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Mentre scendevano a valle, un poco discosti dagli altri, John disse: — È andato tutto per il meglio. Ma è stato un bel rischio.

Pirrie scosse la testa. — Sarebbe stato un rischio maggiore non ucciderlo. Molto maggiore. Anche se fossimo riusciti a convincerlo di cederle il comando, non avremmo mai potuto fidarci di lui.

— Era tanto importante che io conservassi il comando? — disse John. — Dopotutto, la cosa essenziale è raggiungere Blind Gill.

— È la cosa essenziale, vero, ma non dobbiamo dimenticare ciò che potrà accadere una volta arrivati.

— Una volta arrivati?

Pirrie sorrise. — La sua piccola valle sarà tranquilla e isolata, ma sarà anche difesa. In altre parole, si troverà in stato di assedio, e perciò esisterà qualcosa come una legge marziale, e qualcuno che la fa rispettare.

— Non ne vedo il motivo. Immagino che un comitato di persone elette dalla comunità sarebbe in grado di prendere le decisioni.

— Io invece sono convinto che i tempi dei comitati siano finiti.

Le parole di Pirrie intercettarono un pensiero che a John era balenato poco prima. E proprio per questo, rispose a Pirrie con una certa irritazione: — Allora, si torna ai tempi del feudalesimo? Questo significherebbe perdere fiducia nelle nostre capacità di affrontare la situazione in modo democratico. Non lo credo possibile.

— Lo pensa davvero, signor Custance? — Pirrie calcò leggermente sulla parola “signor” per far capire che, dopo l’uccisione di Joe Ashton, quell’espressione era diventata una specie di titolo. Tranne che per Ann, Roger e Olivia, John era diventato “il signor Custance”. Gli altri venivano tutti chiamati semplicemente per nome o per cognome. Era un piccolo particolare con un grosso significato. Chissà, pensò John, se Davey sarebbe diventato “signore” per diritto di successione? Il pensiero lo infastidì.

— Comunque — disse secco — se c’è una persona che dà gli ordini a quelli della valle, non può essere che mio fratello. La terra è sua, ed è lui il più adatto a stabilire come debba essere difesa.

Pirrie sollevò una mano in un gesto di ironica rassegnazione. — Tanti saluti al comitato — disse. — Questo è un altro motivo per cui dovrà restare lei al comando finché non raggiungeremo Blind Gill. Qualcun altro potrebbe essere meno incline ad accettare lo stato di fatto.

Scesero nella valle e passarono accanto ai segni di distruzione già visti dall’alto. I gruppi di scampati cercavano di evitarli: non avevano il coraggio di chiedere aiuto a una banda armata. Vicino a Sedbergh videro un gruppo, numeroso quanto il loro, che usciva dalla città. Le donne erano agghindate con gioielli costosi, e uno degli uomini aveva le braccia cariche di oggetti d’oro. Mentre John stava guardando, l’uomo ne buttò via uno, come se fosse troppo pesante, e uno dei suoi compagni lo raccolse per soppesarlo, poi lo scagliò lontano con una risata. Continuarono il cammino mantenendosi a una certa distanza dalla banda di John, e il pezzo d’oro rimase a brillare in mezzo al campo di terra bruciata.

Mentre salivano verso la valle del Lune sentirono delle grida acute che venivano da una fattoria isolata. I ragazzi e le donne ne rimasero scossi. C’erano due o tre uomini armati davanti alla porta della fattoria. John continuò la sua strada, e le grida si affievolirono in lontananza.

Le carrozzine dei Blennitt vennero abbandonate quando lasciarono la strada principale alla periferia di Sedbergh, e tutto il carico fu distribuito tra sei adulti, per i quali la marcia si fece chiaramente più faticosa, e quando John ordinò una sosta, all’inizio della brughiera, i sei non nascosero il sollievo. Non pioveva più, e le nuvole si erano ridotte a cirri alti nel cielo. Sopra le curve delle colline, a ovest, le nubi erano illuminate dai raggi del sole al tramonto.

