«Sì, come no? Sai quanti uomini sono finiti in galera per avere detto quella frase?»
Sam aprì la porta e se la sbatté alle spalle, facendola rimbalzare sugli stipiti. «Quanti anni ha quella ragazza?» mi chiese.
«Diciotto» risposi. Mi girava la testa. Lo sapevo, ne ero sicuro, ma non riuscivo a ricordarmi perché. «Mi ha detto…»
«Ma Santiddio! E hai preso per buona la sua parola?» Non avevo mai visto Sam perdere le staffe e la cosa mi colpì più di quanto non avessi immaginato. «Alle due e mezzo ti direbbe che sono le tre solo per incasinarti. Non hai neanche controllato?»
«Senti chi parla» scattò O'Kelly. «Chiunque di voi avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento, Dio solo sa quanto tempo avete avuto, e invece no…»
Sam non lo sentì neppure. Continuava a fissarmi, dritto negli occhi, e aveva uno sguardo incendiario. «Ci siamo fidati di te perché a quanto pare dovresti essere un cazzo di detective. Hai mandato la tua collega a farsi crocifiggere senza neanche disturbarti a controllare…»
«Ma ho controllato!» urlai. «Ho controllato nel suo dossier!» Ma già mentre le parole mi uscivano di bocca sapevo, ed era orribile. Un pomeriggio assolato di un po' di tempo prima, cornetta tra orecchio e spalla e O'Gorman che mi blaterava nell'altro orecchio. Stavo parlando con Rosalind, intanto che scartabellavo tra le carte del dossier, per accertarmi che fosse idonea come adulta per assistere al colloquio che avrei avuto con Jessica. E anche allora forse già intuivo inconsciamente che non potevo fidarmi di lei, altrimenti perché mi sarei dovuto preoccupare di controllare un dettaglio così insignificante? Avevo trovato la pagina con i dati anagrafici della famiglia ed ero sceso fino alla data di nascita di Rosalind, avevo sottratto gli anni…
Sam si era allontanato e stava sfogliando frenetico i vari incartamenti. Vidi il momento in cui le spalle gli si ripiegarono di colpo. «Novembre» disse a bassa voce. «Compie gli anni il due novembre. E diventerà maggiorenne.»
«Complimenti» sentenziò O'Kelly, dopo un lungo silenzio. «A tutti e tre, bel lavoro.»
Cassie lasciò andare il fiato. «Inammissibile» dichiarò. «Ogni singola cazzo di parola.» Scivolò lungo la parete fino a sedersi, come se improvvisamente le avessero ceduto le ginocchia, e chiuse gli occhi.
Un suono debole e insistente arrivò dagli altoparlanti. Nella sala degli interrogatori, Rosalind aveva cominciato ad annoiarsi e si era messa a canticchiare sottovoce.
15
Quella sera stessa, Sam, Cassie e io cominciammo a smobilitare la sala operativa. Lavorammo con metodo e in silenzio, staccammo le foto, cancellammo le scritte multicolori dalla lavagna, sistemammo i documenti e i rapporti e li infilammo in scatoloni di cartone stampigliati in blu. Qualcuno aveva appiccato un incendio non lontano da Parnell Street, la sera prima, ed erano morti una profuga nigeriana e il suo bambino di sei mesi. A Costello e a un suo collega serviva la sala.
O'Kelly e Sweeney stavano interrogando Rosalind, in fondo al corridoio, con Jonathan alle spalle che la proteggeva. Mi ero aspettato che l'uomo sarebbe arrivato pronto a sparare a zero su tutti, magari anche a picchiare qualcuno, ma, a quanto pareva, non aveva creato problemi. Quando O'Kelly aveva raccontato ai Devlin, fuori dalla stanza degli interrogatori, quello che Rosalind aveva confessato, Margaret si era voltata verso di lui, aveva respirato profondamente e aveva gridato un selvaggio e rauco: «No!». La sua voce era rimbalzata contro le pareti del corridoio. «No. No. No. Era con le sue cugine. Come può farle questo? Come può… come… Oh, Dio, mi aveva avvisato, mi aveva avvisato che lei le avrebbe fatto questo! Lei…» Mi aveva puntato addosso un dito grasso e tremante e io avevo fatto un balzo prima che avessi potuto controllarmi. «… lei che la chiamava decine di volte al giorno, lei che le chiedeva di uscire, ed è solo una bambina, dovrebbe vergognarsi… e l'altra» aveva continuato, riferendosi a Cassie, «quella ha odiato Rosalind fin dall'inizio, Rosalind ha sempre detto che avrebbe cercato di incolpare lei per… cosa state cercando di farle? Ammazzarmela? Sarete contenti quando l'avrete ammazzata? Oh, mio Dio, la mia povera bambina… Perché la gente dice tutte queste bugie su di lei? Perché? Perché? Perché?» Si era artigliata i capelli ed era scoppiata in orrendi e devastanti singhiozzi.
