— No, no, vediamo… — Si voltò per rivolgersi agli astanti. — Scusatemi! — disse a voce alta. — Scusatemi!
La gente si girò a guardarlo; gli infermieri del gruppo presero a muoversi.
— Scusatemi, tutti quanti. Questo tipo qui, uhm…
— Pierre.
— …Pierre, qui, si sta chiedendo se qualcun altro è assicurato con la Condor.
Pierre restò imbarazzato che quella semplice domanda fosse stata trasformata in una questione pubblica, ma sorrise debolmente.
— Io — disse una splendida donna nera sulla quarantina, alzando una mano ben curata. Era in piedi accanto a una sedia a rotelle; vi era seduto un uomo, anche lui di colore, con le gambe che si muovevano senza posa. — Naturalmente, non copriranno Burt.
— Nessun altro? — chiese Carl.
Un bianco chiaramente malato alzò la mano, col braccio che si agitava come il ramo di un virgulto nel vento. — Cathy Jurima non era con loro? — disse.
— Giusto — disse un altro. — Era un’orfana… nessun parente prossimo. Si era messa con noi anni fa.
— Chi è Cathy Jurima? — disse Pierre.
Carl aggrottò la fronte. — Un’altra dei nostri membri che è stata assassinata.
Un pensiero pazzesco colpì Pierre. — E l’altro che è stato ucciso? Da chi era assicurato?
Carl alzò la voce di nuovo. — Qualcuno ricorda chi copriva… oh, come si chiamava? Juan Kahlo?
Si videro teste scosse in tutta la stanza… alcune in segno di diniego. Carl alzò le spalle. — Spiacente.
— Grazie, comunque — disse Pierre, tentando di sembrare calmo.
Pierre e Molly lasciarono il raduno. Pierre restò muto per l’intero percorso verso casa, pensando. Molly guidava. Parcheggiarono nel loro vialetto, poi si diressero alla porta accanto per prendere Amanda dalla signora Bailey. Erano le 10:40 di sera; respinsero cortesemente l’offerta di caffè e pasticcini.
Amanda stava dormendo, ma si svegliò all’arrivo dei suoi genitori. Molly prese in braccio sua figlia, non era sicuro farla portare a Pierre, visto che dovevano scendere i gradini di cemento davanti alla porta d’ingresso della signora Bailey. Molly strinse forte a sé Amanda, e mentre tornavano a casa loro, disse: — Tesoro, è bellissimo… L’hai fatto tu? Tu davvero? Scommetto che la signora Bailey è rimasta sorpresa di quanto sei brava a disegnare!
Il cuore di Pierre batteva forte. Amava Amanda con tutta l’anima, ma si sentiva sempre come se ci fosse un muro fra lui e lei, specialmente quando Molly sembrava conversare a senso unico, leggendo nei pensieri di Amanda e rispondendole direttamente.
Tutti e tre entrarono in casa, e Molly si diresse verso il divano per sedervisi. Amanda si accomodò in grembo a sua madre.
— Joan Dawson era stata sotto il tuo stesso piano sanitario? — chiese Pierre.
Molly stava carezzando dolcemente i capelli castani di Amanda. — Non necessariamente. Io sono associata alla facoltà; lei era solo un’impiegata. È qualcosa del tutto diverso.
— Ricordi il funerale di Joan? — disse Pierre.
Amanda stava apparentemente pensando qualcosa rivolto a sua madre. — Un attimo solo, cara — disse Molly alla bambina. Poi alzò lo sguardo verso Pierre. — Certo, me lo ricordo il funerale.
— Abbiamo incontrato la figlia di Joan lì. Beth… ricordi?
— Una rossa snella? Sì.
— Come si chiamava suo marito?
— Uhmm… Christopher, non era così?
— Christopher, giusto. Ma qual era il suo cognome?
— Buon Dio, non ho neanche la più vaga…
Pierre fu insistente. — Era irlandese… O’Connor, O’Brien, qualcosa del genere.
Molly si accigliò, pensando. — Christopher… Christopher… Christopher «O’Malley», ecco com’era.
— O’Malley, giusto! — Andò in sala da pranzo e prese l’elenco telefonico da una credenza.
— È troppo tardi per chiamare qualcuno — disse Molly.
