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Molly entrò nel soggiorno e prese posto nella comoda poltrona di fronte al divano. — Allora che facciamo adesso? — disse.

— Non lo so. Non so neanche se dovremmo fare qualcosa…

Molly sbarrò gli occhi ancora. — Dopo quello che ha combinato?

Pierre alzò una mano. — Lo so, lo so. Non pensi che mi senta allo stesso modo? Dio, mi sento come se avesse stuprato mia moglie… vorrei torcergli il collo, ucciderlo a mani nude, ma…

— Ma cosa?

— Ma c’è Amanda a cui pensare. — Carezzò la testa di sua figlia, lisciando i capelli che aveva arruffato prima. — Se perseguiremo Klimus, potrebbe saltar fuori la verità su di lei.

Molly rifletté su questo. — Dobbiamo scacciarlo dalle nostre vite… non voglio che torni qui per farne un oggetto di studio. Guarda, una volta che si sarà reso conto che sappiamo la verità, dovrebbe tirarsi indietro. Quello che ha fatto non è etico…

— Decisamente.

— …e quindi rischia di perdere tutto, messo alla berlina… la sua posizione al LBNL, i suoi contratti come consulente, tutto.

— Ma se la verità su Amanda «dovesse» saltar fuori?

— chiese Pierre.

— Non lo so. Non potremmo andarcene da qui? Andare in Canada, e cambiare nome? Puoi sempre tornare in Canada, giusto?

Pierre annuì.

— So che vorresti star qui, ma…

Pierre scosse il capo. — Questo è secondario. Farò qualunque cosa per mia figlia… qualunque. — Si strinse Amanda al petto, e lei chiocciò di piacere.

— Professor Klimus — disse Pierre, con voce brusca. Aveva avuto intenzione di mostrarsi calmo e ragionevole, ma la sola vista del vecchio gli fece ribollire il sangue.

Klimus alzò lo sguardo. I suoi occhi guizzarono da Pierre a Molly. Poi reclinò indietro la testa calva e voltò la pagina della pubblicazione scientifica che teneva aperta sulla scrivania. — Sono molto occupato. Se vuole vedermi, dovrà prendere un appuntamento con la mia segretaria.

Molly chiuse la porta dell’ufficio.

— Come ha potuto? — disse Pierre a denti stretti.

Klimus tese la mano verso il telefono. — Penso che chiamerò la sicurezza.

Pierre si scagliò in avanti, agguantò la cornetta dalla mano ossuta di Klimus, e la sbatté di nuovo al suo posto.

— Non chiamerai nessuno — disse Pierre, con voce tremante di furia. — Ti ho chiesto come hai potuto farlo.

— Fare cosa? — disse Klimus, tentando ora di fingere sorpresa. Usò la mano sinistra per sfregarsi quella da cui Pierre gli aveva strappato il telefono.

— Non fare giochetti — disse Pierre. — Mi sono impossessato di un campione del DNA di Hapless Hannah. E lo stesso di Amanda.

Klimus si tese in avanti. — Sì, lo è. Ma, mi dica… cosa l’ha fatta sospettare?

— Che fottuta differenza fa?

— È il nocciolo della questione, no? — disse Klimus, allargando le braccia. — Qualcosa vi ha fatto rendere conto che quell’esemplare di infante non era un Homo sapiens sapiens. Cosa ve l’ha svelato?

— «Esemplare di infante» — ripeté Molly, con un brivido. — Non chiamarla così.

— Come avete potuto dire che non era vostra figlia? — chiese Klimus.

— Dannazione! — esclamò Pierre. — Dann… — Si lanciò in una sfilza di oscenità in francese, incapace di controllarsi. Poi: — Maledetto, maledetto… te ne stai lì seduto a fare domande a «noi»! Dovrei romperti in due, vecchio patetico!

Klimus scrollò le ampie spalle. — Fare domande è il compito di uno scienziato.

— «Scienziato?» — ringhiò Pierre. — Tu non sei uno scienziato. Sei un mostro.

Klimus si alzò dalla sedia. — Marmocchio col moccio al naso… io sono «Burian Klimus». — Disse il proprio nome come se snocciolasse una preghiera. — Non osare parlarmi in questo modo. Potrei far sì che tu non possa mai più lavorare in alcun laboratorio, in nessuna parte del mondo.

