua.
Il gruppo in avvicinamento si fermò quando vide i tre uomini fermi in cima alla collina. Ma dopo qualche mormorio e una rapida occhiata verso la valle in fiamme, ripresero il cammino, con un’espressione più evidentemente impaurita. L’uomo più anziano apriva la marcia, cercando di sembrare disinvolto, ma senza molto successo. La bambina cominciò a piangere, e una delle donne le diede uno strattone, terrorizzato e furtivo, quasi temesse che il pianto potesse tradire la loro presenza.
Mentre passavano davanti a loro in silenzio, John pensò a quanto naturale sarebbe stato, solo pochi giorni prima, lo scambio di un saluto. E quanto innaturale sarebbe apparso in quel momento.
— Fin dove pensi che possano arrivare? — chiese Roger.
— Non so. Forse fino al Wensleydale. Possono anche sopravvivere una settimana, se sono fortunati.
— Fortunati? O sfortunati?
— Già… Sfortunati, immagino.
— Sembra che abbiano intenzione di tornare indietro — disse Pirrie.
John si voltò. Quelli dell’altro gruppo avevano percorso circa cento metri, poi erano tornati sui propri passi, sempre spingendo le carrozzine. Adesso la pioggia li investiva in faccia, anziché alle spalle. L’impermeabile della bambina si slacciava al collo, e lei cercava di tenerlo chiuso, ma senza riuscirci.
Si fermarono a pochi passi da loro. Fu l’uomo più anziano a parlare. — Ci siamo detti che forse state aspettando qualcosa… e che forse vi possiamo dare qualche informazione utile.
John lo scrutò. Un operaio, probabilmente. Il tipo d’uomo che lavora fedelmente e senza spirito d’iniziativa per tutta la vita. Da solo, in quel momento, aveva pochissime probabilità di sopravvivere. La sua unica possibilità consisteva nell’unirsi a qualche piccolo capobanda disposto a sorvolare sulla sua scarsa utilità e ad accontentarsi della sua devozione. Ma con le persone di cui si era circondato, anche quell’opportunità sfumava.
— No — disse John — non ci servono informazioni.
— Noi attraversiamo i Pennines — continuò l’uomo. — Abbiamo pensato che sul versante opposto la situazione deve essere più tranquilla. Forse troveremo lungo la strada una fattoria dove ci facciano lavorare in cambio di un po’ di cibo. Non domandiamo molto.
Qualche mese prima, con tutta probabilità, il suo massimo sogno doveva essere quello di fare tredici al totocalcio. Le probabilità di allora erano pari a quelle che aveva adesso di realizzare la nuova speranza. John guardò le quattro donne. Una soltanto era sufficientemente giovane da poter sperare di sopravvivere per meriti erotici; la gioventù era però la sua unica dote fisica. I due bambini si accostarono al muretto su cui Ann e gli altri si erano messi a sedere. Il ragazzo non aveva scarpe, ma un paio di pantofole zuppe d’acqua.
— Allora vi conviene continuare — disse John.
— Pensate che sia possibile trovare il posto che cerchiamo? — domandò ancora l’uomo.
— È probabile.
— Questa situazione non durerà molto, vero? — chiese una delle donne.
Roger girò lo sguardo verso la vallata. — Durerà fino a quando questo inferno non sarà cessato.
— Dove pensate di andare? — domandò l’altro. — Volete raggiungere anche voi lo Yorkshire?
— No — disse John. — L’abbiamo appena lasciato.
— A noi non interessa andare da una parte piuttosto che da un’altra. Abbiamo soltanto pensato che oltre i Pennines la situazione fosse più tranquilla.
— Sì. Può darsi che sia così.
— Mio padre — disse la madre dei due bambini — vuol dire che… ecco, non potremmo fare la vostra stessa strada? Saremmo in parecchi, nel caso che si incontrassero delle difficoltà. Ecco… anche voi state cercando un posto tranquillo. Voi siete gente per bene. Non come quelli che saccheggiano la città. La gente per bene dovrebbe unirsi, in momenti come questi.
— Ci sono cinquanta milioni di persone in Inghilterra — disse John. — Probabilmente quarantanove milioni sono gente per bene, e cercano un posto tranquillo. Solo che non ci sono abbastanza posti tranquilli da accontentare tutti.
— Ecco perché la gente farebbe bene a unirsi. La gente rispettabile, intendo.
— Da quanto tempo siete in cammino? — chiese John.
La donna lo guardò, perplessa. — Siamo partiti questa mattina… Abbiamo visto le case di Sedbergh in fiamme, e che stavano bruciando la fattoria dei Follin, a cinque chilometri dal villaggio.
— Noi siamo in marcia da tre giorni. Non siamo più gente rispettabile. Abbiamo ucciso delle persone, e possiamo ucciderne altre. Vi conviene continuare da soli, come facciamo noi.
Lo fissarono senza parlare, poi l’uomo anziano disse: — Forse ci siete stati costretti. Penso che un uomo debba salvare la sua famiglia e se stesso in qualsiasi modo. Durante la Prima guerra mondiale ho ucciso anch’io, eppure i crucchi non avevano né incendiato Sedbergh, né bruciato la fattoria dei Follin. Dovevo fare certe cose, e le ho fatte.
John non rispose. Vicino al muro i due ragazzi si erano messi a giocare con gli altri. Salivano, scendevano, e camminavano sul muretto in una complicata specie di corsa a ostacoli. Ann vide che John la guardava, e si alzò per andargli vicino.
— Possiamo venire con voi? — domandò il vecchio. — Faremo quello che direte voi… anche uccidere, se è necessario. E possiamo aiutarvi in tutti gli altri lavori. Non ci importa da che parte andate, per noi è lo stesso. A parte il periodo che ho trascorso nell’esercito, ho vissuto sempre a Carbeck. Ora che ho dovuto lasciarla, non ha importanza se vado di qua o di là.
— Quanti fucili avete? — domandò John.
L’uomo scosse la testa. — Nemmeno uno.
— Noi ne abbiamo tre, per difendere sei adulti e quattro bambini. Ma non sono sufficienti. Ecco perché stiamo aspettando… Vogliamo trovare altri che abbiano armi e si vogliano unire a noi. Ci spiace, ma non possiamo imbarcare passeggeri a scrocco.
— Non saremo passeggeri a scrocco. Io so fare molte cose, e so sparare bene, se mi procurate un’arma. Nei fucilieri ero tiratore scelto.
— Se fosse solo, la potrei anche accogliere. Ma così, con quattro donne e altri due bambini… No, non possiamo permetterci dei pesi extra.
La pioggia era cessata, ma il cielo rimaneva grigio e minaccioso, e l’aria era fredda. L’uomo più giovane, che non aveva ancora parlato, ebbe un brivido e si strinse il sudicio impermeabile attorno al corpo.
L’altro riprese, in tono disperato: — Abbiamo viveri. Nella carrozzina c’è mezzo maiale.
— Anche noi ne abbiamo. Siamo stati costretti a uccidere per procurarceli, e siamo pronti a uccidere ancora.
— Non mandateci via — disse la madre. — Pensate ai bambini. Non potete abbandonare noi e i bambini.
— Io penso ai miei figli — disse John. — Se dovessi pensare a quelli degli altri, dovrei pensare a milioni di bambini. Al vostro posto riprenderei il cammino. Se volete trovare un posto tranquillo, è meglio che lo cerchiate prima che arrivi l’ondata dei fuggiaschi.
Capivano ciò che intendeva, ma si rifiutavano di credere che li abbandonasse sul serio.