— Te lo dico io cosa non mi piace: le chiacchiere. Non ho mai perso tempo con quelli che hanno la lingua lunga.
— Fra qualche anno non avrete più nemmeno bisogno di parlare — disse John. — Tornerete ai grugniti e al linguaggio dei segni. Io parlo perché ho qualcosa da dire, e se avete buon senso capirete che vi conviene ascoltare.
— Ci conviene? Non è alla vostra convenienza che stai pensando?
— Se non fosse così, sarei uno stupido. Ma voi ne ricaverete un vantaggio ancora più grande. A noi serve un aiuto temporaneo per raggiungere la valle di mio fratello: in cambio vi offriamo un posto dove potrete vivere relativamente in pace, e allevare i vostri figli in modo che si distinguano dagli animali selvatici.
L’uomo guardò quelli del suo gruppo, quasi per scrutare l’effetto che le parole di John avevano avuto sugli altri. Poi disse: — Ancora chiacchiere. Pensi che ci cacceremo di testa nostra in quest’avventura donchisciottesca?
— Avete un posto migliore dove andare? A proposito, sapete dove andare? Che male vi farebbe, venire con noi per dare un’occhiata?
L’uomo era sempre ostile, ma un po’ sconcertato, adesso. Alla fine si voltò verso i compagni. — Voi che ne dite?
Prima che chiunque aprisse bocca, aveva già letto la risposta sulla faccia di tutti.
— Potremmo benissimo andare a vedere — disse un tizio grasso dalla pelle scura. Ci fu un mormorio di approvazione, e l’uomo dalla faccia rossa tornò a girarsi verso John.
— Bene. Mostraci la strada per la valle di tuo fratello. Decideremo quando l’avremo vista. Dov’è?
Deciso a non rivelare dove si trovasse Blind Gill, o anche a dirne il nome, John stava preparandosi a fornire una risposta evasiva, quando intervenne Pirrie, brusco. — Questi sono affari del signor Custance, non vostri. È lui che comanda qui. Fate ciò che vi dirà di fare, e andrà tutto bene.
John sentì un gemito di Ann alle sue spalle. Lui stesso non riuscì a trovare una giustificazione all’insolenza di Pirrie. Quel comportamento non poteva che aumentare l’ostilità del capo dell’altro gruppo. Pensò di dire qualcosa per rimediare, ma si trattenne. Anzitutto sarebbe stato inutile, e poi cominciava a fidarsi di Pirrie.
— È così, eh? — disse l’uomo. — Dovremmo fare quello che dice il signor Custance? Mettetevi bene in testa questo: io sono il capo del mio gruppo, e se volete venire, i miei ordini valgono anche per voi.
— Sei grande e grosso — disse Pirrie — ma la situazione richiede cervello. E temo che tu ne abbia poco.
L’uomo dalla faccia rossa parlò con voce stranamente calma. — Non tollero insulti dai piccoli bastardi soltanto perché sono piccoli. Qui attorno non ci sono poliziotti, quindi sono io che do gli ordini. Il primo è che tutti tengano la lingua a posto.
Batté la mano sul calcio della pistola infilata nella cintura, per dare maggior peso alle sue parole. In quell’attimo Pirrie alzò il fucile. L’uomo cominciò a estrarre la pistola. Ma la canna era ancora nella cintura quando Pirrie sparò. Da quella breve distanza la pallottola sollevò letteralmente l’uomo da terra, e lo fece ricadere all’indietro sul ciglio della strada. Pirrie rimase fermo, col fucile puntato.
Alcune donne gridarono. John fissò gli uomini che gli stavano di fronte. Trattenne l’impulso di sollevare la doppietta, e fu felice di vedere che anche Roger non si era mosso. Alcuni uomini fecero il tentativo di imbracciare le armi, ma l’incidente si era svolto in un modo troppo rapido per loro, ed era stato troppo sorprendente. Uno di loro sollevò a metà la canna del fucile; con la massima calma Pirrie lo prese di mira, e l’altro rinunciò.
— Mi spiace — disse John — ma avrebbe dovuto sapere che non si minaccia un uomo armato se non si è sicuri di saper sparare per primi. L’offerta è sempre valida. Chi vuole unirsi a noi e venire nella valle, sarà il benvenuto.
Una delle donne si era inginocchiata accanto all’uomo caduto. Alzò la testa e disse: — È morto.
John fece un lieve cenno con la testa. Poi si rivolse agli altri. — Avete deciso?
L’uomo grasso si fece avanti. — Sono d’accordo: era lui che doveva stare più attento. Io vengo con voi. Mi chiamo Parsons, Alf Parsons.