Jonathan era rimasto immobile in cima alle scale, tenendosi alla balaustra, mentre O'Kelly cercava di calmare Margaret, e lanciandoci occhiate da incenerirci da sopra le spalle della donna. Era in completo e cravatta. Non so bene perché ma me lo ricordo chiaramente, quel vestito. Era blu scuro, con un po' di lucido dove era stato stirato troppe volte, e in qualche modo lo avevo trovato inesprimibilmente triste.
Rosalind era in arresto per omicidio e per aver aggredito un agente. Dall'arrivo dei suoi genitori aveva aperto la bocca solo una volta per sostenere, con labbra tremanti, che Cassie l'aveva colpita allo stomaco con un pugno e che si era solo difesa. Avremmo mandato un dossier all'ufficio del pubblico ministero per entrambe le accuse, ma sapevamo tutti che le prove per l'omicidio erano a dir poco inconsistenti. Non avevamo più nemmeno il collegamento con l'Ombra in Tuta Sportiva per dimostrare che Rosalind era stata complice: infatti la mia seduta con Jessica non era stata eseguita alla presenza di un adulto e non avevo modo di provare che fosse mai accaduta. Avevamo la parola di Damien e una serie di tabulati telefonici, ma era tutto.
Si stava facendo tardi, mancava poco alle otto, e l'edificio era molto tranquillo. Si registravano solo i nostri movimenti e una pioggerellina intermittente che picchiettava sui vetri della sala operativa. Staccai le foto del cadavere e le immagini di famiglia dei Devlin, gli appunti sull'Ombra in Tuta Sportiva e gli ingrandimenti sgranati di Peter e Jamie, tolsi loro gli adesivi usati per appiccicarli alla lavagna e li misi via. Cassie controllò ogni scatola, ci sistemò sopra i coperchi e li contrassegnò con un pennarello nero. Sam girò per la stanza con un sacchetto delle immondizie e raccolse i bicchieri di carta, svuotò i cestini, spazzò le briciole dai tavoli. Aveva delle macchie di sangue secco sul davanti della camicia.
La mappa di Knocknaree cominciava ad arricciarsi ai bordi e un angolino si strappò quando la staccai. Qualcuno ci aveva spruzzato dell'acqua e in alcuni punti l'inchiostro era colato, così che la caricatura dell'immobiliarista di Cassie aveva assunto un che di sinistro. «Questa la mettiamo agli atti» chiesi a Sam, «o…?»
Rimanemmo per un po' a guardarla: piccoli tronchi nodosi e il fumo che usciva dai camini delle case, fragile e nostalgico come quello di una favola. «Forse è meglio di no» rispose dopo un momento. Mi prese la mappa dalle mani, la arrotolò e la infilò nel sacchetto dell'immondizia.
«Manca un coperchio» disse Cassie. Delle croste scure e brutte a vedersi si erano formate sui tagli che aveva sulle guance. «Lì non ce ne sono più?»
«Ce n'era uno sotto il tavolo» rispose Sam. «Tieni…» Le lanciò l'ultimo coperchio. Lei lo sistemò e si alzò.
In piedi sotto le luci dei neon, ci guardammo l'un l'altro, i tavoli vuoti e il mucchio di scatole in mezzo a noi. "Tocca a me cucinare questa sera…" fui lì lì per dire, e sentii che lo stesso pensiero attraversò le menti di Sam e Cassie, un'idea stupida e impossibile, anche se non meno dolorosa.
«Bene» fece Cassie in tono pacato, con un lungo respiro. Lanciò un'occhiata alla stanza vuota attorno a noi e si pulì le mani sui jeans. «Direi che questo è tutto.»
Sono consapevole, comunque, del fatto che questa storia non mi pone in una luce particolarmente lusinghiera. So anche che, in quel pochissimo tempo che mi aveva conosciuto, Rosalind aveva fatto di me il cagnolino ammaestrato che correva su e giù per le scale per portarle un caffè, che annuiva mentre spandeva merda sulla mia collega, che, come un adolescente infatuato dei divi del cinema, la sognava come anima gemella. Ma prima che decidiate di ricoprirmi di disprezzo, considerate questo aspetto: ha fregato anche voi. Le vostre chance equivalevano alle mie. Vi ho raccontato tutto quello che vidi come lo vidi in quel momento. E se è stato ingannevole, ricordate: ve l'avevo detto. Ve l'avevo detto fin dall'inizio che io mento.