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«GRAZIE» disse.

«È davvero un bravo ragazzo» replicò Lezek. «Un po’ nelle nuvole, tutto qui. Ritengo che siamo stati tutti giovani, un tempo.»

La Morte ci pensò un po’ su.

«NO» disse lei «NON PENSO.»

Recuperò le redini e girò il cavallo verso la strada del Rim. Dal suo punto d’appoggio dietro alla figura vestita di nero Morty agitò le mani in un saluto disperato.

Anche Lezek lo salutò. Quindi, quando il cavallo e i suoi due cavalieri scomparvero alla vista, egli abbassò la mano e la guardò. Quella stretta di mano… gli aveva dato una strana sensazione. Ma, non si sa come, non riusciva a ricordare esattamente perché.

Morty rimase ad ascoltare il rumore dell’acciottolato sotto gli zoccoli del cavallo. Udì poi i delicati colpi contro la terra battuta, quando raggiunsero la strada, e poi non sentì più nulla.

Abbassò lo sguardo e vide il paesaggio ampliarsi sotto di sé: la notte era incisa dall’argenteo chiaro di luna. Se fosse caduto, l’unica cosa contro la quale avrebbe sbattuto sarebbe stata l’aria.

Raddoppiò la forza della propria presa sulla sella.

Quindi la Morte chiese: «HAI FAME, RAGAZZO?»

«Sì, signora.» Le parole gli vennero fuori direttamente dallo stomaco senza alcun intervento da parte del suo cervello.

La Morte annuì e tirò le redini del cavallo. Esso rimase fermo nell’aria, mentre il grande panorama circolare del Disco scintillava sotto di loro. Qui e lì una città veniva contraddistinta da un bagliore arancione: nei caldi mari più vicini al Rim c’era una sfumatura fosforescente. In alcune delle profonde vallate, la luce intrappolata del giorno del Disco, che è lenta e limitatamente pesante,[1] stava evaporando come fumo argentato.

Essa veniva però offuscata dal bagliore che si innalzava verso le stelle proveniente dallo stesso Rim. Immense correnti di luce brillavano e scintillavano attraverso la notte. Grandi muraglie dorate circondavano il mondo.

«È bellissimo» disse Morty con un fil di voce. «Che cos’è?»

«IL SOLE SOTTO AL DISCO» rispose la Morte.

«È così ogni notte?»

«OGNI NOTTE» disse la Morte. «LA NATURA È FATTA COSÌ.»

«Non lo sa nessuno?»

«IO. TE. GLI DEI. VA BENE, NO?»

«Caspita!»

La Morte si sporse sulla sella e guardò in basso ai regni del mondo.

«NON SO CHE COSA NE PENSI TU» disse «MA IO POTREI FAR FUORI UN BEL PIATTO DI CURRY.»

Sebbene fosse passata da parecchio la mezzanotte, la città gemella di Ankh-Morpork era roboante di vita. Morty aveva ritenuto che Sheepridge fosse frenetica, ma considerando il tumulto che si notava per le strade che aveva attorno, quel paese sembrava, insomma, una specie di mortorio.

Molti poeti hanno cercato di descrivere Ankh-Morpork. Hanno tutti fallito. Forse a causa della vitalità completamente godereccia del posto oppure, forse, soltanto perché una città con un milione di abitanti e nessun contadino risulta alquanto pesante per i poeti che preferiscono molti narcisi e nessun mistero. Basti dire questo: Ankh-Morpork è tanto piena di vita quanto un formaggio stagionato in una giornata calda, roboante quanto una bestemmia in una cattedrale, lucente quanto una macchia d’olio sul mare, colorata quanto un livido e piena di attività, industriosità, confusione e frenesia di pura esuberanza quanto un cane morto su un termitaio.

C’erano anche dei templi, le loro porte stavano spalancate e diffondevano nelle strade i suoni dei gong, dei cimbali e, nel caso di alcune delle religioni più conservatrici e fondamentaliste, delle brevi grida delle vittime. C’erano negozi le cui strane merci si riversavano fin sul pavimento. Sembrava anche esserci una gran quantità di giovani donne tanto simpatiche che non si potevano permettere molti vestiti. C’erano inoltre saltimbanchi, truffatori e spacciatori assortiti di immediata trascendenza.

E la Morte camminava impettita attraverso tutto ciò. Morty si era quasi aspettato di vederla passare attraverso la folla come fosse fumo, ma non era affatto così. La verità, più semplice, era che in qualsiasi posto la Morte camminasse, la gente si dileguava immediatamente, togliendosi dai piedi.

Non accadeva la stessa cosa con Morty. Le persone che gentilmente si aprivano davanti alla sua nuova padrona, le si richiudevano dietro giusto in tempo per bloccare a lui il passo. Gli venivano pestati i piedi, colpite le costole e la gente continuava a cercare di vendergli sgradevoli spezie, verdura dall’aspetto molto suggestivo, mentre addirittura una donna piuttosto anziana gli disse, contro ogni evidenza, che lui sembrava un ragazzo ben messo che avrebbe certo gradito di spassarsela un po’.

