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— No, questo non credo.

— Ah, ma è invece lì che voglio arrivare. Quando gli studi di tecnica genetica avevano raggiunto il massimo della diffusione, si fecero dei tentativi per stimolare le doti di intuizione. Si sosteneva che un intuito superiore fosse il prodotto di una particolare combinazione genetica, e si fecero le più svariate speculazioni sulle qualità di questa combinazione.

— Immagino che ne esistesse più d’una.

— E io immagino che se è stato l’intuito a suggerirvi questa risposta, avete indovinato. Ma qualcuno insisteva che un gene o un piccolo gruppo di geni avesse un’importanza particolare nella combinazione, al punto da poterlo definire Gene Intuitivo… poi gli studi furono interrotti.

— Come dicevo.

— Prima, però — proseguì Denison — erano stati fatti tentativi per accrescere il potenziale dell’intuito, e pare che in certi casi i risultati fossero stati positivi. Sono sicuro che i geni alterati entrarono nel circolo genetico, e se voi per caso ereditaste… Qualcuno dei vostri nonni fu sottoposto a esperimenti di tecnica genetica?

— No, che io sappia — rispose Selene — ma non posso escluderlo. Uno di loro avrebbe anche potuto… ma, se non vi spiace, preferisco non indagare a fondo. Non voglio sapere.

— Forse è meglio. Quel genere di esperimenti piaceva molto poco al grosso pubblico, e chiunque fosse considerato un prodotto della tecnica genetica non era ben visto. Dicevano, per esempio, che l’intuito era legato ad altre caratteristiche poco simpatiche.

— Grazie.

— Non sono io a dirlo. Chi possiede un intuito eccezionale ispira immancabilmente invidia e ostilità. Perfino un intuitivo gentile e angelico come Michael Faraday suscitò l’invidia e l’odio di Humphry Davy. E nel vostro caso…

— Io non suscito di certo odio e invidia.

— No, non credo. Ma cosa ne pensa Barron Neville?

Selene non rispose.

— Quando vi conosceste, immagino che le vostre doti fossero già note.

— Non molto note. Solo alcuni fisici sapevano, ma poiché anche qui, come sulla Terra, nessuno è disposto a cedere il merito ad altri, penso che fossero convinti più o meno in buona fede che si fosse trattato di una supposizione fortuita, niente più. Ma Barron, naturalmente, sapeva.

— Capisco.

Selene torse le labbra: — Ho la sensazione che vorreste dire: “Dunque, è per questo che si è interessato a voi”.

— Ma no, Selene. Siete abbastanza attraente perché un uomo possa desiderarvi senza secondi fini.

— Sono anch’io dello stesso parere, ma — come si dice — tutto fa brodo, e Barron non poteva non interessarsi alle mie doti di Intuitiva. E perché mai non avrebbe dovuto? Solo, insistette perché continuassi a fare la guida turistica. Sosteneva che io sono una importante risorsa naturale della Luna e non voleva che la Terra mi monopolizzasse come ha monopolizzato il protosincrotrone.

— Che strana idea. Ma forse pensava che meno gente era al corrente delle vostre doti, meno sarebbero stati quelli che avrebbero attribuito a voi parte del merito delle sue invenzioni.

— Adesso parlate come Barron!

— Ah sì? E suppongo che si secchi molto quando il vostro intuito dà risultati particolarmente brillanti.

— Barron è un tipo sospettoso — disse lei scrollando le spalle, — Ognuno ha i suoi difetti.

— Allora vi pare prudente stare sola con me?

— Adesso non irritatevi perché lo difendo — protestò brusca Selene. — Non pensa neppur lontanamente che fra noi due possano esserci rapporti sessuali. Voi venite dalla Terra. Anzi, dirò più: incoraggia la nostra amicizia. Pensa che possa imparare molto da voi.

— Ed è vero? — domandò freddamente Denison.

— Sì… Però, se questo è il motivo principale per cui lui incoraggia la nostra amicizia, per me non è così.

— Qual è il vostro motivo?

— Come sapete benissimo, e come bramate di sentirmi dire, mi piace stare con voi. Se così non fosse, potrei ottenere ciò che voglio in molto meno tempo.

