Выбрать главу

Appoggiò la penna e gli gettò il classico tipo di sorriso che faceva immaginare fosse stato imparato da un libro.

Ankh-Morpork non era sufficientemente progredita da prevedere una variazione di impieghi. Le persone intraprendevano un lavoro in quanto i loro padri lasciavano loro il posto o perché il loro talento naturale trovava uno sbocco, o magari perché si spargeva la voce che lo stavano cercando. Ma c’erano richieste per servi e per lavori umili e, con i quartieri commerciali della città che cominciavano ad essere saturi da scoppiare, il giovanotto magro… un certo signor Liona Keeble… si era inventato il mestiere di procacciatore di lavoro e lo stava trovando, in quel preciso momento, estremamente difficile.

«Mio caro signor…» gettò uno sguardo in basso… «signor, sta arrivando molta gente in città dalle campagne perché crede, ahimé, che il tenore di vita qui sia più alto. Mi scusi se glielo dico, ma lei mi sembra un gentiluomo decaduto. Io pensavo che lei avrebbe preferito qualcosa di più raffinato rispetto a…» gettò nuovamente uno sguardo in basso e aggrottò la fronte… «"qualcosa di grazioso che abbia a che fare con gatti o fiori."»

«MI DISPIACE. PENSAVO FOSSE ARRIVATO IL MOMENTO DI CAMBIARE UN PO’.»

«Sa suonare qualche strumento musicale?»

«NO.»

«Si intende di falegnameria?»

«NON SO. NON CI HO MAI PROVATO.» La Morte si guardò la punta dei piedi. Stava cominciando a sentirsi terribilmente in imbarazzo.

Keeble armeggiò un attimo con le carte che aveva sulla scrivania e sospirò.

«SO PASSARE ATTRAVERSO LE PARETI» disse la Morte senza che nessuno glielo avesse chiesto, rendendosi conto che la conversazione era arrivata ad un punto di stallo.

Keeble sollevò lo sguardo, raggiante. «Mi piacerebbe vederglielo fare» disse. «Potrebbe essere una prerogativa alquanto interessante.»

«GIUSTO.»

La Morte spostò indietro la seggiola e si diresse con grande sicurezza di sé verso la parete più vicina.

«AHI.»

Keeble la guardava, trepidante. «Forza, allora» disse.

«UHMM. QUESTA È UNA NORMALE PARETE, VERO?»

«Ritengo di sì. Non sono un esperto in materia.»

«SEMBRA CHE MI PRESENTI QUALCHE DIFFICOLTÀ.»

«Sembrerebbe proprio di sì.»

«COME DEFINIREBBE LA SENSAZIONE DI SENTIRSI MOLTO PICCOLO E SUDATO?»

Keeble giocherellava con la matita.

«Pigmeo?»

«COMINCIA PER I.»

«Imbarazzante?»

«SÌ» disse la Morte «VOLEVO DIRE, SÌ.»

«Sembrerebbe che lei non abbia assolutamente alcuna abilità o talento» disse. «Ha mai pensato di darsi all’insegnamento?»

La faccia della Morte era una maschera di terrore. Be’, era sempre una maschera di terrore, ma questa volta intendeva proprio esserlo.

«Vede» disse gentilmente Keeble, appoggiando la penna e incrociando le mani insieme «è davvero molto difficile che io possa trovare una professione per un… che cos’è che era?»

«PERSONIFICAZIONE ANTROPOMORFICA.»

«Oh, già. Che cosa sarebbe esattamente?»

La Morte ne aveva avuto abbastanza.

«QUESTO» disse.

Per un istante, ma soltanto per un istante, il signor Keeble la vide chiaramente. Il suo volto divenne pallido quasi quanto quello della Morte stessa. Le mani gli si misero a tremare in maniera convulsiva. Sentì un tonfo al cuore.

La Morte lo guardò con scarso interesse, quindi tirò fuori una clessidra dalle profondità della sua tunica, la alzò alla luce e la esaminò con atteggiamento critico.

«STIA TRANQUILLO» disse «LE RESTANO ANCORA UN PO’ DI ANNI.»

«BBBBBBBB…»

«POTREI DIRLE QUANTI, SE VUOLE.»

Keeble, ansimando selvaggiamente, riuscì a scuotere la testa.

«VUOLE CHE LE VADA A PRENDERE UN BICCHIERE D’ACQUA, ALLORA?»

«nnN, nnN.»

Il campanello del negozio squillò. Gli occhi di Keeble presero a roteare. La Morte decise che doveva qualche cosa a quell’uomo. Non avrebbe dovuto fargli perdere un cliente, che era una cosa che gli umani ritenevano, evidentemente, molto preziosa.

