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— Mi dai coraggio — commentò Roger. — Comincio a credere che la fase 5 non riuscirà a distruggere l’umanità. L’unica preoccupazione che mi resta è il mio orticello. Posso distrarre l’attenzione dalla catastrofe incombente.

— Accidenti, Roger! Questa non è la Cina.

— No. È soltanto una nazione con cinquanta milioni di abitanti che importa circa la metà del cibo che consuma.

— Stringeremo la cinghia.

— Può fare un effetto grottesco, attorno a uno scheletro.

— Te l’ho appena detto — fece John. — Se si piantano patate al posto del grano, si può ottenere una quantità di cibo sei volte maggiore.

— Non ti resta che dirlo al governo. Ripensandoci, è meglio di no. Quali che siano le prospettive, non voglio giocarmi l’impiego. Questo, a meno che io non sia totalmente fuori strada, è il punto della questione. Anche se ritenessi che tu sei la sola persona ad avere questa preziosa informazione sulle patate, e che solo questo ci può salvare dalla fame, ci penserei due volte prima di consigliarti di strombazzare in giro i miei fallimenti.

— Due volte, forse — disse John. — Ma non tre. C’è in gioco anche il tuo futuro.

— Ah, ma potrebbe esserci qualcun altro in possesso della tua stessa informazione, o possono esistere altre vie di salvezza, o il virus potrebbe morire spontaneamente, o la Terra potrebbe perfino andare a sbattere contro il Sole… e io avrei perso inutilmente il lavoro. Traduci tutto questo in termini politici. Logicamente, se non troviamo altri mezzi per fermare il virus, la sola cosa sensata da fare è piantare patate in ogni pezzo di terra adatta a produrle. Ma quando ci si convincerà che il virus non può essere fermato? E se riempiamo di patate tutte le verdi e dolci colline d’Inghilterra, e poi qualcuno scopre il modo di vincere il virus, cosa diranno gli elettori, l’anno prossimo, quando si vedranno offrire patate al posto del pane?

— Non so cosa potrebbero dire gli altri. Ma so cosa direi io. Ringrazierei Dio di non essere stato ridotto al cannibalismo, come i cinesi.

— La gratitudine — disse Roger — non è l’aspetto più evidente della vita nazionale. Comunque, non dal punto di vista politico.

John spostò lo sguardo verso la porta aperta del locale. Sul prato che si stendeva dall’altra parte della strada un gruppo di ragazzi giocava a cricket. Le loro voci portavano con sé i raggi del sole.

— Probabilmente siamo tutti e due degli allarmisti — disse. — C’è un bel salto dalla notizia che è comparsa la fase 5 e dalla prospettiva di una dieta a base di patate, alla carestia e al cannibalismo. Dal momento in cui gli scienziati hanno cominciato veramente a lavorare, ci sono voluti soltanto tre mesi per sviluppare il 717.

— È vero — ammise Roger — e anche questo mi preoccupa. Ogni governo di questo mondo si consola con questo, identico pensiero: gli scienziati non ci hanno mai tradito. Non lo crederemo mai possibile finché non capiterà veramente.

— Quando una cosa non è mai successa in passato, non è cattiva politica pensare che non capiti ora.

— Già — disse Roger. — Forse hai ragione. — Sollevò il bicchiere ormai quasi vuoto. — Pensa fino alla fine alle cose più piacevoli. Un mondo senza birra? Impensabile. Bevi, e ordiniamone un’altra.

3

La notizia della fase 5 del virus di Chung-Li trapelò durante l’estate, e fu seguita da grandi agitazioni in tutte le zone dell’Estremo Oriente vicine al centro dell’infezione. Il mondo occidentale rimase a guardare con caritatevole preoccupazione. Navi di grano vennero mandate nelle zone colpite, e i carichi furono affidati alla protezione delle forze armate. Nel frattempo in tutti i laboratori e i centri di ricerca del mondo continuavano gli studi e gli esperimenti per distruggere il virus.

