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— Trovato! — annunciò Quiverian. Ghermì un foglio sottile. — Come dicevo, non riuscivo proprio a spiegarmi tutti i segni delle passate fusioni che troviamo qui… fino a quando non sono arrivato a un'intera serie di citazioni che avevamo a che fare con il calore induttivo durante la fase T Tauri del Sole!

— Scusa? — Saul si bilanciò in avanti sulla punta dei piedi, appoggiandosi leggermente al tavolo.

Quiverian contrasse la labbra. — Oh, non possono aver incluso molta fisica stellare nel tuo addestramento di secondo grado, vero? Bene, vedo se posso spiegartelo. T Tauri è il nome di una certa stella di formazione molto recente nella costellazione del Toro; un'intera classe di oggetti celesti ha preso il nome da essa. È da un secolo che gli scienzati li stanno studiando. In effetti rappresentano una fase di sviluppo di una stella giovane. Il nostro Sole dev'essere passato attraverso quello stadio ai primi tempi della formazione del sistema solare.

Quiveran intrecciò le lunghe dita e guardò nel vuoto, come se stesse recitando a memoria. — La caratteristica più interessante di una stella T Tauri è costituita dai suoi venti stellari davvero incredibili: flussi di protoni ed elettroni caldi, soffiati via da una stella da tremendi impulsi d'energia elettrica e ultra…

— So cos'è il vento solare, Joao — l'interruppe Saul in tono pacato.

Gli occhi dell'altro parvero lampeggiare. — Bene! Ma quello che probabilmente non sai è che durante il periodo T Tauri del nostro Sole i venti devono essere stati migliaia di volte più intensi di quelli più violenti che registriamo oggi. E questa corrente di particelle trasportava un campo magnetico eccezionalmente intenso.

Quiverian lo fissò speranzoso. Ma Saul poté soltanto scuotere la testa: — Mi spiace, non capisco.

Il brasiliano scosse la testa, frustrato. — Biologo ignorante! Non riesci a capire? I primi protopianeti e le comete sono tutti passati attraverso questo grande flusso magnetico mentre ruotavano intorno al Sole appena nato. Come circuiti in un grande generatore! Le correnti indotte! La resistenza!

— Ah, mazel! — Saul batté le mani. — Così ottieni del calore indotto.

Quiverian tirò su ostentamente col naso. — Allora ti hanno insegnato qualcosa ad Haifa, dopotutto. Ci sei, adesso. Capisci?

Saul annuì. La sua mente stava già correndo avanti. — La superficie della cometa appena formata, esposta allo spazio, sarebbe rimasta fredda… una specie di coperta isolante. Anche se la maggior parte dell'interno fosse stato costituito da acqua fusa, il calore non sarebbe sfuggito.

— Esatto! Naturalmente, funziona soltanto in certe condizioni. Hai bisogno di una cometa molto grande, come Halley, e parecchi sali e altri elettroliti liberi come quelli che abbiamo trovato qui.

Inconsciamente, Saul sollevò tutto il suo leggero peso dal pavimento stendendo le mani contro il tavolo. Il suo corpo era teso per il troppo lavoro di laboratorio e la troppo poca ginnastica. Forse avrebbe dovuto accettare ben presto l'offerta di Miguel Cruz, d'insegnargli a giocare a palla spaziale.

— Quanto tempo dura questa fase T Tauri?

— Qualche milione di anni. Non molto a lungo. Ma abbastanza a lungo da creare queste profonde cavità che abbiamo trovato! E con tutta quella elettricità in giro, è facile capire come mai tanti composti si siano separati in vene sottili che corrono per tutto il nucleo!

Quiverian aveva chiaramente il diritto di essere euforico. Quell'uomo aveva invidiato la scoperta fatta da Saul e l'attenzione che la stampa della Terra gli aveva riservato, ma adesso aveva riferito di un proprio successo. Avrebbe certamente fatto sensazione, soprattutto sui giornali brasiliani.