Scostò da una parte la tendina di perline e camminò impettita verso la parte più esterna del negozio in cui una donna piccola e grassa, con l’aspetto di una tozza pagnotta infuriata, stava martellando il bancone con un merluzzo.

«Si tratta di quel lavoro da cuoca giù all’Università» disse. «Mi avevate detto che era un buon posto e invece è una vera e propria disgrazia, con tutti gli scherzi che fanno gli studenti. Io pretendo… io vorrei che lei… io non sono…»

La sua voce si affievolì.

«’aggiù» disse, ma si capiva chiaramente che la sua mente non era in quelle parole. «Lei non è Keeble, vero?»

La Morte la fissò. Non aveva mai avuto esperienza, prima di allora, di un cliente insoddisfatto. Si sentiva perduta. Alla fine, cedette.

«VATTENE, NERA VECCHIACCIA NOTTURNA» disse.

Gli occhietti della cuoca divennero fessure.

«Chi sta chiamando strega notturna?» protestò lei in tono accusatorio e dette un’altra botta col pesce sul bancone. «Guardi questo» disse. «Ieri notte era il mio scaldino, stamattina è un pesce. Mi dica un po’ lei che cosa ne pensa.»

«POSSANO TUTTI I DEMONI DELL’INFERNO RECLAMARE IL TUO SPIRITO VIVENTE SE NON USCIRAI DAL NEGOZIO IN QUESTO ESATTO MOMENTO» provò a dire la Morte.

«Di queste cose non so nulla, ma che ne è del mio scaldino? Quello non è un posto adatto ad una donna rispettabile, hanno cercato di…»

«SE MI POTESSI FARE LA CORTESIA DI ALLONTANARTI DAL NEGOZIO» disse la Morte in preda alla disperazione «TI DARÒ DEI SOLDI.»

«Quanto?» chiese la cuoca, con una velocità che avrebbe distanziato un serpente a sonagli all’attacco e avrebbe inferto un brutto colpo al fulmine.

La Morte estrasse il suo borsellino e fece cadere un mucchietto di monete verdastre e annerite sul bancone. La donna le guardò con estremo sospetto.

«ED ORA ALLONTANATI ALL’ISTANTE» disse la Morte e aggiunse «PRIMA CHE I BRUCIANTI VENTI DELL’INFINITO USTIONINO LA TUA CARCASSA PRIVA DI VALORE.»

«Racconterò tutto a mio marito» disse la cuoca con atteggiamento truce, mentre lasciava l’ufficio. Alla Morte sembrò che nessuna minaccia da parte sua sarebbe potuta essere altrettanto temibile.

Passò nuovamente attraverso la tendina. Keeble, ancora accasciato sulla sedia, emise uno strano tipo di gorgoglio strozzato.

«Era vero!» disse «Pensavo che fosse un incubo!»

«POTREI ANCHE OFFENDERMI PER QUESTO» replicò la Morte.

«Lei è davvero la Morte?» chiese Keeble.

«SÌ.»

«Perché non me lo aveva detto?»

«DI SOLITO LA GENTE PREFERISCE CHE IO NON LO FACCIA.»

Keeble si mise a scartabellare i suoi incartamenti, ridacchiando in maniera isterica.

«Desidera forse fare qualcosa d’altro?» disse. «Maga dei denti? Spirito acquatico? Orco?»

«NON SIA SCIOCCO. IO DESIDERAVO SEMPLICEMENTE… UN PO’ DI CAMBIAMENTO.»

Il frenetico rovistare di Keeble terminò quando egli ebbe finalmente trovato la carta che stava cercando. Emise una risata da maniaco e ficcò il plico nelle mani della Morte.

La Morte lo lesse.

«E QUESTO SAREBBE UN LAVORO? LA GENTE VIENE PAGATA PER FARE UNA COSA SIMILE?»

«Sì, sì, vada a trovarlo, mi sembra proprio il tipo adatto, però mi raccomando, non gli dica che l’ho mandata io.»

Binky avanzava attraverso la notte al galoppo sfrenato, mentre il Disco sfrecciava ben al di sotto dei suoi zoccoli. Ora Morty scoprì che la spada poteva arrivare molto più in là di quanto non avesse pensato, poteva raggiungere le stesse stelle e lui la fece oscillare attraverso le profondità dello spazio fino nel cuore di una nana gialla che si trasformò in supernova in modo estremamente soddisfacente. Si alzò in piedi sulla sella e fece roteare la lama attorno alla testa, ridendo mentre la fiamma bluastra si allargava nel cielo lasciando una scia di oscurità e braci.