Cornamusa emise un forte brontolio.
— Un paragone alquanto prosaico, vero? — Cirocco rise.
— Che cos’è un goldone?
— Sei nato troppo tardi per saperlo, eh? Un anticoncezionale di gomma, da usare una volta sola. Comunque, il paragone mi sembra corretto. Ogni volta che una femmina ha un rapporto anteriore, salta fuori uno di questi, due ettoriv più tardi. Ossia duecento rivoluzioni, nel caso che nel luogo da cui provieni abbiano smesso di insegnare il sistema metrico decimale. Sai, c’è davvero da ridere, quando un titanide sa cos’è un goldone, pur non avendone mai visto uno, e un umano non lo sa. Che cosa vi insegnano a scuola? Che la storia comincia dal 2096?
— Be’, credo che ultimamente includano anche il 2095.
Cirocco si massaggiò la fronte e gli rivolse un debole sorriso.
— Scusa. Divagavo. La tua istruzione non è cosa che mi riguardi. Tornando ai titanidi… gran parte delle uova viene gettata via. O subito, o la prima volta che si fa pulizia. Alcune sono conservate per il loro valore sentimentale, per molto tempo dopo la scadenza. Tra l’altro, durano cinque anni.
"Devi tenere in mente la duplice natura del sesso per i titanidi. Il sesso posteriore ha due funzioni, di cui una è assai più frequente dell’altra. La prima è il puro divertimento: edonismo. E lo fanno in pubblico. La seconda funzione è la procreazione, quando ne hanno il permesso, cosa che capita con meno frequenza di quanto non vorrebbero. Il sesso frontale è diverso. Raramente viene fatto allo scopo di produrre un uovo. Quasi sempre è un’espressione di strettissima amicizia o di amore. Non precisamente l’amore che conosciamo noi, perché i titanidi non formano coppie fisse. Ma s’innamorano. È una delle cose che so con certezza, e l’elenco delle mie certezze è molto breve. Un titanide può avere rapporti sessuali posteriori con individui con cui non si sognerebbe mai di fare l’amore anteriore. L’amore anteriore è sacro.
"Comunque, questa situazione si alleggerisce leggermente quando ci sono di mezzo gli umani, che non possono praticare il sesso posteriore. Le frange più liberali del pensiero titanide ritengono che sia permesso avere rapporti frontali con gli umani per divertirsi. Resta una cosa da fare in privato, ma non è necessario amare l’essere umano o essere amici intimi. Cornamusa?"
— Giusto — disse il titanide.
— Perché non continui tu? — chiese Cirocco. — Io ho il mal di testa.
Quando Chris si voltò verso di lui, Cornamusa cessò di pagaiare per un momento e allargò le mani.
— Non c’è più molto da dire. Cirocco ha spiegato tutto.
— Allora, mi dici che l’uovo è solo una sorta di ricordo. E Valiha era agitata perché mi sono dimenticato di quello che è successo tra noi. Non è che mi ami.
— Oh, no, non dico niente del genere. Valiha è una ragazza all’antica che non ha mai fatto l’amore con un essere umano. È disperatamente innamorata di te.
Su Gea, il brutto tempo portava la notte a occupare molto più spazio di quanto ne occupasse normalmente. Quando oltrepassò la foce del Melpomene, il gruppo entrò in un’area che normalmente era considerata crepuscolo, ma che adesso era notte.
Ma la notte su Gea non era mai totale. Quando il cielo era sereno, lo stesso centro di Rea era chiaro come una notte di luna piena sulla Terra. Con le nubi, il buio diventava più fitto, ma non impenetrabile. Il territorio ai piedi dei Monti Asteria era rischiarato da un sottile chiarore che giungeva da sopra le nuvole. Vennero accese alcune lampade che furono collocate in appositi contenitori nella parte posteriore delle canoe. Il gruppo proseguì.
