Выбрать главу

Gli Uber stavano uscendo fuori, impegnandosi in tante piccole scaramucce. Avanzavano a ventaglio, in direzione sud, partendo dall'equatore, inseguendo gruppi di sbandati lungo una fila di collinette e rugginosi mucchi di scorie. Tutti si tenevano bassi, utilizzando ogni tipo di riparo offerto dal terreno. Gli Uber parevano meglio addestrati, usavano in maniera efficace la tattica abbinata dello sparare-e-manovrare, due figure che sparavano con le armi portatili contro una postazione nemica vicina, mentre una terza avanzava verso il più vicino punto riparato.

Sapeva che non avrei mai consentito, così non ha neppure discusso.

L'idea di Virginia era elegante, e lei ne aveva capito ogni implicazione nell'istante stesso in cui le era venuta. Ricordava tutto con chiarezza, con mestizia.

Carl aveva pensato di congiungere le loro cinture, per poi attivare i suoi getti fino a quando non si fossero esauriti. Allora Virginia si sarebbe separata, l'avrebbe lasciato, avrebbe acceso i suoi propulsori e raggiunto Halley. Anche questo espediente non avrebbe fornito loro troppo margine. Cosa ancora peggiore, sarebbe stato pericoloso, giacché i suoi getti non avrebbero sparato direttamente lungo l'asse del sistema bi-corporeo. Ciò significava che Virginia avrebbe dovuto sprecare carburante per conservare l'esatta direzione.

L'alternativa di Virginia era semplice. Si erano legati con un cavo di cento metri e Carl aveva preso accuratamente la mira della patata che era Halley, dieci volte più grande della Luna vista dalla Terra, ma a centocinque chilometri di distanza e che rimpiccioliva rapidamente sempre più. Carl aveva programmato la sua tuta perché emettesse un bip ben chiaro tutte le volte che la sua velocità era allineata sull'opposto del vettore di Halley. Avevano teso al massimo il cavo fra loro, e Carl era stato sul punto di attivare i getti, quando Virginia l'aveva fatto per prima.

— Ehi! — le aveva gridato. — Spegni!

— No, così è meglio, userò la mia riserva fino in fondo.

— Dannazione! Fermati!

— No, Carl. Pensaci. — Avevano già cominciato a ruotare l'uno intorno all'altro quando i getti di Virginia avevano cominciato ad accumulare la loro velocità angolare.

— Accendo anch'io! — aveva urlato.

— Sarebbe stupido. Spreca le tue riserve, e moriremo tutti e due. Aspetta.

— No, non posso…

— Sono come un maiale sotto ghiaccio, qua fuori. Tu puoi pareggiare le velocità e fare il percorso usando il minimo di carburante. E saprai comportarti meglio quando atterrerai in quel manicomio là sotto. Tu sai che è vero. Qui, non è che io mi stia autoimmolando. Lungi da ciò. Fai fiasco, e finiremo tutti e due come ghiaccioli.

— Ho una massa maggiore della tua — lui si era infuriato. — Assumerò una velocità inferiore della tua, così ci vorrà più tempo. È una semplice questione di dinamica.

— Io sto parlando di abilità, non delle leggi di Newton. Tu puoi farcela, Carl, e sai benissimo che io non posso.

— Maledizione, non ti permetterò…

— Troppo tardi. — Dall'altra parte dei cento metri lo aveva salutato allegramente con un gesto della mano, mentre le stelle turbinavano dietro di lei. Il cavo li congiungeva ombelico a ombelico. La forza centrifuga stava piegando lui all'indietro, proprio come se si trovasse appeso per l'ombelico in un campo di gravità.

Lottò per pensare con chiarezza contro quella mano che lo premeva implacabilmente. Doveva esserci un modo per fermarla. — Non puoi…

— Sto attivando il segnale.

