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— Chissà che aspetto hanno gli esseri-altri? A cosa immagini che assomiglino?

— In base alle leggi possiamo dedurre la natura delle stelle, perché è una cosa semplice. Ma come si fa a dedurre la natura degli esseri? Non sapremo mai come sono.

— Non potrebbero essere loro a comunicarci come sono?

— Se comprendessimo cosa ci comunicano, forse potremmo dedurne qualcosa. Ma non comprendiamo i loro segni.

Dua ne parve molto addolorata. — I Duri non li capiscono?

— Non lo so. Se anche li capiscono, a me non l’hanno fatto sapere. Una volta Losten mi ha detto che non importava quale aspetto avessero, finché la Pompa Positronica funzionava e, anzi, veniva allargata.

— Forse ti ha detto così solo perché non voleva che tu lo scocciassi.

Odeen replicò, rigido: — Io non scoccio Losten.

— Oh, sai bene cos’intendevo dire! Semplicemente non aveva voglia di spiegarti tutto nei particolari.

A quel punto Tritt non ne poteva già più di stare ad ascoltarli. Odeen e Dua continuarono a discutere per un bel po’ se i Duri avrebbero o non avrebbero permesso a Dua di vedere quei segni. Dua diceva che lei avrebbe potuto sentire quello che volevano dire, forse.

Queste parole fecero arrabbiare un poco Tritt. In fin dei conti Dua era solo una Morbida e… non era nemmeno un Razionale! Cominciò a chiedersi se Odeen facesse bene a raccontarle tutto quello che le raccontava. Metteva certe strane idee a Dua…

Le parole di Dua avevano fatto arrabbiare anche Odeen. Dapprima lui fece una risatina. Poi disse che un’Emotiva non poteva capire quelle cose complicate. Poi si rifiutò semplicemente di continuare il discorso. Così Dua fu costretta a essere molto carina con Odeen per un bel po’, per fargli tornare il buonumore.

In un’altra occasione fu Dua ad arrabbiarsi, e arrabbiarsi sul serio.

Cominciò tranquillamente. In effetti era una di quelle volte in cui erano tutti insieme, compresi i due bambini. Odeen era ben disposto e si era messo a giocare con loro. Non s’inquietò neanche quando Torun, il piccolo destride, si mise a spingerlo qua e là. Anzi, si lasciò andare in una forma molto poco dignitosa. Sembrava che non gl’importasse di essere tutto storto. Era la prova sicura che Odeen era contento. Tritt rimase in un angolo, a riposare, felice e soddisfatto di quello che stava succedendo.

Dua rise alla disavventura di Odeen e con la sua sostanza lo toccò proprio sulla bozza, in modo provocante. Sapeva benissimo, e Tritt sapeva che lei lo sapeva, che la superficie dei sinistridi era tanto sensibile quando non erano nella forma ovoidale!

Dua disse: — Ho pensato una cosa, Odeen… Se l’altro universo manda un po’ delle sue leggi dentro il nostro per mezzo della Pompa Positronica, anche il nostro universo manderà lo stesso po’ delle sue dentro il loro, vero?

Odeen mugolò sotto il tocco di Dua e cercò di scansarla senza sconvolgere troppo i bambini. Poi ansimò: — Non posso risponderti se non la smetti, mascalzoncella di una mediana!

Dua smise subito e Odeen riprese: — Il tuo è un ottimo ragionamento, Dua! Sei una creatura piena di sorprese, sai? La tua idea è esatta, naturalmente. Le leggi si mescolano nei due sensi… Tritt, per favore, vuoi portar fuori i piccoli?

Ma i due briganti scapparono via da soli. Non erano più “piccoli”, infatti! Erano quasi del tutto cresciuti, quasi adulti. Annis avrebbe presto cominciato la sua istruzione e Torun aveva già assunto la forma squadrata dei Paterni.

Tritt rimase dov’era e pensò che Dua diventava bellissima quando Odeen le parlava in quel modo.

Dua disse: — Se le altre leggi rallentano il nostro Sole e lo raffreddano, le nostre leggi non accelereranno forse i loro soli e non li riscalderanno?

— Perfettamente esatto, Dua! Un Razionale non potrebbe ragionare meglio.

— E di quanto li riscalderanno?

— Oh, non di molto. Diventeranno solo un pochino più caldi, appena appena.

