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A parte quel particolare, La Gata Encantada pareva una qualsiasi taverna umana, ma con molto più spazio tra un tavolo e l’altro. C’era perfino un lungo bar di legno, completo di ringhiera poggiapiedi di ottone. Il posto era pieno di titanidi che giganteggiavano sopra di lei, ma da tempo Robin aveva smesso di preoccuparsi che le pestassero i piedi. Avrebbe avuto più paura se fosse stata in mezzo a una folla di umani.

— Ehi, ragazza umana! — Alzò gli occhi, e vide che il barista le faceva dei cenni con un braccio. Le gettò un cuscino. — I tuoi amici ti aspettano nel retro. Vuoi una birra di radici?

— Sì, grazie. — Ricordava dalla sua precedente visita che quella birra era una bevanda alcolica scura e schiumosa, prodotta con cereali fermentati e aromatizzata con radici amare. Aveva il gusto della birra a cui era abituata, ma era più alcolica. Le piaceva molto.

Il gruppo si era radunato attorno a un enorme tavolo, in un angolo lontano dalla folla: Cìrocco, Gaby, Chris, Salterio, Valiha, Cornamusa e un quarto titanide che lei non conosceva. La bevanda di Robin arrivò prima di lei, in un mostruoso boccale da cinque litri. Si sedette sul cuscino che le aveva dato il barista, e il tavolo le arrivò all’altezza del petto.

— Ci sono gatti, su Gea? — domandò.

Gaby guardò Cirocco, ed entrambe alzarono le spalle.

— Non ne ho mai visto uno — disse Gaby. — Questo posto prende il nome da una marcia. I titanidi vanno pazzi per le marce. Dicono che John Philip Sousa è il più grande compositore che sia mai vissuto.

— Non proprio — obiettò Salterio. — In dirittura d’arrivo, è spalla a spalla con Johann Sebastian Bach. — Bevve un sorso, poi vide che Robin e Chris lo guardavano con perplessità. Proseguì, per spiegare la sua affermazione.

— Parlando senza la minima ombra di critica, entrambi sono fondamentali e primitivi. Bach con la sua geometria fatta di ripetizione di forme sonore, il suo calcolo di monotonia ispirata; Sousa con i suoi guizzi di innocenza e di bravura. Il loro modo di affrontare la musica è come quello di una persona che voglia disporre i mattoni per fare uno ziggurat: Sousa con gli ottoni, e Bach con gli archi. Tutti gli umani lo fanno in grado più o meno alto. Anche la vostra musica scritta assomiglia a un muro di mattoni.

— L’idea — aggiunse Valiha — non ci era mai venuta in mente. Eseguire un canto e poi conservarlo, per poi eseguirlo esattamente identico, era un’idea sostanzialmente nuova. La musica di Bach e di Sousa è molto aggraziata, priva di complicazioni inutili, quando è scritta su carta. È una musica iper-umana.

Cirocco continuò a guardare alternativamente i due titanidi, con aria un po’ impacciata, poi cercò con lo sguardo Robin e Chris. Ebbe qualche difficoltà a rintracciarli.

— Con questo, ne sai quanto prima — disse. — Quanto a me, Sousa non mi è mai piaciuto. Bach mi è indifferente. — Batté gli occhi, facendo correre lo sguardo da uno all’altro come se si aspettasse di venire contraddetta. Visto che nessuno lo faceva, bevve una lunga sorsata dal suo bicchiere di birra, rovesciandosene buona parte sul vestito.

Gaby le posò una mano sulla spalla. — Presto ti chiuderanno il bar, Capitano — disse, in tono scherzoso.

— Chi ha detto che sono ubriaca? — ruggì Cirocco. Un’onda schiumosa, color oro bruno, corse sul tavolo: il suo bicchiere si era rovesciato. Per un momento, nella sala non si udì il minimo rumore, poi riprese il chiasso di prima perché i titanidi fecero finta di non accorgersi dell’incidente. Giunse qualcuno con uno strofinaccio per asciugare la birra caduta, e subito, davanti a Cirocco, venne messo un altro bicchiere.

