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— Prima era un pacifico cittadino. Non ci sono ragioni per credere che non possa tornare quello di una volta.

— Non si può rimettere una perla nell’ostrica. Non mi va l’idea di vivere nella valle con Pirrie al fianco, pronto a darmi una gomitata per ricordarmi la sua presenza.

— Nella valle comanderà David, se qualcuno dovrà comandare. Non io, né Pirrie. Questo lo sai.

— Non ho mai conosciuto tuo fratello — disse Roger — e so molto poco di lui. Però lui non è stato costretto a guidare la sua famiglia e gli amici attraverso un mondo che si sfascia appena lo tocchi.

— Non significa niente.

— Credi? — Roger tornò a sbadigliare. — Be’, sarai stanco, va’ a dormire. Io è inutile che mi corichi, per mezz’ora prima del mio turno. Guarderò soltanto se i ragazzi si sono addormentati.

Si fermarono sulla soglia della camera da letto. Ann e Olivia si erano sdraiate per terra su delle coperte stese sotto la finestra. Ann sollevò la testa, ma non disse niente. Un raggio di luna illuminava il letto matrimoniale ricavato unendo i due letti singoli. Mary si era rannicchiata contro la parete. Davey e Steve dormivano al centro, uno accanto all’altro. Spooks, con una faccia stranamente adulta senza occhiali, era coricato dalla parte opposta. Anche lui era sveglio, e teneva gli occhi fissi al soffitto.

— Non pensare che non sia grato a Pirrie per tutte le volte che ci ha tolto dai guai — disse Roger. — Però sono contento di aver scoperto che possiamo anche fare a meno di lui.

Nel nuovo sistema di vita le ore di sonno erano distribuite tra le nove di sera e le quattro del mattino. I ragazzi, quando era possibile, andavano a letto un’ora prima e dormivano fino al momento in cui era pronta la colazione. Cominciò a schiarire durante l’ultimo turno di guardia, quello di John e Will Secombe, e i due uomini si allontanarono dalla casa per esaminare il campo di battaglia. A circa quindici metri dalla casa videro il corpo di un uomo con la testa fracassata da un colpo di fucile. Dimostrava venticinque anni e indossava l’uniforme dell’esercito; al petto si era appuntato un grosso gioiello. Se quelle pietre erano diamanti, come avevano l’aria di essere, quella spilla doveva valere una fortuna.

C’erano ancora dei brandelli di divisa sul corpo del secondo cadavere. Lo spettacolo, qui, era più raccapricciante. Evidentemente l’uomo aveva le bombe a mano appese alla cintura, e quella che gli era sfuggita dalle dita le aveva fatte scoppiare. Sarebbe stato molto difficile identificarlo. John chiamò Secombe, e insieme trascinarono lontano i cadaveri, nascondendoli sotto uno strato di agrifoglio.

Secombe era un biondo dalla pelle chiara. Doveva avere circa trentacinque anni, ma sembrava molto più giovane. Diede un calcio a una gamba rimasta scoperta, poi si guardò le mani con disgusto.

— Vai a lavarti — disse John. — Farò io la guardia. Comunque fra poco è l’ora della sveglia.

— Grazie, signor Custance. Non ho mai visto nessuno conciato in quel modo, neanche durante la guerra.

Quando fu solo, John fece un altro giro d’ispezione. L’uomo con le bombe a mano aveva avuto anche un fucile. Ma era contorto e inutilizzabile. Non c’erano altre armi in giro. Quella appartenuta all’altro cadavere doveva essere stata raccolta dagli attaccanti durante la ritirata.

Non trovò altro, tranne due o tre caricatori vuoti, e un certo numero di bossoli. Si guardò attorno in cerca di qualche segno di Pirrie o di Jane, ma non vide niente. Nella luce dell’alba la valle si stendeva lontano senza il minimo segno di vita. Il cielo era ancora sereno e prometteva una bella giornata.

Pensò di chiamare ancora una volta, poi decise che sarebbe stato inutile. Secombe uscì di casa, e John guardò l’orologio. — Bene. Puoi dare la sveglia.

La colazione era quasi pronta, e al piano di sopra i ragazzi si stavano preparando vociando. A un tratto John sentì Roger esclamare: — Mio Dio!