Dua ribatté: — Ma è proprio qui dove io sento quel qualcosa di brutto!

— Be’, ecco, il guaio sta nel fatto che i loro soli sono così enormi. Non ha molta importanza che i nostri piccoli soli diventino un poco più freddi. Persino se diventassero freddi del tutto non importerebbe, finché avessimo in funzione la Pompa Positronica. Però, con stelle grandi, anzi enormi, anche un piccolo aumento di calore può causare guai. In ognuno di quei soli c’è talmente tanta materia, che accelerare anche di poco la fusione nucleare lo farà esplodere.

— Esplodere! Ma allora cosa succederà alla gente?

— Che gente?

— La gente dell’altro universo.

Per un momento Odeen restò interdetto, poi mormorò: — Non lo so.

— Be’, cosa succederebbe se il nostro Sole esplodesse?

— Il nostro Sole non può esplodere.

(Tritt si chiese dove fosse il motivo di tutta quell’eccitazione. Come poteva esplodere un Sole? Eppure, Dua sembrava sempre più arrabbiata e Odeen sempre più confuso.)

Dua replicò: — Ma se esplodesse? Diventerebbe molto caldo?

— Immagino di sì.

— Non ci ucciderebbe tutti?

Odeen esitò, poi rispose, chiaramente seccato: — Che differenza fa, Dua? Il nostro Sole non può esplodere. Non fare domande sciocche!

— Mi hai detto tu di fare domande, Odeen!, e fa una grossa differenza, perché la Pompa Positronica funziona nei due sensi. Noi abbiamo bisogno della loro metà di pompa, come loro della nostra metà.

Odeen la fissò sbalordito — Questo io non te l’ho mai detto.

— Ma io lo sento.

Odeen disse: — Tu senti una gran quantità di cose, fin troppe. Dua…

Ma Dua si mise a urlare. Era fuori di sé. Tritt non l’aveva mai vista in quelle condizioni. Disse: — Non cambiare argomento, Odeen! E non tirarti indietro e non tentare di farmi passare per una stupida totale… un’Emotiva qualunque! L’hai detto tu che ragiono quasi come un Razionale, e io so di essere abbastanza Razionale da capire che la Pompa Positronica non funzionerebbe senza gli esseri-altri. Se la gente di quell’altro universo verrà distrutta, la Pompa Positronica si fermerà e il nostro Sole diventerà più freddo che mai e noi moriremo di fame. Non credi che questo sia importante?

Anche Odeen si mise a urlare, adesso: — Questo dimostra quello che sai tu! Noi abbiamo bisogno del loro aiuto perché l’energia che ci fornisce la Pompa è a bassa concentrazione e siamo costretti a trasferire materia di qua e di là. Ma se il Sole dell’altro universo esploderà, avremo un flusso gigantesco di energia. Un flusso enorme che durerà per un tempo uguale a un milione di vite. Ci sarà così tanta energia che potremo spillarla direttamente, senza scambi di materia nei due sensi. Perciò noi non abbiamo bisogno di loro, e non ha importanza che cosa gli succederà…

Erano così vicini che quasi si toccavano. Tritt ne fu inorridito. Avrebbe dovuto dire qualcosa, dividerli, parlargli per farli calmare. Ma non riusciva a pensare a niente da dire. Poi risultò che non era necessario.

Sulla soglia della caverna era comparso un Duro. No, ce n’erano tre. Avevano anche cercato di parlare ma nessuno li aveva sentiti.

Tritt strillò: — Odeen! Dua!

Poi tacque, tremando tutto. Aveva il pauroso presentimento di quello che i Duri erano venuti a fare, di quello che avrebbero detto. Decise che doveva andarsene.

Ma un Duro estese una delle sue opache appendici permanenti e disse: — Non andar via.

Il tono era aspro, per niente amichevole. E Tritt ebbe più paura che mai.

4a

Dua era furibonda. Era talmente piena di collera che, quasi, non percepiva i Duri. Le sembrava di soffocare per tutti gli elementi che componevano quella collera, ognuno dei quali la colmava fino all’orlo, separatamente: erano un senso d’ingiustizia per il fatto che Odeen aveva tentato di mentirle, un senso d’ingiustizia che la gente di un intero pianeta dovesse morire, un senso d’ingiustizia che le fosse tanto facile imparare, mentre non le era mai stato permesso di farlo.