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— Siete al corrente degli esperimenti della pompa cosmeg? Sapete quali ne sono le implicazioni?

— So tutto. Sono perfettamente al corrente, come voi due.

— Allora tralascerò i preliminari. Sono appena tornato dalla Terra, dottor Neville, ed è già stato stabilito il programma per il prossimo futuro. In tre diversi punti della superficie lunare verranno installate tre grandi stazioni di pompe cosmeg, in maniera che una stia sempre nell’ombra. Le altre due lo saranno per metà del tempo. Quelle che si troveranno nell’ombra genereranno di continuo energia, che per la maggior parte verrà irradiata nello spazio. Il nostro scopo non sarà di servirci per fini pratici di quella energia, ma per controbilanciare i mutamenti nelle intensità di campo prodotti dalla Pompa Elettronica.

— Per qualche anno — lo interruppe Denison — dovremo controbilanciarla allo scopo di riportare questa parte di universo nelle condizioni in cui era prima che la Pompa incominciasse a funzionare.

— E Luna City ne avrà dei vantaggi? — volle sapere Neville.

— Sì, se sarà necessario. Secondo noi le batterie solari dovrebbero essere sufficienti ai vostri fabbisogni, ma non vi sono obiezioni a che possiate avere qualche supplemento d’energia.

— Molto gentile da parte vostra — disse Neville senza curarsi di nascondere il sarcasmo. — E chi costruirà e farà funzionare le pompe cosmeg?

— Tecnici e operai lunariti, speriamo.

— Tecnici e operai lunariti senza dubbio — corresse Neville. — I Terrestri sarebbero troppo goffi e impacciati per poter lavorare con profitto sulla Luna.

— Avete ragione — ammise Gottstein. — Abbiamo fiducia nella collaborazione dei Lunariti.

— E chi deciderà sulla quantità di energia da produrre, su quanta ne andrà adoperata per i fabbisogni locali e quanta invece dovrà essere dispersa nello spazio?

— Le decisioni toccheranno al Governo — dichiarò Gottstein.

— Allora i Lunariti dovranno lavorare mentre i Terrestri si limiteranno a impartire gli ordini — disse Neville.

— No — rispose calmo Gottstein. — Lavoreremo di comune accordo, per il bene di tutti.

— Parole! Ma resta il fatto che sarete voi a prendere le decisioni — insisté Neville. — No, Commissario. La mia risposta è no.

— Volete dire che vi rifiuterete di costruire le stazioni cosmeg?

— No, le costruiremo, ma per nostro uso e consumo. Decideremo noi quanta energia usare e quanta disperdere.

— No, così non può andare. Bisogna che lavoriate in continuo contatto col governo terrestre in quanto l’energia della pompa cosmeg dovrà servire a controbilanciare quella della Pompa Elettronica.

— Provvederemo anche a questo, ma abbiamo anche altri progetti in cantiere. L’energia non è l’unico prodotto di quantità illimitata derivante dal contatto di due o più universi.

— Sappiamo che ci sono anche alcune leggi di conservazione — lo interruppe Denison.

— Sono lieto che ve ne siate resi conto — disse Neville lanciandogli un’occhiata ostile. — E fra queste ci sono la velocità lineare e la velocità angolare. Fin quando un oggetto risponde al campo gravitazionale in cui è immerso, e a quello solamente, si trova in caduta libera e può conservare la propria massa. Per potersi muovere in qualsiasi altra direzione deve accelerare in senso anti-gravitazionale e perché ciò si possa verificare parte di esso deve sottostare a un cambio in senso opposto.

— Come nei reattori — commentò Denison — che devono emettere massa in una direzione perché il resto della massa possa accelerare nella direzione opposta.

— Immaginavo che voi lo sapeste, dottor Denison — disse Neville — ma volevo che la cosa fosse chiara per il Commissario. La perdita di massa può essere ridotta al minimo se la sua velocità viene enormemente aumentata, poiché la quantità di moto è uguale alla massa moltiplicata per la velocità. Ciononostante, per quanto grande sia la velocità, parte della massa deve essere eliminata. Se la massa che deve accelerare è originariamente enorme, anche la massa che deve essere scartata sarà enorme. Se, per esempio, la Luna…

— La Luna! — esclamò sbalordito Gottstein.