Sulle rive cominciarono a scorgersi alberi altissimi. Dapprima erano radi, ma in seguito diventarono una fitta foresta. Erano simili a pini, con il tronco dritto e le foglie a forma di ago. Il sottobosco era pressoché assente. Chris vide gruppi di creature a sei zampe che procedevano a balzi prodigiosi, come canguri. Cirocco spiegò che quell’area era un resto della protoforesta generata da Gea quando era un giovane titano, e che negli Altopiani c’erano piante e animali simili a quelli che ora si vedevano attorno.
Entrarono in uno stretto canyon, e Chris ebbe un’illusione ottica. Gli parve che le canoe salissero verso l’alto. In realtà, il terreno era in leggera discesa verso est; gli alberi non erano verticali, bensì inclinati di qualche grado, cosicché la loro cima era a dieci o venti metri più a est delle radici. Dopo averli osservati per qualche tempo, l’occhio si convinceva che tutto fosse verticale e che il fiume vincesse la forza di gravità. Era uno degli scherzi caratteristici di Gea.
Quando i titanidi tirarono in secco le barche, ai piedi di una ripida salita, cominciò a piovere. Dall’alto continuavano a giungere strani rumori, che fecero venire in mente a Chris una cascata, o le onde che battevano ritmicamente sulla spiaggia.
— Aglaia — spiegò Gaby, raggiungendo Chris e Valiha che tiravano in secco la loro canoa. — Probabilmente non riuscirai a vederla, se le nubi non si apriranno un poco.
— Che cos’è Aglaia?
Gaby gli descrisse il funzionamento delle tre pompe fluviali, e intanto i titanidi smontarono le canoe. Fecero molto in fretta. La pellicola argentea venne staccata dall’intelaiatura di legno, piegata e arrotolata, e infilata nelle sacche. Si chiese cosa intendessero fare delle chiglie, dei ripiani e delle centine, e vide che, a quanto pareva, intendevano lasciarli lì.
— Potremo fabbricarci delle altre canoe quando ne avremo bisogno — spiegò Valiha. — Ma prima dovremo attraversare il Mare di Mezzanotte e giungere a Crio.
— E per attraversare il mare? Dobbiamo dare la mano alla Maga per camminare sulle onde come fa lei?
Valiha non lo degnò di risposta.
Gli umani montarono in groppa ai titanidi, e il gruppo si avviò verso l’oscurità sempre più fonda.
— Ho costruito io questa strada, molto tempo fa — disse Gaby.
— Davvero? E a che scopo? E perché non c’è nessuno che la ripari?
Si trovavano sulla parte di strada Circum-Gea che era già stata percorsa da Gaby per raggiungere la Casa della Melodia. I titanidi facevano a turno per aprire una strada in mezzo alla vegetazione.
— Osserva Oboe con il suo machete, e ne capirai la ragione. La vegetazione cresce troppo in fretta, la strada richiederebbe troppa manutenzione, e nessuno ha voglia di farlo. Sono pochissimi coloro che hanno fatto l’intero tragitto. Era già in partenza un progetto assurdo. Nessuno voleva questa strada, tranne Gea, ma siccome i suoi desideri sono importanti, io gliel’ho costruita.
— In che modo?
— Facendomi aiutare dai titanidi, soprattutto. Quando dovevo costruire un ponte, me ne facevo portare qualche centinaio dagli aerostati. Invece, per livellare, sbancare e stendere l’asfalto, io…
— Asfalto? Vuoi scherzare.
— No. Quando ci sarà più luce, potrai verderne ancora le tracce. Gea ha chiesto una strada a una sola corsia, asfaltata, larga a sufficienza per assali di due metri, massima inclinazine dieci per cento. Abbiamo costruito cinquantasette ponti sospesi di corda e centoventidue su piloni. Molti di quei ponti sono ancora in piedi, ma ci penserei due volte, prima di salirci sopra. Dovremo accettarli così come sono.
Già in passato Gaby aveva accennato a quella strada. Secondo Chris, desiderava parlarne, ma per qualche motivo preferiva aspettare che fosse un altro a chiederglielo. E lui glielo chiese.
— Non mi dirai che hai portato l’asfalto con gli aerostati? Dicevi che hanno paura del fuoco, e inoltre mi sembra che ne sia occorso un mucchio.