Molly era rossa in faccia e respirava a sbuffi. — Burian… ci fidavamo di te.

— Volevate un bambino. Avete un bambino. Volevate la fertilizzazione in vitro, di norma un processo costoso. L’avete avuta gratis.

I pugni di Pierre si stavano serrando. — Bastardo. Non provi alcun rimorso per quello che hai fatto.

— Quel che ho fatto è stato «meraviglioso» — disse Klimus. — Non c’è più stato un esemplare di infante come questo dall’Età della Pietra.

— Non chiamarla «esemplare di infante», dannazione — disse Molly. — È mia figlia.

— Davvero? — disse Klimus.

— Non osare nemmeno discuterne, razza di fottuto… — disse Pierre. — Noi amiamo Amanda, indipendentemente dalle sue origini.

— «Tutto» dipende dalle sue origini — disse Klimus.

— Ed ecco perché lei, signor Tardivel, ora si metterà a sedere e chiuderà la bocca.

— Non intendo chiuder bocca — disse Pierre. — Andrò dal direttore del LBNL, e dalla polizia.

— Non farà nessuna delle due cose. Dovrebbe spiegare la natura delle sue lagnanze, e ciò significherebbe rivelare la storia della bambina. — Si rivolse a Molly. — Vuole realmente che sua figlia sia oggetto di intensa attenzione del pubblico, signora Bond? — L’espressione di Klimus era tronfia.

— Pensi che questo sia il tuo asso nella manica, non è vero? — sbottò Pierre. — Be’, ti sbagli. Siamo pronti a dire la verità a chiunque possa farti rinchiudere al fresco.

— Ti faremo finire in prigione — disse Molly — e poi ce ne andremo in Canada e prenderemo nuovi nomi… qualcosa di cui sai già tutto, ne sono certa.

Klimus non batté ciglio. — Vi consiglio di non intraprendere simili azioni. Se intendete agire nell’interesse dell’esemplare di infante…

— Ne ho avuto abbastanza di te, figlio di puttana — disse Pierre. Abbrancò il telefono, e prese a comporre l’interno dell’ufficio del direttore del LBNL.

— Sta a voi scegliere — disse Klimus con una scrollata di spalle. — Naturalmente, avrei pensato che voleste evitare una battaglia legale per la sua custodia…

— Cust… — Molly sbarrò gli occhi. — Non puoi fare questo.

— La bambina è un clone, dottoressa Bond. Lei può aver portato al termine la gestazione, ma non è la madre biologica; in effetti Amanda non ha legami di sangue con nessuno di voi.

— Pronto? — disse una voce maschile all’altro capo del telefono.

— Sta a lei, Tardivel — disse Klimus. — Io sono pronto a lottare fino in fondo.

Pierre gli lanciò uno sguardo feroce, ma rimise la cornetta al suo posto. — Non potresti mai vincere.

— Non potrei? Il parente più prossimo di Amanda è Hapless Hannah… e i resti di Hannah sono sotto la custodia legale dell’Institute of Human Origins, in seguito a un accordo col governo israeliano. La dottoressa Bond qui presente non è altro che una madre surrogata, e tradizionalmente i tribunali hanno conferito ben pochi diritti a queste persone.

Molly si rivolse a Pierre. — Non può farlo, vero? Non può portarci via Amanda?

— Bastardo — disse Pierre a Klimus.

— Non io — disse Klimus, con una lieve alzata di spalle. — Se è in dubbio la paternità di qualcuno, questa è Amanda. — Guardò a turno ciascuno di loro. — Ora, credo di avervi chiesto come avete capito che la bambina non era vostra. Mi aspetto una risposta. — Allungò il braccio verso il telefono. — O forse chiamerò «io» il direttore. Prima iniziamo questa battaglia legale, e più presto sarà risolta.

Pierre gli strappò di nuovo il telefono di mano.

— Vedo che adesso preferisce che questa faccenda non diventi di dominio pubblico — disse Klimus. — Molto bene; ditemi come avete scoperto la vera origine di Amanda.