— Va bene. Amici, allora?

— Amici, sicuro!

— Potrei sapere cosa avete imparato da me?

— È lungo da spiegare. Sapete che il motivo per cui non possiamo installare una Stazione di Pompaggio è che non siamo in grado di localizzare il para-universo, mentre loro possono localizzare noi. Questo accade o perché sono molto più intelligenti o perché sono molto più progrediti di noi.

— Il che non è detto che sia la stessa cosa — disse Denison.

— Lo so, e per questo ho detto “o”. Ma potrebbero anche essere più tardi e meno progrediti, ma molto più difficili da localizzare. Il problema potrebbe esser tutto qui: è difficile localizzarli. Se la interazione nucleare forte è molto più forte nel loro universo, le loro stelle devono per forza essere molto più piccole e più piccoli saranno anche, di conseguenza, i pianeti. Quindi, il loro mondo individuale dovrebbe essere più difficile da localizzare del nostro.

— È un’ipotesi affascinante.

— Prendiamo poi in considerazione gli scambi di proprietà tra un universo e l’altro, che servono a indebolire la loro interazione nucleare forte, a raffreddare i loro soli, mentre rafforzano la nostra interazione nucleare e riscaldano i nostri soli fino a farli esplodere. Che cosa implica tutto questo? Immaginiamo che loro riescano a procurarsi energia senza il nostro aiuto, ma solo a un rendimento rovinosamente basso. In circostanze normali, questo sarebbe molto, molto poco pratico. Loro hanno bisogno che li aiutiamo a dirigere nella loro direzione energia concentrata, fornendo tungsteno 186 e ricevendo in cambio plutonio 186. Ma supponiamo che il nostro braccio galattico esploda, trasformandosi in una quasar. In questo caso si verificherebbe una produzione di energia concentrata in prossimità del sistema solare molto più intensa dell’attuale e della durata di milioni di anni.

“Una volta formatasi una quasar, anche una produzione rovinosamente bassa sarebbe sufficiente. Perciò a loro non importerebbe se noi fossimo distrutti o meno, anzi, la nostra distruzione li avvantaggerebbe. Finché esistiamo, sussiste la possibilità che per un motivo o per l’altro facciamo fermare la Pompa, e loro non potrebbero riattivarla da soli. Ma dopo l’esplosione, non dovrebbero più dipendere da noi. E per questo chi dice ’Se la Pompa è pericolosa perché quei cervelloni dei para-uomini non la fermano?’ non sa quello che dice.”

— È un’idea di Neville, questa?

— Sì.

— Ma il para-sole continuerebbe a raffreddarsi, no?

— Che importerebbe? — ribatté con impazienza Selene. — Con la Pompa, non dipendono più dal sole.

— Forse non lo sapete — disse allora Denison con un profondo sospiro — ma sulla Terra correva voce che Lamont avesse ricevuto dai para-uomini un messaggio in cui dicevano che la Pompa è pericolosa ma che loro non possono fermarla. Naturalmente, nessuno l’ha preso sul serio… ma supponiamo che sia vero. Supponiamo che Lamont abbia ricevuto questo messaggio. Non potrebbe darsi il caso che qualche para-uomo sia così altruista da non volere la nostra distruzione, ma sia nel contempo impossibilitato ad agire perché la maggioranza bada solo al proprio vantaggio?

— Potrebbe essere così — ammise Selene. — Sapevo, o meglio, intuivo tutto questo prima che entraste in scena voi. Ma poi diceste che tra uno e l’infinito niente ha senso, ricordate?

— Certo.

— Bene. La differenza tra universo e para-universo sta così palesemente nell’interazione nucleare forte, che finora non si è preso in considerazione altro. Ma di interazioni non ce n’è una sola, bensì quattro. Oltre alla nucleare forte, c’è l’elettromagnetica, la nucleare debole e la gravitazionale con gradi di intensità di 130:1:10-10:10-42. Ma se ne prendiamo in considerazione quattro, perché non possiamo supporre che ne esista un numero infinito, con tutte le altre troppo deboli per essere evidenziate o per influenzare in qualche modo il nostro universo?