— Congratulazioni, Joao — disse Saul in tutta sincerità. — Questo è davvero formidabile. Posso avere la copia della tua lista di riferimento, a cui dare un'occhiata?

— Prendila, prendila pure. Ho già mandato una relazione preliminare.

Le idee spumeggiavano come bollicine di gas nella testa di Saul. — Credo che questo mi aiuterà nei miei studi, Joao.

— Ne sono lieto. Ma sai, ci sarà bisogno di una simulazione al computer estremamente complessa. Non voglio chiedere l'assistenza della Terra fino a quando la cosa non sarà stata sviluppata meglio.

«Puoi aiutarmi, Saul? Tu sei in gamba in questo genere di cose.

Saul scrollò le spalle. — Da dilettante, immagino. Ma uno dei più grandi esperti si trova proprio in questo stesso turno, Joao. Perché non chiederlo a Virginia Herbert?

Quiverian parve a disagio. — Non credo che questa donna, questa Herbert, sia molto disposta a collaborare. I tipi come lei… — Scosse la testa, lasciando taciuti i sottintesi.

Saul era certo di sapere cosa quell'uomo intendeva dire. L'aveva sentito altre volte:

— La loro razza ha sempre rappresentato un problema.

— La loro razza…

Quiverian si mosse, innervosito. — Questi percell sono un branco chiuso, poco propensi a collaborare, Saul. Non credo che lei sia disposta ad aiutare uno scienzato del mio paese.

Saul non poté far altro che scuotere la testa. — Le parlerò e ti farò sapere, Joao. Che ne dici d'incontrarci di nuovo qui per il pranzo domani? E comprenderemo Nicholas nella discussione.

Fu grato quando Quiverian si limitò soltanto ad annuire di cattivo umore, rispondendo con un sospiro: — Ci sarò.

Quando Saul se ne andò, il planetologo stava fissando quel chiarore olografico in lenta rotazione, i suoi lineamenti marcati erano inondati da ombre colorate. Allora Saul si rese conto che Quiverian non aveva un aspetto particolarmente sano.

Dovrebbe davvero dormire un po' di più. Potrebbe migliorare la sua visione della vita.

Un'ora più tardi Saul era al lavoro davanti al proprio display, borbottando istruzioni dentro un microfono subvocalico e armeggiando con le prese del computer, lottando per tenersi su.

Le idee gli venivano troppo in fretta, e quasi non riusciva a tener loro dietro per annotarle, per non parlare d'integrarle nel nuovo modello. Tutte le volte che esplorava un particolare aspetto, gli balzava davanti un intero panorama di diramazioni inaspettate.

Era il vero processo creativo, una specie di divino trasporto nervoso, tanto doloroso quanto esaltante.

Ma riusciva quasi a vederlo. Era là che guizzava come un fuoco fatuo, una luce intravista attraverso una palude invasa da turbini di nebbia. Una teoria. Un'ipotesi.

Un modo che aveva permesso ad un mistero di accedere alla cometa di Halley.

Saul aveva vagliato tutta la gran quantità di dati grezzi che la spedizione aveva accumulato sulla cometa, rintracciando gli ingredienti nella prima dispensa del Sole. Erano tutti là, ma quello che mancava era la cucina giusta.

I riferimenti di Joao Quiverian parevano offrire a Saul il crogiolo che aveva cercato.

La fase T Tauri… Saul rifletté. Nella sua infanzia il Sole era stato un bambino disordinato. In quei giorni l'alito della stella era stato carico e rovente.

Così, c'era stata l'elettricità… magnifico. Ma quanta, e per quanto tempo?

C'erano acido cianidrico e anidride carbonica e acqua, come quelli che dovevano aver saturato l'atmosfera primitiva della Terra, così gli amminoacidi fondamentali si sarebbero formati in fretta. Ma il passo successivo sarebbe stato più difficile.

La rete tridimensionale di relazioni correlate sul suo display centrale stava diventando sempre meno maneggevole, un torreggiante e traballante edificio costruito con supposizioni appiccicate insieme.