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— Vedete, ormai vi state abituando a guardarmi senza imbarazzo… e sicuramente ci sono state epoche sulla Terra quando la nudità non era giudicata sconveniente.

— Epoche e località — convenne lui — ma non dopo la Crisi. Da quando sono nato…

— Be’, sulla Luna comportatevi come i Lunariti. È il meglio che vi conviene fare.

— Per favore, volete sì o no dirmi il motivo per cui mi avete portato qui, o devo incominciare a credere che volete sedurmi?

— Se volessi, potrei farlo benissimo a casa, dove staremmo molto più comodi. No, si tratta di ben altro… — esitò, prima di continuare.

— E allora? — la incitò Denison.

— Barron è arrabbiato. Molto arrabbiato.

— Non mi sorprende. Vi avevo detto che si sarebbe arrabbiato se gli aveste svelato che io so che siete una Intuitiva. Non capisco perché abbiate ritenuto necessario dirglielo.

— Perché è difficile nascondere a lungo qualche cosa al mio… compagno di letto. Anche se forse non si considera più tale.

— Mi spiace.

— Oh, tanto le cose si stavano già guastando. È durato anche troppo. Quello che mi preoccupa veramente — e molto — è che lui rifiuta di accettare la vostra interpretazione dei risultati degli esperimenti fatti col Pionizzatore in superficie.

— Vi ho detto che sarebbe successo così.

— Barron dice di aver visto i vostri risultati.

— Gli ha dato una rapida occhiata e li ha subito scartati.

— È davvero deludente! Possibile che uno debba credere solo a quello che desidera?

— Sì, finché gli è possibile. E talvolta anche oltre.

— E voi?

— Vi domandate se sono umano? Certo. Non credo di essere davvero vecchio. Sono convinto di essere attraente. Credo che voi cerchiate la mia compagnia perché mi trovate affascinante… anche se insistete a parlare di cose serie.

— Per piacere! Non sto scherzando.

— Be’, penso che Neville vi abbia detto che i dati da me raccolti non sono indicativi al di là di un margine di errore; il che li rende dubbi. E questo è abbastanza vero, tuttavia io penso che abbiano il significato che mi aspettavo di trovare.

— Solo perché ci volete credere?

— Non solo per questo. Guardiamo le cose da un altro punto di vista. Supponiamo che la Pompa non sia pericolosa ma che io insista a crederla tale. In questo caso sarei uno stupido, e la mia reputazione scientifica ne risentirebbe. Ma io sono già uno stupido agli occhi della gente che conta e non godo della minima reputazione scientifica.

— Perché, Ben? Avete fatto spesso delle allusioni, ma non mi avete mai raccontato tutto per filo e per segno.

— Oh, rimarrete stupita nel constatare quanto poco c’è da dire. A venticinque anni ero ancora così infantile da insultare uno stupido per il solo motivo che era stupido. E poiché non aveva colpa, se era così, mi rivelavo più stupido io di lui. Grazie ai miei insulti, quel tale ha raggiunto vette che altrimenti non credo sarebbe mai riuscito a scalare.

— State parlando di Hallam?

— Proprio di lui. E mentre Hallam saliva, io scendevo, finché non precipitai… sulla Luna.

— È stato un gran male?

— Tutt’altro. Credo anzi che sia stato un bene. Diciamo quindi che, alla lunga, mi ha addirittura fatto un piacere… Ma torniamo all’argomento di prima. Vi ho spiegato che se fossi convinto che la Pompa è pericolosa mentre non lo è, non avrei niente da perdere. Invece, se credessi che la Pompa è innocua, mentre non lo è, contribuirei alla distruzione del mondo. Ormai ho già vissuto più di metà della vita e non ho alcun motivo per amare l’umanità. Però quelli che mi hanno fatto del male sono pochi, e se in cambio io danneggiassi tutti farei pagare un interesse troppo esoso. Se poi volete un motivo meno nobile, Selene, pensate a mia figlia. Poco prima della mia partenza per la Luna ha richiesto il permesso di avere un bambino. Credo che lo otterrà e quindi fra non molto diventerò nonno. Ebbene, mi piace pensare che il mio nipotino possa avere una vita lunga e normale. Per questo, preferisco credere che la Pompa sia pericolosa, e agire di conseguenza.