— Cosa? — Dunque, aveva preparato lo stesso programma per la ricerca del vettore, soltanto che il suo segnava un punto sul lato opposto del loro cerchio, rispetto al suo. I suoi bip erano arrivati regolarmente e inutilmente, e adesso…

— Sono scesa al due per cento — lo chiamò. — Sto per lanciarti via.

Virginia si levò in mezzo a quel folle turbinio di stelle, l'unico punto fisso in quell'universo centrifugo, e lui sentì il proprio rituale, pigolante, bip, sapendo che quello di Virginia sarebbe arrivato neanche cinque secondi più tardi.

Aspetta, dev'esserci…

— Non c'è tempo da sprecare, Carl. Vola veloce!

Con uno scatto deciso della mano, Virginia liberò il cavo.

Sentì il sussulto come un'improvvisa liberazione, un ritorno alla caduta libera. Sollevando lo sguardo vide che Virginia l'aveva lanciato proprio della maniera giusta, Halley era sospesa sopra di lui, una vaga chiazza.

E sotto di lui, fra gli stivali scostati, Virginia agitava le braccia con grazia lenta e cupa. Fu allarmato nel constatare quanto rapidamente rimpiccioliva, un punto azzurro inghiottito dallo spazio spalancato fra i soli ardenti…

… tre ore prima.

Scosse via da sé quel ricordo. Avrebbe dovuto trovare un modo per ostacolarla, per lanciare lei verso Halley invece di… ma una volta che lei aveva impegnato il proprio combustibile, lui si era trovato in trappola. Era sempre stata più veloce di lui, e forse stavolta aveva avuto ragione. Adesso doveva dimostrare che aveva visto giusto, scendere in superficie e trovare un apparecchio in grado di soccorrerla.

Più vicina, adesso, Halley parve riempire il cielo. Un momentaneo fulgore azzurro illuminò la sua superficie cicatrizzata. Le bocche dei pozzi erano ostruite dal ghiaccio, sigillate per impedire alle squadre che si trovavano all'interno di unirsi alla battaglia. I piccoli laser tenevano sotto tiro le agrocupole, costringendo anch'esse all'isolamento.

Avrebbero partecipato in tanti alla congiura di Sergeov, se avessero immaginato le implicazioni del suo piano?

Carl aveva avuto molto tempo per riflettere, sulla via del ritorno. Certo, usare la Terra come grosso bersaglio aveva molto più senso che farlo con Marte, dinamicamente. La maggior forza di gravità della Terra sarebbe stata più utile e l'atmosfera più densa sarebbe stata migliore per l'aerofrenaggio. Ma ci sarebbero pur sempre voluti molti passaggi prima che i rientranti potessero perdere abbastanza velocità per uguagliare le orbite o atterrare.

E la Terra se ne sarebbe stata inerte, mentre loro continuavano a girarle intorno più e più volte, passaggio dopo passaggio? Oh, potevano venir minacciati una volta dalla intimidazione delle bombe cariche di pestilenze, ma ciò non sarebbe durato.

Qualcuno si è unito a Sergeov perché pensano che sia il solo modo per sopravvivere. Non importa a quale prezzo.

Il prezzo, in questo caso, sarebbe stato alto.

Per impedire alla Terra d'interferire, di vendicarsi, Sergeov doveva distruggerla.

Così come erano stati distrutti i dinosauri… con una tempesta piovuta dal cielo. Sergeov aveva in mente di condurre Halley a casa e di far centro.

E con questo? pensò Carl, con amarezza. La Terra ci ha dichiarato guerra, no?

Era un argomento sofistico al quale fortunatamente Carl era immune.

Non sono in guerra con sei miliardi di persone, non importa quello che mi fanno i loro capi.

Dopo che Halley si fosse spiccicata sulla Terra, non sarebbe rimasta nessuna civiltà degna di questo nome. Gli Uber di Sergeov avrebbero potuto manovrare lentamente, indifferenti, senza interferenze.

Forse progettano di diventare dèi.