Pierre non sembrò ascoltarla. Stava già facendo il numero. — Pronto? Pronto, è Beth? Beth, mi dispiace di chiamarla così tardi. Sono Pierre Tardivel; c’eravamo incontrati al funerale di sua madre, ricorda? Lavoravo con lei al LBNL. Esatto. Ascolti, ho bisogno di sapere chi forniva l’assicurazione sanitaria di sua madre. No, no… quella è una compagnia di assicurazioni sulla vita; la sua assicurazione sanitaria. Giusto, sulla salute. Ne è sicura? Ne è assolutamente certa? Okay, grazie. Grazie mille; spiacente di averla disturbata. Cosa? No, no, niente del genere. Nulla di cui lei debba preoccuparsi. Solo… ehm… solo qualche scartafaccio arretrato in ufficio. Grazie. Buonanotte.
Mise giù il telefono, con la mano che tremava.
— Be’? — chiese Molly.
— Condor — disse Pierre, come se fosse una parolaccia.
— Cristo — disse Molly.
— Un’altra — disse Pierre, mettendo via l’elenco di Berkeley e tirando fuori quello molto più grosso di San Francisco.
— Pronto? Pronto, signora Proctor. Sono Pierre Tardivel. Mi dispiace davvero di chiamare così tardi, ma… sì, ha ragione. — Fece la sua migliore imitazione di Peter Falk. — Solo un’altra piccola cosa. — Tornò alla sua voce normale. — Mi sto chiedendo se potrebbe dirmi chi forniva l’assicurazione sanitaria a suo marito Bryan. No, no, resto in linea. — Coprì il microfono e guardò Molly — Sta controllando.
Molly annuì. Amanda era ora profondamente addormentata tra le sue braccia.
— Sì, sono ancora qui. Davvero? Grazie. Grazie un milione. E spiacente di averla disturbata. Buonanotte.
— Allora? — disse Molly.
— Le parole «La compagnia assicurativa sanitaria numero uno nell’area nord-occidentale della costa del Pacifico» non significano nulla per te?
— Merda — disse Molly.
— Dov’è quel rapporto annuale della Condor?
— Giù in cantina, penso. Nello scaffale delle riviste.
Pierre lasciò la sala da pranzo, scese in fretta la mezza rampa di scale… e in fondo incespicò, perché un inatteso movimento del piede sinistro l’aveva preso alla sprovvista. Molly apparve in cima alle scale, reggendo Amanda, che, svegliata dal fracasso, stava piangendo.
— Stai bene? — esclamò Molly, col viso contratto dalla paura.
Pierre usò la ringhiera per issarsi di nuovo in piedi. — Come no — disse. Proseguì lungo il breve corridoio e riemerse un momento dopo con in mano il rapporto annuale. Risalì le scale più attentamente e si sedette sul divano del soggiorno. Amanda aveva smesso di piangere e adesso si stava guardando attorno curiosa.
Molly si sedette accanto a Pierre, che si stava strofinando lo stinco. Lui le porse il rapporto. — Trova quella parte che avevi letto a voce alta quando l’abbiamo ricevuto… la parte su quanti assicurati ha la Condor.
Lei ripiegò la copertina gialla e nera, sfogliò il primo paio di pagine, poi: — Ecco qui. «Con preveggenza e con l’impegno a eccellere, provvediamo alla tranquillità di uno virgola sette milioni di detentori di polizze nella California settentrionale, in Oregon, e nello stato di Washington.»
Pierre sentì il gusto della bile in fondo alla gola. — Nessuna meraviglia che le loro azioni vadano così bene. Che gran modo di incrementare la redditività: «eliminare» chiunque stia per chiedere troppi soldi. Malati di corea di Huntington, diabetici che diventano ciechi, un portinaio che sta per avere un trapianto di rene…
— Eliminare!
— Eliminare… vale a dire «uccidere.»
— È pazzesco, Pierre.
— Per me o te, forse. Ma per una compagnia che costringe all’aborto? Una compagnia che costringe le persone a fare esami genetici che potrebbero spingerle al suicidio?
— Ma, guarda… — disse Molly, tentando di riportare un briciolo di ragionevolezza in quella conversazione — …la Condor è una grande compagnia. Pensa di quanta gente dovrebbero sbarazzarsi per avere qualche effetto visibile sui loro profitti.