Lentamente, con gesto quasi rituale, Pirrie abbassò la canna del fucile. Poi si avvicinò al cadavere e gli tolse la pistola dalla cintura. La prese per la canna e la consegnò a John. Alla fine si rivolse agli altri: — Mi chiamo Pirrie. Questo alla mia destra è Buckley. Come ho già detto, il capo è il signor Custance. Quelli che vogliono unirsi a noi vengano avanti per stringere la mano al signor Custance e dire come si chiamano. Okay?
Alf Parsons fu il primo, ma subito gli altri si misero in fila dietro di lui. Può darsi che sarebbe venuto il tempo in cui avrebbero piegato il ginocchio a terra, ma in quel momento la semplice stretta di mano aveva lo stesso valore di un giuramento.
John si rese conto che entrava in un nuovo ruolo. Il comando del piccolo gruppo, ottenuto per caso, lo aveva portato alla cerimonia in cui accettava la fedeltà degli uomini di un altro gruppo. Si stava riformando l’antico schema feudale, e lui fu sorpreso di accettarlo come una cosa normale, e anche di provarne piacere. Gli strinsero la mano, e si presentarono. Joe Harris… Jess Awkright… Bill Riggs… Andy Anderson… Will Secombe… Martin Foster.
Le donne non andarono a stringergli la mano. I mariti le presentarono indicandole. Awkright disse: — Mia moglie Alice. — Riggs disse: — Questa è mia moglie, Sylvie. — Foster, un tipo magro dai capelli grigi, indicò con la mano:
— Mia moglie, Hilda, e mia figlia, Hildegard. — Alf Parsons disse: — L’altra è la moglie di Joe Ashton, Emily. Quando avrà superato lo shock, sarà contenta. Lui la maltrattava sempre.
Tutti gli uomini del gruppo di Joe Ashton si erano presentati. Il vecchio del primo gruppo si avvicinò a John.
— Non ha cambiato idea, signor Custance? Non possiamo restare con voi?
John si rese conto in quel momento che un signorotto, accresciuta la sua potenza, poteva anche aiutare i deboli, se non altro come atto di pura vanità. Dopo l’incoronazione le suppliche dei mendicanti diventavano blandizie. Era persino divertente.
— Potete restare — disse, e gli lanciò la sua doppietta. — Tenga. Ho appena ereditato una pistola.
Quando Pirrie aveva ucciso Joe Ashton, i ragazzi che stavano giocando accanto al muro si erano immobilizzati in quella curiosità che aveva sostituito la vecchia paura. Poi avevano ripreso a giocare. Il nuovo gruppo di ragazzi li raggiunse, e dopo un attimo cominciarono a giocare tutti insieme.
— Signor Custance, mi chiamo Noah Blennitt — disse il vecchio — e questo è mio figlio Arthur. Lei è mia moglie Iris. Poi c’è sua sorella, Nelly, mia figlia minore Barbara, e la maggiore, Katie. Katie è sposata. Suo marito lavora nelle ferrovie, e si trovava nel Sud quando i treni hanno smesso il servizio. Le siamo molto riconoscenti, signor Custance. E siamo tutti pronti a servirvi.
Katie guardò John con aria smarrita. — Non sarebbe una buona idea bere una tazza di tè? Ne abbiamo una grossa scatola piena, e abbiamo anche del latte condensato. L’acqua la possiamo prendere dal ruscello.
— Sarebbe un’ottima idea — disse John — se solo esistesse un pezzo di legno asciutto nel raggio di venti chilometri.
Lei lo guardò con un sussulto di trionfo. — Non si preoccupi, signor Custance. Nella carrozzina abbiamo un fornello a spirito.
— Avanti, allora. Prenderemo il tè prima di rimetterci in marcia. — Guardò il cadavere di Joe Ashton. — Qualcuno dovrebbe toglierlo dalla strada — disse.
Due uomini dell’ex gruppo di Ashton si affrettarono a eseguire.
10
Quando ripresero il cammino, Pirrie rimase per un certo tempo accanto a John. Jane, a un cenno di Pirrie, si tenne a dieci passi dietro di loro. John, come prima aveva fatto Joe Ashton, prese la testa della colonna, composta ora di trentaquattro persone: dodici uomini, dodici donne, e dieci ragazzi. John aveva scelto i quattro uomini che dovevano stare con lui in testa alla colonna, e i cinque da mettere con Roger in coda. Pirrie avrebbe potuto muoversi a suo piacimento.