— Sì, la Luna — disse imperturbabile Neville. — Se dovessimo far uscire la Luna dalla sua orbita per lanciarla verso la parte esterna del sistema solare, per mantenere la quantità di moto occorrerebbero enormi sforzi, che renderebbero inattuabile la cosa. Ma se invece la quantità di moto potesse esser trasferita dal cosmeg in un altro universo, la Luna potrebbe accelerare senza perdere massa. Sarebbe come spingere una barca controcorrente piantando un palo sul fondo, per darvi un’idea che ho ricavato da un libro terrestre.

— Ma perché? Voglio dire, perché vorreste spostare la Luna?

— Mi pare ovvio. A cosa ci serve la presenza soffocante della Terra? Abbiamo l’energia che ci occorre; disponiamo di un mondo dotato di tutte le comodità e in cui c’è spazio anche per le generazioni future, almeno per qualche secolo. Perché non dovremmo essere indipendenti? E poi, sarà così, Sono venuto apposta per dirvi che non ci potete fermare e per consigliarvi caldamente di non interferire. Faremo come vi ho detto. Noi Lunariti sappiamo come e dove costruire le pompe cosmeg. Adopereremo tutta l’energia di cui avremo bisogno e ne produrremo in eccesso allo scopo di neutralizzare i cambiamenti provocati dalle vostre stazioni di pompaggio.

— Da come presentate le cose — disse con ironia Denison — pare che agiate per il nostro bene, ma non è certo così. Se le nostre Pompe Elettroniche fanno esplodere il Sole, questo avverrà molto prima che voi riusciate a uscire dalla zona interna del sistema solare, e sarete coinvolti nella catastrofe.

— Può anche darsi — ammise Neville — ma dal momento che produrremo energia in sovrabbondanza, questo non si verificherà.

— Ma non potete farlo! — esclamò eccitato Gottstein — non potete andarvene. Se vi allontanerete troppo, la pompa cosmeg non riuscirà a neutralizzare la Pompa Elettronica. Non è vero, Denison?

Denison scrollò le spalle. — Secondo un rapido calcolo mentale che ho fatto in questo momento, questo dovrebbe avvenire quando raggiungeranno la zona di Saturno. Ma ci vorranno anni prima che arrivino fin là e ora di allora noi avremo certamente fatto in tempo a costruire stazioni spaziali nell’orbita che era della Luna, e sulle quali avremo installato pompe cosmeg. In effetti, dunque, non abbiamo bisogno della Luna. Può andarsene… solo che non lo farà.

— Cosa ve lo fa pensare? — domandò Neville con un sorriso beffardo. — Nessuno può impedircelo. I Terrestri non potranno in alcun modo imporci la loro volontà.

— Non ve ne andrete perché è perfettamente inutile farlo. Perché smuovere tutta la Luna? Per poter raggiungere un’accelerazione sufficiente ci vorrebbero anni, data la massa della Luna. Vi sposterete, sì, ma con una lentezza esasperante. Perché invece non costruite delle navi stellari, grandissime, dotate di pompe cosmeg, con un’ecologia indipendente? Con la spinta del cosmeg farete meraviglie. Se anche doveste impiegare vent’anni a costruire le navi, poi potreste viaggiare a una tale velocità da superare in meno di un anno la Luna, supponendo che cominciasse adesso a muoversi. Le navi potrebbero cambiar rotta in una frazione di secondo rispetto al tempo che ci impiegherebbe la Luna.

— E cosa succederebbe all’universo se le pompe cosmeg non fossero controbilanciate?

— La quantità di energia necessaria a una o più navi stellari sarà molto ma molto minore di quella necessaria per spostare un pianeta e sarà distribuita in diverse e ampie zone dell’universo. Occorreranno milioni di anni prima che si verifichino cambiamenti degni di nota. E inoltre ci guadagnareste enormemente in manovrabilità e velocità.

— Non abbiamo fretta — mormorò Neville che aveva perso la sua primitiva baldanza. — Abbiamo solo fretta di allontanarci dalla Terra.