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— Chi era? — fece Gaby. E aggiunse: — L’aerostato, intendo.

— Fred dice che era Corazzata.

Gaby parve sorpresa. — Dev’essere successo quando se n’è andato via, dopo avermi aiutato a sturare Aglaia.

— Lo credo anch’io. — Cirocco smise di asciugarsi per fissare attentamente Chris, che si affrettò a distogliere lo sguardo. Uscì dalla doccia e si infilò la vestaglia che le porgeva uno dei titanidi. Si legò la cintura e si mise a sedere sul pavimento, a gambe incrociate, davanti ai tre umani e al titanide. I suoi attendenti si inginocchiarono dietro di lei e incominciarono i pettinarle i capelli bagnati.

— Pensavo alla fortuna — disse. — Gea mi ha parlato dei tuoi disturbi, naturalmente, e ha parlato anche di fortuna. Francamente, io stento a credere che si possa avere una fortuna così sfacciata. È contrario a tutto ciò che ho studiato, anche se, lo confesso, si tratta di conoscenze ormai vecchie di settantacinque anni.

— La considerano una cosa relativamente assodata — disse Chris. — A quel che so, molti ritengono che i poteri psi non permettano di fare grandi cose. Ci sono delle equazioni che descrivono il fenomeno, ma non dico di capirle. La teoria del libero arbitrio delle particelle, gli strati sovrapposti di realtà… Ho letto degli articoli che ne parlavano.

— Qui non arrivano molti giornali. — Cirocco si fissò le mani, aggrottando la fronte. — La teoria dei poteri psi non mi piace. Anzi, non mi è mai piaciuta.

— A Einstein non piaceva la meccanica quantistica — disse Gaby.

— Hai ragione — disse Cirocco, con un sospiro. — Ma rimango sempre sorpresa, quando confronto tra loro le previsioni e i risultati. Ai miei tempi si pensava che sarebbe bastato qualche anno per capire dalla A alla Z il codice genetico. Poi avremmo potuto eliminare tutte le malattie, sia infettive che ereditarie. E nessuno pensava che presto avremmo risolto i problemi psicologici, mentre invece è successo esattamente il contrario. Hanno incontrato un paio di difficoltà impreviste, mentre invece si sono fatte grandi scoperte in aree dove nessuno se le aspettava. Chi poteva prevederlo? Comunque, si parlava della fortuna.

— Non so di cosa si tratta — spiegò Chris — ma a volte pare davvero che io abbia fortuna.

— Non mi piace pensare a tutte le varie implicazioni, se è stata veramente la fortuna a farti finire sulla schiena di Corazzata — disse Cirocco. — Certo, dipende dal punto a cui ci si vuole fermare nel far risalire all’indietro il ragionamento, ma si potrebbe dire che un albero titanico si è staccato ed è andato a infilarsi nella pompa di Aglaia appositamente perché tu potessi finire sulla groppa del suo aerostato. E mi rifiuto di credere che l’universo sia così deterministico!

Gaby sbuffò. — Anch’io, ma credo nella fortuna. Via, Rocky. Perché ti dispiace tanto, se c’è un misterioso super-burattinaio che tira qualcuno dei tuoi fili? Ormai dovresti esserci abituata.

Cirocco rivolse a Gaby un’occhiata omicida, ma per un attimo le comparve negli occhi uno sguardo atterrito.

— Va bene — disse Gaby, in tono conciliante, alzando le mani. — Scusa. Non riusciremo mai a metterci d’accordo su queste cose, vero?

Cirocco si rasserenò quasi subito, e annuì impercettibilmente con la testa. Rifletté ancora per un attimo, poi si guardò attorno.

— Dimenticavo i doveri di una padrona di casa — disse. — Cornamusa, chiedi agli ospiti cosa bevono, e porta un paio di quei vassoi, in modo che tutti possano servirsi.

Gaby accolse con piacere l’interruzione. Non aveva alcuna intenzione di litigare con Cirocco. Si alzò e aiutò Cornamusa a portare il cibo, presentò Salterio a Robin e Chris, e Cirocco a Robin. Fecero educati commenti sul cibo e sulle bevande, battute e complimenti. Li fece ridere tutti parlando del suo primo incontro con una minestra dei titanidi che aveva come principale ingrediente vermi vivi marinati in salamoia. Dopo un quarto d’ora, dopo avere trangugiato qualcosa di alcolico, tutti parevano molto meno bellicosi.