Lui la ringraziò moltissimo e le rispose che gli pareva che si stesse già divertendo abbastanza.

La Morte raggiunse l’angolo della strada mentre la luce delle fiaccole sollevava brillanti riverberi sulla parte superiore del suo cranio lucido, e annusò l’aria. Un ubriaco si alzò barcollando e, senza rendersi precisamente conto del perché, fece una breve marcia indietro nel suo cammino irregolare, senza alcuna ragione plausibile.

«QUESTA È LA CITTÀ, RAGAZZO» disse la Morte. «CHE NE PENSI?»

«È molto grande» rispose Morty con una certa indecisione. «Voglio dire: perché si può desiderare di vivere tutti ammassati insieme in questo modo?»

La Morte alzò le spalle.

«A ME PIACE» disse. «È PIENA DI VITA.»

«Signora?»

«SÌ.»

«Che cos’è il curry?»

Le fiammelle azzurrognole balenarono nel profondo degli occhi della Morte.

«HAI MAI DATO UN MORSO A UN CUBETTO DI GHIACCIO INCANDESCENTE?»

«No, signora» disse Morty.

«IL CURRY È UNA COSA DEL GENERE.»

«Signora?»

«SÌ?»

Morty deglutì con fatica. «Mi scusi, signora, ma mio padre dice che quando non capisco devo chiedere.»

«DAVVERO ENCOMIABILE» disse la Morte. Si gettò in una stradina laterale, mentre le persone si disperdevano davanti a lei come fossero molecole libere.

«Ebbene, signora, non ho potuto fare a meno di notare, insomma, il fatto, signora, è che…»

«FUORI IL ROSPO, RAGAZZO.»

«Come fa lei a mangiare, signora?»

La Morte si bloccò di colpo e così Morty le andò a sbattere contro. Quando il ragazzo aveva cominciato a parlare lei gli aveva subito fatto un gesto perché rimanesse in silenzio. Sembrava stare ascoltando qualcosa.

«A VOLTE, SAI» disse, quasi a se stessa «MI SENTO DAVVERO SCONVOLTA.»

Si girò sui tacchi e si diresse velocemente verso un vicolo mentre il mantello le sventolava alle spalle. Il vicolo procedeva curvando tra pareti oscure ed edifici addormentati, non era una via di grande transito quanto piuttosto un buco tortuoso.

La Morte si fermò accanto ad un decrepito barile d’acqua e vi infilò dentro un braccio, tirando fuori un piccolo sacco con un mattone legato ad esso. Estrasse la spada, una linea di blu luccicante nell’oscurità, e tagliò via la corda.

«SONO ARRABBIATA DAVVERO MOLTISSIMO» disse. Rovesciò il sacco e Morty vide dei patetici resti di pelo intriso d’acqua scivolare fuori per andare a giacere nella pozzanghera che si stava formando sull’acciottolato. La Morte allungò una mano dalle bianche dita e li accarezzò con dolcezza.

Dopo qualche istante, qualcosa di simile ad una spirale di fumo grigio salì dai gattini e formò tre piccole nuvole dalla forma di gatto, nell’aria. Ondeggiarono un poco, incerti rispetto alla propria sagoma e fissarono Morty con grandi occhi grigi sbalorditi. Quando lui tentò di toccarne uno la sua mano vi passò direttamente attraverso e gli formicolò.

«NON VEDI MAI LA GENTE NELLA SUA CONDIZIONE IDEALE, IN QUESTO LAVORO» disse la Morte. Soffiò su un gattino, ribaltandolo delicatamente. Il suo miao disturbato suonò come se fosse arrivato da una distanza lontanissima attraverso un tubo di latta.

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1

Praticamente ogni cosa può essere più veloce della luce del Disco, che è pigra e docile, al contrario della luce normale. L’unica cosa che è riconosciuta essere invece più veloce della luce normale è la monarchia, secondo il filosofo Ly Tin Wheedle. Egli ha elaborato questo pensiero: non si può avere più di un Re alla volta e la tradizione impone che non ci siano pause fra un re e l’altro, così quando muore un re la successione deve di conseguenza passare all’erede istantaneamente. Presumibilmente, sosteneva lui, devono esistere alcune particelle elementari… reoni, oppure reginoni… che svolgono questo compito, ma ovviamente, a volte la successione fallisce se, a mezz’aria, esse si scontrano con una anti-particella, altrimenti detta repubblicone. I suoi ambiziosi progetti di usare la sua scoperta di queste particelle per inviare messaggi, sfruttando l’accurata tortura di un piccolo re in modo da modulare il segnale, non è mai stata integralmente espressa perché, a quel punto, si è trovato alla sbarra.