Susan Tuttle, la sua assistente, entrò. — Pasternak ha appena faxato un rapporto. Potrebbe interessarla.
— Che roba è?
— Un neonazista di San Francisco di nome Chuck Hanratty è rimasto ucciso due giorni fa.
— Quanti anni aveva?
— Hanratty? Ventiquattro…
Avi agitò un braccio, come a dire di non seccarlo. — Non abbastanza vecchio da essere un criminale di guerra. A parte il fatto che c’è uno stronzo di meno al mondo, perché Pasternak pensa che dovrebbe importarmi?
— Hanratty è stato ucciso in una zuffa mentre tentava di rapinare un franco-canadese di nome Pierre Tardivel.
Avi aggrottò la fronte. — E allora?
— E questo Tardivel lavora al Lawrence Berkeley al Centro Genoma Umano, quindi il suo capo è…
Le folte sopracciglia di Avi si sollevarono. — Burian Klimus.
— Esattamente.
Avi pigiò il bottone dell’interfonico sulla sua scrivania. — Pam?
Una voce di donna. — Sì?
— Devo prendere un volo per la California…
Quando Pierre era andato alla Centrale di polizia di Berkeley per fare rapporto, aveva chiesto al poliziotto nero, scoprì che si chiamava Munroe, altre informazioni su Chuck Hanrattv. Munroe in realtà non aveva molto da aggiungere. Hanrattv aveva vissuto, ed era stato arrestato più di frequente, a San Francisco. Dopo averci rimuginato sopra per un giorno, Pierre decise di attraversare il ponte sulla Baia di Oakland e tentare la sorte al San Francisco Police Department.
Stava piovendo. Il ponte svoltava nella 101, e la Centrale era appena a sud, all’850 della Bryant, tra la Sesta e la Settima Strada. Pierre ripiegò l’ombrello, entrò nell’edificio, e imboccò il breve corridoio che portava al sergente di guardia, un bianco corpulento con capelli neri ricciuti in cima a una testa a forma di pagnotta. Aveva uno schermo di computer installato ad angolo sotto la scrivania, visibile attraverso il ripiano di vetro soprastante.
Stava leggendo qualcosa su di esso, ma alzò lo sguardo quando Pierre si schiarì la gola. — Sì, signore, cosa posso fare per lei?
Pierre non era sicuro da dove cominciare. — Sono stato aggredito poche sere fa.
— Oh, sì? Vuole compilare un rapporto?
— No, no. L’ho già fatto, a Berkeley. Stavo solo cercando altre informazioni. Il tipo che ha cercato di rapinarmi viveva qui, e, be’, è morto nel tentativo. Caduto sul proprio coltello.
— Come ha detto che è il suo nome?
— Tardivel. T-A-R-D-I-V-E-L.
Il sergente batté sulla tastiera. — Posso vedere qualche documento?
Pierre aprì il portafoglio e trovò la sua patente di guida del Québec. Il sergente la guardò, annuì, e si rivolse di nuovo al suo monitor. — Be’, signore, non so che tipo di informazioni lei desideri. Se quello è morto nel tentativo, non stiamo più cercando altri sospetti.
— Capisco — disse Pierre, annuendo. — Ero solo interessato ad altri casi in cui fosse stato coinvolto lo stesso individuo.
Il sergente guardò sospettoso Pierre. — Perché?
Pierre decise che la verità era l’approccio più semplice. — Gli agenti di Berkeley hanno detto che Hanratty era membro di un gruppo neonazista. Mi sono lambiccato il cervello cercando di immaginare cosa un individuo simile potesse avere contro di me.
— Lei è ebreo? Pierre scosse la testa.
— Ma è straniero. Gli skinheads non sono teneri con gli immigranti.
— Suppongo, ma… be’, mi stavo chiedendo se potessi vedere il fascicolo su di lui.
Il poliziotto guardò Pierre per un momento. — Niente affatto — disse infine.
— Ma…
— Questa non è una biblioteca pubblica. II suo caso è chiuso. Se la sua compagnia d’assicurazioni ha bisogno di qualche scartoffia per sostanziare una richiesta di danno, può contattare noi o il Dipartimento di Berkeley tramite i canali normali. Altrimenti, se ne scordi.