Erano nella stanza da dove John aveva diretto le operazioni della notte. John seguì lo sguardo di Roger che guardava dalla finestra. Sul sentiero stava avanzando Pirrie, con il fucile sotto il braccio. Jane lo seguiva a qualche passo.

— Pirrie! — esclamò John. — Che cosa diavolo è andato a fare in giro?

Pirrie sorrise. — Non le sembra una domanda indiscreta? — Indicò il giardino. — Avete già fatto pulizia, vedo.

— Allora ha sentito.

— Sarebbe stato difficile il contrario. Sono riusciti a lanciare qualche bomba a mano dentro la casa?

John scosse la testa.

— Lo immaginavo.

— Se ne sono andati quando cominciavamo a temere il peggio. Non riesco ancora a capire il perché.

— Probabilmente il fuoco incrociato li ha colti alla sprovvista — disse Pirrie.

— Fuoco incrociato?

Pirrie indicò a destra della casa, dove il terreno si alzava ripido.

— Vuol dire… che sparava da lassù?

— Naturalmente — disse Pirrie.

— Naturalmente — ripeté John. — Questo spiega molte cose. Mi chiedevo chi di noi fosse stato tanto abile da colpire gli avversali al buio, e uccidendoli, non solo ferendoli. — Fissò Pirrie. — Quindi ha sentito quando l’ho chiamata, dopo che hanno abbandonato il campo. Perché non mi ha risposto?

Pirrie sorrise. — Ero occupato.

Procedettero senza incidenti per tutto il giorno, anche se un po’ a rilento, per lo più attraverso la brughiera, ma a tratti furono costretti ad abbandonare la strada per superare alture spoglie e sassose, o per seguire il corso di uno dei tanti fiumi che si infilavano nelle valli. Il sole salì alle loro spalle nel cielo senza nubi, e prima di mezzogiorno la temperatura divenne infuocata. John ordinò la sosta per la colazione con un certo anticipo, poi disse alle donne di far riposare i ragazzi sotto un gruppo di sicomori.

— Non vuoi forzare la marcia? — domandò Roger. John scosse la testa. — Siamo quasi arrivati. Raggiungeremo la valle prima di sera, se è questo che vuoi sapere. I ragazzi sono sfiniti.

— Anch’io — disse Roger. Si sdraiò per terra, e incrociò le braccia sotto la testa. — Pirrie invece è sempre pieno di energie.

Pirrie stava spiegando qualcosa a Jane indicando la pianura che si stendeva a sud.

— Ormai non gli pianterà più un coltello nel cuore — soggiunse Roger. — Un’altra Sabina che ha fatto ritorno a casa. Mi domando come verranno fuori i piccoli Pirrie.

— Millicent non aveva bambini.

— Forse per colpa di Pirrie, ma molto più probabilmente per colpa di Millicent. Era il tipo di donna che non sopporta il peso dei figli. Le avrebbero limitato la libertà.

— Millicent sembra ormai molto lontana — disse John.

— La relatività del tempo. Quanto ne è passato dal giorno in cui ti ho trovato sulla gru? Sembrano passati sei mesi.

Nella brughiera non avevano incontrato nessuno per tutto il giorno, ma quando scesero dalle montagne per attraversare la pianura a nord di Kendal, videro le tracce ormai familiari del passaggio di quell’animale da preda che era l’uomo. Case che bruciavano, e qualche grido lontano, che poteva essere tanto di dolore quanto di esultanza selvaggia. La vista e i rumori della morte. Poi sentirono qualcos’altro: il lezzo agrodolce della carne in putrefazione.

Ma la marcia non fu interrotta, e presto ricominciarono a salire le colline che li separavano dal loro rifugio. Nel cielo si sentiva il canto di qualche allodola, e una gazza corse davanti a loro per qualche metro. A un certo punto videro un cervo. Era a circa trecento metri; Pirrie si inginocchiò per prendere accuratamente la mira, ma l’animale scattò dietro un gruppo di rocce prima che lui potesse sparare. Anche da quella distanza avevano notato quanto l’animale fosse magro. John si domandò di cosa si nutrisse. Forse di muschio e di altre piante simili.