— Attraverseremo la brughiera domani mattina — disse John. — Secondo i miei calcoli non dovremmo essere a più di quaranta chilometri dalla valle, ma continuare di notte non sarebbe facile. Spero di arrivare entro domani sera. Per questa notte, quello mi sembra un buon rifugio — disse, indicando una casa in rovina che sorgeva un poco più in alto. — Pirrie, per favore, prenda un paio di uomini e vada a controllare se è vuota.

Senza esitazioni Pirrie indicò Alf Parsons e Bill Riggs, e i due uomini accettarono senza discutere dopo aver avuto un cenno di conferma da John. I tre uomini si arrampicarono verso la casa. Quando furono a una ventina di metri, Pirrie fece loro cenno di mettersi al riparo in un fossato. Poi prese la mira e sparò un colpo a una delle finestre del piano superiore. Si sentì lo sparo e il lieve rumore dei vetri infranti. Poi, silenzio.

Dopo un minuto, Pirrie si alzò per avviarsi verso la casa. A parte il fucile che stringeva sotto il braccio, lo si sarebbe preso per una guardia forestale che faceva un giro di servizio. Raggiunse la porta e la spalancò con un calcio. Poi scomparve all’interno.

Ancora una volta John si rese conto di quale formidabile avversario sarebbe stato Pirrie se avesse avuto ambizioni di comando. Era entrato, da solo, in una casa che si poteva soltanto presumere vuota. Se aveva dei nervi, era difficile immaginare una situazione in cui fossero più tirati.

A una delle finestre del piano superiore comparve una faccia, quella di Pirrie, poi subito si ritirò. Aspettarono, e alla fine lo videro uscire. Percorse tranquillamente il sentiero, e i due uomini gli si misero al fianco per tornare verso il gruppo.

— Tutto a posto? — domandò John.

— Sì. Non ci sono neanche cadaveri da seppellire. I padroni di casa devono essersene andati prima che arrivassero gli sciacalli.

— L’hanno saccheggiata?

— Sì. Comunque non erano dei professionisti.

— Ci darà riparo per la notte — disse John. — I letti li lasceremo ai ragazzi. Gli altri si potranno arrangiare per terra.

Pirrie guardò attorno pensoso. — Trentaquattro. La casa non è molto grande. Jane e io sfideremo l’inclemenza del tempo. — Fece un cenno alla ragazza, e lei gli venne vicino. La faccia ingenua da contadina esprimeva solo rassegnazione. Pirrie la prese sottobraccio e le sorrise. — Sì, penso proprio che dormiremo all’aperto.

— Come volete — disse John. — Per questa notte non farete turni di guardia.

— Grazie, signor Custance — disse Pirrie.

John trovò al piano superiore una stanza con due letti piccoli, e chiamò Davey e Mary per vedere se ci stavano. C’era anche un bagno sul pianerottolo, con rubinetti ancora funzionanti, e lui mandò i due ragazzi a lavarsi. Quando furono usciti dalla stanza, si mise a sedere sul letto e guardò fuori dalla finestra verso la valle. Era una vista stupenda. Quelli che avevano vissuto lì dovevano aver amato quel panorama… un’indicazione, se ce ne fosse bisogno, che i tesori spirituali erano aleatori quanto quelli materiali.

I suoi pensieri furono interrotti dall’ingresso di Ann. Appariva stanca, e John le indicò l’altro letto.

— Riposati. Ho mandato i ragazzi a ripulirsi.

Lei attraversò invece la stanza e si mise a guardare dalla finestra.

— Tutte le donne mi fanno delle domande — disse. — Che carne dobbiamo usare per cena questa sera? Possiamo usare le patate sperando di trovarne altre domani? Conviene farle cuocere intere o sbucciate? Perché lo chiedono a me?

— E perché no?

— Se a te piace fare da padrone, non significa che io debba essere la padrona.

— Le hai lasciate a sbrigarsela da sole?