Pierre pensò brevemente di insistere, ma si rese conto che era inutile. Profferì un sarcastico merci beaucoup e si diresse di nuovo fuori. Stava ancora piovendo, quindi si fermò appena prima dell’uscita per aprire l’ombrello. Posò lo sguardo sulla guida dell’edificio, fatta di letterine di plastica bianca incastrate nelle fessure parallele di una lavagna nera, coperta di vetro.
Medicina legale, 314.
Le sopracciglia di Pierre si alzarono. Si guardò alle spalle. Il sergente aveva reclinato il capo, tornando a leggere. Pierre si voltò, lo oltrepassò ed entrò nell’ascensore.
Scese al terzo piano e trovò la stanza 314. C’era un’insegna sulla porta che diceva MEDICINA LEGALE. Sotto di essa c’erano due nomi in caratteri più piccoli: H. Kawabata e J. Howells. Aprì la porta e vi infilò la testa. — Salve?
Un’alta donna asiatica sulla quarantina apparve da dietro una parete divisoria. Aveva capelli biondi pettinati alla paggetto, tre anelli alla mano destra, una catenella al polso destro, e due piccoli gemelli all’orecchio sinistro. Portava un camice bianco da laboratorio, sbottonato, sopra una tuta rosa. Il suo rossetto si intonava col colore della tuta. — Posso esserle d’aiuto? — disse in un fuoco di fila.
A Pierre non piaceva fare supposizioni, ma gli parve di poter andare a colpo sicuro. — La signora Kawabata? — disse.
— Sono io.
Pierre sorrise ed entrò nella stanza. — Mi perdoni. Ero nel palazzo per altre questioni e non ho potuto resistere a passare di qui. So che avrei dovuto prendere un appuntamento, ma…
La voce della donna si indurì lievemente. — Tutti gli acquisti si fanno tramite l’ufficio al quarto piano.
Pierre scosse la testa. — Non sono un piazzista — disse. — Sono un genetista. Sono dell’Human Genome Center, al Lawrence Berkeley.
Lei si portò una mano alle labbra. — Oh, mi dispiace! Entri, entri, signor…
— Tardivel. Dottor Pierre Tardivel.
— Sono Helen — disse la donna, porgendogli la mano. — Anch’io mi sono laureata all’UCB. Di’, ho sentito che adesso è quel vincitore del Nobel a tenere in pugno le cose, come si chiama…
— Burian Klimus — disse Pierre.
Helen annuì. — La Tecnica Klimus, giusto… metodo meraviglioso; stiamo cominciando a usarlo qui. Com’è lui, a lavorarci?
Pierre decise di essere onesto. — È un orso. Fortunatamente, in questi giorni sta passando un sacco di tempo all’Institute of Human Origins; è interessato al DNA neanderthaliano.
Helen sorrise. — L’ho visto in TV una volta… sembra abbastanza vecchio da averne una conoscenza diretta.
Pierre rise e si guardò intorno nella stanza. Era come pressoché ogni altro laboratorio in cui era stato, ma disse: — Bell’attrezzatura che avete qui.
Helen guardò le centrifughe, i microscopi, e le altre apparecchiature come se ne fosse orgogliosa. — Serve allo scopo. È piuttosto eccitante quando devo usarla per testimoniare in tribunale. La settimana scorsa abbiamo inchiodato uno stupratore seriale.
Pierre annuì. — Ho letto di quel caso sul «Chronicle». Congratulazioni.
— Grazie.
— Sa, mi stavo chiedendo se potrebbe aiutarmi. Io… sono stato aggredito la settimana scorsa; ecco perché sono venuto qui. Sto tentando di scoprire perché proprio quella persona potesse avercela con me e, be’…
— E quelli le hanno detto di andare a farsi un giretto, vero?
Pierre sorrise. — Esattamente.
— Cosa vuole sapere?
— Uno degli agenti venuti a investigare ha detto che il tipo che mi ha aggredito era un neonazista, e aveva una lunga fedina penale. Mi stavo domandando se che ci fosse qualche altra informazione da poter vedere su di lui.