— Come dicevo — riprese infine Cirocco — eravamo informati del vostro arrivo. Non so che progetti abbiate, ma penso che se aveste voluto ritornare a casa, ormai sareste già ritornati. Vero? Chris?

— Non so. A dire il vero, non ho ancora avuto il tempo di fare progetti. Mi sembra che siano passate solo poche ore dal momento in cui Gea mi ha spiegato le sue intenzioni.

— Gettandoti nella massima confusione, suppongo.

Chris sorrise. — Pressappoco. Penso di fermarmi, ma non so bene cosa potrò fare, durante la mia permanenza qui.

— È la natura stessa della prova — disse Cirocco. — Non sai mai di che cosa si tratti, finché non le sei davanti. L’unica cosa che puoi fare è quella di proseguire nella ricerca. È per questo che siete chiamati pellegrini. E tu, Robin?

Robin si fissò le unghie per qualche istante, senza rispondere, e infine sollevò lo sguardo e fissò Cirocco senza battere ciglio.

— Non so se sia consigliabile comunicarti le mie intenzioni. Non so fino a che punto posso fidarmi di te.

— Almeno, non usi perifrasi — disse Cirocco, con un mezzo sorriso.

— Dice di avere ancora dei conti da regolare con Gea — spiegò Gaby. — All’inizio, non voleva fidarsi di me. Anzi, può darsi che non si fidi neppure adesso.

— Intendo ucciderla — disse Robin, con una calma glaciale, minacciosa. — Lei ha cercato di uccidere me, e io l’ho giurato. Non riuscirai a fermarmi.

Cirocco rise. — Fermarti? Non credo che ci sia bisogno di me. Hai un paio di bombe nucleari? — Guardò la pistola che Robin portava al fianco. — È carica?

— A cosa serve una pistola scarica? — chiese Robin, sinceramente stupita della domanda.

— Giusto. Comunque, su almeno una cosa, puoi metterti il cuore in pace. Non sono la guardia del corpo di Gea. Ha un numero sufficiente di occhi e di orecchie, senza che debba farlo io per lei. Anzi, non le comunicherò neppure le tue intenzioni. Non sono affar mio.

Robin rifletté sulle sue parole. — Va bene. Conto di rimanere. Presto mi arrampicherò lungo uno dei raggi e, quando sarò arrivata lassù, la ucciderò.

Cirocco fissò Gaby, con l’aria di volerle chiedere: "Dove l’hai trovata, questa?". Gaby alzò le spalle e sorrise.

— Be’… è tutto. Non credo di poter aggiungere altro.

— Perché non continui, Rocky — chiese Gaby. — Può darsi che le interessi.

— Non credo — disse Robin, alzandosi in piedi. — Non so cosa intendete proporre, ma se si tratta di andarsene in giro a fare gli "eroi"… — Si guardò attorno, come se volesse sputare, ma non riuscì a trovare un punto che non fosse coperto da un tappeto. — Potete cancellare il mio nome. Non intendo lasciarmi coinvolgere in questo tipo di gioco. Ho un conto in sospeso, e voglio risolvere la questione per poi ritornarmene a casa, se sarò ancora viva.

— Allora, intendi davvero arrampicarti lungo il raggio.

— Esattamente

Cirocco si voltò di nuovo verso Gaby, che capì all’istante cosa volesse dirle. "L’idea è stata tua" le diceva il suo sguardo. "Da questo momento in poi, tocca te convincerla."

— Ascolta, Robin — disse Gaby. — La tua intenzione è di risalire al mozzo, vero? Ma siccome hai già avuto il tuo viaggio gratuito, l’ascensore non ti porterà più su. Hai circa una possibilità su trenta di arrivare viva alla cima. Meno, anzi, dato che vuoi fare il tragitto da sola. Cirocco e io siamo riuscite ad arrivarci, ma abbiamo avuto fortuna.

— Lo so — cominciò a dire Robin, e Gaby si affrettò a riprendere il discorso.

— Quello che desidero chiarirti, è che seguendo la nostra proposta potrai arrivare alla cima più rapidamente, e con maggiore sicurezza. Non ti chiedo di prestarti al gioco di Gea: io stessa odio quel genere di cose. Io credo che sia… be’, lasciamo perdere. Ma considera una cosa. Non ti chiede di fare male a qualcuno, o di fare qualcosa di disonorevole. Ti ha suggerito di fare un viaggio attorno alla circonferenza. Ed è appunto quello che ci proponiamo di fare.