— È proprio questo che voglio sapere! — esclamò Selene. — La Pompa è pericolosa, o no? Voglio la verità, non quello che uno preferisce credere.

— Dovrei essere io a chiederlo a voi. Siete voi l’Intuitiva. Cosa vi suggerisce l’intuito?

— È proprio questo che mi preoccupa, Ben. Non riesco a esser certa di niente. Tendo a pensare che la Pompa è pericolosa, ma può darsi che lo faccia perché voglio crederlo.

— D’accordo. Forse è così. Perché?

Selene sorrise, alzando le spalle. — Sarebbe bello se Barron avesse torto. Quando è sicuro di qualche cosa, lo è in modo talmente offensivo!

— Capisco. Vi piacerebbe vedere la sua faccia quando fosse costretto a ritrattare le sue convinzioni. Mi rendo benissimo conto di quanto possa essere intenso un desiderio di questo genere. Per esempio, se la Pompa fosse pericolosa e io potessi provarlo, sarei considerato il salvatore dell’umanità. Ma quello che mi interesserebbe più di ogni altra cosa sarebbe l’espressione della faccia di Hallam. Non è un sentimento di cui andare fiero, per cui ho il sospetto che insisterò a divi, dere a metà il merito con Lamont, il quale dopotutto se lo merita, e mi limiterò a godere osservando la faccia di Lamont mentre lui guarda quella di Hallam. Così, non mi sentirei più tanto meschino… Ma sto dicendo un sacco di sciocchezze… Selene?

— Sì, Ben.

— Quando avete scoperto di essere una Intuitiva?

— Non lo so.

— Immagino che all’università abbiate studiato fisica.

— Sì, e anche un po’ di matematica. Ma non ci ero molto portata. A pensarci, non riuscivo molto bene neppure in fisica. Quando mi trovavo con l’acqua alla gola, tiravo a indovinare le risposte, e spesso imbroccavo quelle giuste. E se chiedevano come ci fossi arrivata, non sapevo spiegarlo. I professori pensavano che li volessi prendere in giro, ma non potevano provarlo.

— Non sospettavano, che foste una Intuitiva?

— Non credo. Allora, non ci pensavo neanch’io. Finché, be’, uno dei miei primi compagni di letto era un fisico. Anzi, è il padre di mio figlio, dato che ha fornito lui il seme. Aveva un problema di fisica che non riusciva a risolvere, é me ne parlò un giorno, a letto, così, tanto per parlare, credo. E io gli dissi: “Sai cosa dovrebbe essere, secondo me?” e gli spiegai quella che, a mio parere, era la soluzione. Lui l’applicò, tanto per il gusto di farlo, e scoprì che funzionava. Fu il primo passo per la realizzazione del Pionizzatore, che — come avete detto anche voi — è molto superiore al protosincrotrone.

— Volete dire che è stato idea vostra? — Denison mise un dito sotto l’acqua che sgocciolava, e fece per metterselo in bocca. Ma prima domandò: — È potabile?

— Assolutamente sterile, ma viene immessa nelle cisterne per essere depurata, in quanto è satura di solfati, carbonati e altre sostanze che le conferiscono un sapore sgradevole.

— Avete inventato voi il Pionizzatore? — insisté Denison.

— Inventato, no. Io ho solo intuito il concetto originale. Svilupparlo, è stata una cosa molto, molto difficile e laboriosa. Il merito va quasi tutto a Barron.

— Selene, voi siete un fenomeno stupefacente. Dovreste essere esaminata a fondo dai biologi molecolari.

— Credete? Io preferisco divertirmi in modo diverso.

— Una cinquantina d’anni fa il boom della tecnica genetica era al culmine.

— Lo so, ma poi raggiunse tali eccessi, per cui venne posta fuori legge. Però conosco qualcuno che si dedica ancora a questo genere di studi…

— Volete dire che si occupano dell’intuitività?