— Nessuno lo ha detto — disse Gaby, con voce molto calma.

Cirocco parve avere dimenticato l’incidente.

— Robin, mi pare che tu e Oboe non vi conosciate ancora. Oboe (Trio Mixolidio Diesis) Bolero, ti presento Robin dalle Nove Dita, della Congrega. Robin, ti presento Oboe. Appartiene a un ottimo accordo, e ti terrà calda quando soffierà il vento freddo.

La titanide si alzò e le rivolse un inchino piegando le gambe anteriori.

— Che il sacro flusso ci unisca — mormorò Robin, inchinandosi a sua volta, e osservando quella che presumibilmente doveva essere la sua compagna di viaggio. Oboe era coperta di uno spesso pelo, simile a un velluto, spesso sette o otto centimetri. Solo in corrispondenza delle palme delle mani, di piccole aree sulla punta dei seni, e di parti della faccia si poteva scorgere la pelle nuda, che era di un ricco color verde oliva. Anche il pelo era color oliva, ma segnato da ghirigori simili alle impronte digitali degli uomini. Solo il pelo della coda e i capelli erano bianchi come neve. Pareva un grosso animale di pezza, con cuciti due grandi occhi castani.

— Conoscete Cornamusa, vero? — proseguì Cirocco. — Il Vecchio Cornamusa è… diciamo, il nipote del primo titanide che abbiamo incontrato. La sua retromadre è stata la prima Cornamusa Miscioie… — S’interruppe, perché incontrava difficoltà a pronunciare la parola. — Mic-so-io-ni-a nata. Poi s’incrociò con il suo antepadre. Sembra una cosa molto riprovevole dal punto di vista umano, ma vi assicuro che per i titanidi è una saggia misura di eugenetica. Cornamusa è un Duetto Lidio. — Ruttò, con aria sorpresa. — Come tutti noi.

— Cosa intendi dire? — domandò Chris.

— Tutti gli esseri umani sono Duetti Lidii — disse Cirocco. Trovò una penna e cominciò a disegnare sul tavolo.

— Osserva qui — disse. — Questo è un Duetto Lidio. La riga in alto è la femmina, quella in basso il maschio. L’asterisco è l’uovo non fecondato. La freccia in alto indica dove va l’uovo, e quella sotto indica chi scopa e chi si fa scopare, primario e secondario. Duetto Lidio: antemadre e retromadre sono femmine; antepadre e retropadre sono maschi. Esattamente come negli umani. L’unica differenza è che i titanidi devono farlo due volte. — Rivolse a Chris un’occhiata ammiccante. — Doppio godimento, eh?

— Rocky, non sarebbe meglio…

— È l’unico modo in cui i titanidi si accoppiano come lo fanno gli esseri umani — disse Cirocco, battendo il pugno sul tavolo. — Di ventinove possibilità, questa è solo una. Ci sono duetti composti di sole femmine, e ce ne sono ben tre. I Duetti Eoli. In tutti i Duetti Lidii c’è un maschio, ma qualche volta diventa la retromadre. — Aggrottò la fronte e contò sulle dita. — La maggior parte delle volte, anzi. Quattro su sette. Nel modo Ipolidio, la femmina feconda se stessa frontalmente, e nel Locrilidio lo fa posteriormente. Po-ste-rior-mente.

— Rocky…

— Come fa? — chiese Chris, incuriosito. — Ha un rapporto sessuale con se stessa? — Gaby gli rivolse un’occhiata disgustata, ma l’intervento di Chris non ebbe molta importanza, perché Cirocco non udì le sue parole. Fissava il tavolo dondolando la testa, e guardava lo schema che lei stessa aveva disegnato.

— Non è come pensi — gli spiegò Oboe. — Sarebbe fisicamente impossibile. Si fa manualmente. Si raccoglie il seme e poi lo si inserisce. Il seme di un retropene può fecondare un’antevagina, ma solo se si tratta dello stesso individuo, non tra…