— Però sarebbe una cosa fattibile, no?
— In secondo luogo — proseguì Denison senza rilevare l’interruzione — se disponiamo di due enormi fonti di energia situate in direzioni opposte, col nostro universo in mezzo, se i due sbocchi fossero troppo vicini si verificherebbe una specie di corto circuito. Tenendoli alla distanza di un quarto di milione di miglia di vuoto, con la Pompa Elettronica che funziona solo sulla Terra e la cosmeg sulla Luna, avremmo una situazione ideale… anzi, necessaria. E quindi, se dovremo operare sulla Luna sarebbe saggio, per non dire doveroso, tener conto della suscettibilità dei fisici lunari. Dobbiamo dividere la torta anche con loro.
— Questo è il parere della signorina Lindstrom? — domandò Gottstein con un sorriso.
— Penso di sì. Basterebbe chiederglielo. Comunque, mi pare una proposta abbastanza logica perché possa essermi venuta in mente senza bisogno che me la suggerisse qualcuno.
Gottstein si alzò, stiracchiandosi, poi fece qualche saltello flettendo le ginocchia e ricadendo con lo strano effetto al rallentatore dovuto alla gravità lunare.
Infine, tornò a sedersi, e disse: — Non avete mai provato a farlo, dottor Denison?
Denison fece un cenno di diniego.
— Pare che favorisca la circolazione nelle estremità inferiori — spiegò. — Lo faccio tutte le volte che sento le gambe intorpidirsi. Fra non molto farò un breve viaggio sulla Terra e cerco di non assuefarmi troppo alla gravità lunare… E adesso, vogliamo parlare della signorina Lindstrom, dottor Denison?
— Cosa c’è da dire? — disse l’altro, cambiando tono. — È una guida turistica.
— Sì, me l’avete già detto. E io vi ho fatto osservare che mi pare un tipo insolito di assistente, per un fisico.
— Per la precisione, io sono un fisico dilettante, come credo che lei sia un’assistente dilettante.
Gottstein non sorrideva più. — Non cercate di ingannarmi, dottore. Mi sono presa la briga di fare indagini sul suo conto. Il suo curriculum è rivelatore, oserei dire, e chiunque avesse indagato in merito se ne sarebbe accorto. Io credo che sia un’Intuitiva.
— L’intuito è un dono comune a molti. In un certo senso, arriverei a dire che anche voi siete un Intuitivo. In un altro senso ancora, anch’io lo sono, e di sicuro.
— È diverso. Voi siete uno scienziato che sa il fatto suo, e io, almeno lo spero, sono un esperto amministratore. La signorina Lindstrom di professione fa la guida turistica, mentre invece possiede tali doti di intuito per cui vi è utile nei vostri lavori di fisica teorica.
Denison ebbe un momento di esitazione. — Ha fatto un po’ di pratica. Possiede, è vero, un intuito eccezionale, che però non tiene sotto controllo consapevole.
— Che sia un risultato dei programmi di tecnica genetica svoltisi qualche decennio fa?
— Non lo so, però non mi stupirei se lo fosse.
— Vi fidate di lei?
— In che senso? Mi ha aiutato.
— Sapete che è la moglie del dottor Barron Neville?
— Sono legati da un rapporto sentimentale, non legale, almeno credo.
— Qui sulla Luna nessun rapporto si può definire legale secondo i nostri schemi. Si tratta dello stesso Neville che vorreste far figurare come terzo autore della relazione che scriverete?
— Sì.
— Ed è solo una coincidenza?
— No. Neville si è interessato a me quando sono arrivato, e credo che abbia chiesto a Selene di aiutarmi nel mio lavoro.
— È stata lei a dirvelo?
— Lei mi ha detto che il mio lavoro lo interessava, il che mi pare abbastanza naturale.
— Non avete mai pensato, dottor Denison, che la signorina Lindstrom possa lavorare anche per il suo interesse e per quello del dottor Neville?
— In che cosa i loro interessi differirebbero dai nostri? Lei mi ha aiutato senza riserve.
Gottstein cambiò posizione e allargò le spalle come se volesse stendere i muscoli. — Il dottor Neville non può ignorare che la donna con cui è in rapporti intimi è una Intuitiva. E credete che non se ne approfitti? Perché dovrebbe continuare a fare la guida turistica se non per mascherare le sue capacità per uno scopo preciso?
— Pare che il dottor Neville sia solito ragionare in modo contorto. Io invece non sono portato a vedere complotti inutili.
— Come fate a sapere che sono inutili? Quando la mia capsula spaziale stava per scendere sulla superficie, subito prima che sopra le vostre apparecchiature si formasse quella sfera di radiazioni, vi guardavo, e voi non eravate al Pionizzatore.
— No, infatti — ammise Denison dopo averci pensato. — Guardavo le stelle come mi capita spesso di fare quando sono in superficie.
— E la signorina Lindstrom cosa stava facendo?
— Non lo so. Lei dice che continuò a rafforzare il campo magnetico finché non le riuscì di produrre la frattura.
— È normale che sia lei a manovrare gli apparecchi in vostra assenza?
— No, ma capisco come abbia provato l’impulso di farlo.
— E si sarebbe verificata una specie di… fuoruscita?
— Non capisco.
— Forse non capisco nemmeno io. Alla luce della Terra, ho notato una scintilla che pareva un oggetto in volo. Non so cosa fosse.
— Nemmeno io.
— Non vi viene in mente che possa aver attinenza con l’esperimento, per cui…?
— No.
— E allora che cosa stava facendo la signorina Lindstrom?
— Continuo a ignorarlo.
Seguì un breve silenzio, che il Commissario ruppe per dire: — Torniamo a noi. Per prima cosa, cercate di ovviare a quella instabilità, poi pensate alla relazione. Io intanto mi darò da fare, e durante la mia prossima visita sulla Terra prenderò accordi perché venga pubblicata e sottoposta all’attenzione del governo…
Era un congedo. Denison si alzò, e il Commissario disse: — E pensate a Neville e alla signorina Lindstrom.
17
Era una pesante stella di radiazioni, più grossa e più luminosa, e Denison, avvertendone il calore attraverso il visore del casco, arretrò. In quelle radiazioni erano presenti tracce di raggi X, e sebbene la tuta gli offrisse una protezione sufficiente, tuttavia era meglio non correre rischi inutili.
— Credo che ormai non ci siano più dubbi — mormorò Denison. — Il punto di rottura è stabile.
— Ne sono assolutamente sicura — disse Selene.
— Interrompiamo le prove e torniamo in città.
Si incamminarono lentamente, Denison, per quanto strano possa sembrare, si sentiva demoralizzato. Ormai incertezze ed eccitazione erano superate. Non c’erano più da temere insuccessi. Il governo stava già occupandosi della scoperta, e la cosa gli sarebbe sfuggita sempre più dalle mani.
— Penso che sia venuto il momento di incominciare la relazione.
— Già — si limitò a dire Selene.
— Avete parlato ancora con Barron?
— Sì.
— Ha cambiato idea?
— Per niente. Si rifiuta di partecipare… Ben…
— Cosa?
— Credo che sia inutile parlargli. Si rifiuta di collaborare a qualsiasi progetto di cui si occupi anche il governo terrestre.
— Non gli avete spiegato la situazione?
— Fin nei minimi particolari.
— E continua a rifiutare?
— Ha chiesto di parlare con Gottstein, e il Commissario gli ha fissato un appuntamento al suo ritorno dalla Terra. Bisognerà aspettare fino ad allora. Forse, Gottstein riuscirà a persuaderlo, ma ne dubito.