Agli agricoltori venne raccomandato di tenere gli occhi bene aperti, vennero minacciati di gravi multe qualora avessero trascurato di denunciare la comparsa del virus alle autorità, e fu promesso un buon compenso per la distruzione dei raccolti contagiati. Venne stabilito che la fase 5, come il virus originale, si diffondeva sia attraverso il contatto tra le radici sia per via aerea. Con la distruzione delle messi contaminate, e creando una fascia senza vegetazione attorno alle zone colpite, si sperò di ritardare il diffondersi del virus finché non si fosse trovato un mezzo per distruggerlo definitivamente.

Il sistema ottenne un successo moderato. La fase 5, come le precedenti, si sparse per il mondo, ma in Occidente si raccolsero comunque tre quarti della quantità normale di raccolto. In Oriente le cose andavano meno bene. In agosto fu chiaro che l’India si trovava di fronte a una quasi totale mancanza di raccolti e alla conseguente carestia. La Birmania e il Giappone non versavano in condizioni molto migliori.

In Occidente il problema degli aiuti alle nazioni più colpite cominciò a mostrare un aspetto diverso. Le riserve mondiali erano già state drasticamente ridotte nel tentativo, fatto in primavera, di soccorrere la Cina. Ora, con la prospettiva di un raccolto scarso anche nelle zone meno colpite, quello che inizialmente era stato fatto d’istinto divenne argomento di discussione.

Ai primi di settembre il governo degli Stati Uniti votò un emendamento alla legge presidenziale sui soccorsi, invocando un blocco difensivo di riserve alimentari per il consumo nazionale. Un certo tonnellaggio di tutti i viveri doveva essere tenuto di riserva per il fabbisogno interno.

Ann non riuscì a trattenere la sua indignazione. — Ci sono milioni di persone ridotte alla fame, e quei vecchi grassoni rifiutano loro il cibo!

Stavano prendendo il tè nel giardino dei Buckley. I ragazzi si erano ritirati con una riserva di dolci in una macchia d’alberi, e di tanto in tanto si sentivano le loro risate.

— Desiderando vivere tanto da diventare un vecchio grassone — disse Roger — non sono molto sicuro di risentirmi per la decisione.

— Devi ammettere che suona leggermente spietato — disse John.

— Come ogni autodifesa. Il guaio, per gli americani, è che hanno sempre le carte sul tavolo. Le altre nazioni che producono grano stanno sedute sulle loro riserve senza dire niente.

— Non posso crederci — disse Ann.

— Davvero? Fammi sapere quando i russi manderanno in Oriente la loro prossima nave di grano. Comunque, ho ancora un paio di vecchi cappelli commestibili.

— Rimangono sempre il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda.

— Non faranno niente se ascoltano il governo britannico.

— Perché mai il nostro governo dovrebbe impedire loro l’invio di soccorsi?

— Perché potremmo averne bisogno noi. Noi stiamo sperando, potrei dire disperatamente sperando, che il sangue sia più denso dell’acqua che ci separa. Se il virus non verrà sconfitto entro la prossima estate…

— Ma quella gente sta morendo di fame ora!

— Hanno tutta la nostra comprensione.

Ann lo guardò, senza nascondere l’avversione che provava per lui. — Come puoi dire una cosa simile! — esclamò.

— Una volta abbiamo convenuto di comune accordo che sono un barbaro, ricordi? Se irrito la gente che mi sta attorno, non dimenticare che talvolta gli altri irritano me. I cervelli contorti mi irritano, ad esempio. Io credo nell’autoconservazione, e per iniziare la lotta non aspetto di avere il coltello alla gola. Non è buon senso dare l’ultima crosta di pane dei nostri bambini a un mendicante affamato.

— L’ultima crosta di pane… — Ann guardò la tavola con gli avanzi dell’abbondante merenda. — Sono queste che tu chiami croste di pane?

— Se fossi io a comandare questa nazione — disse Roger — non ci sarebbero più dolci da tre mesi. E non avrei ugualmente grano da distribuire agli asiatici. Mio Dio! Non avete mai considerato la nostra situazione economica?

— Se ce ne stiamo immobili a guardare milioni di esseri umani che muoiono di fame, senza dare il nostro aiuto, allora ci meritiamo la stessa fine — disse Ann.