Ma ora sembrava più calma, e riconosceva le persone che aveva attorno. Era stesa sul fianco, con le gambe rannicchiate, la testa posata sulle gambe di Valiha, e descriveva i minuti prima del suo ferimento.
— È stato lui a organizzare tutto. Si è messo in contatto con le bombe volanti: tra l’altro, sono molto intelligenti. Si è anche messo in contatto con i fantasmi; ma quelli non fanno alleanze con gli estranei. Io lo sapevo, e lo sapeva anche lui, e non voleva dirmi come ha fatto a ottenere la loro collaborazione. L’ho poi convinto io. — Sorrise, anche se aveva mezza faccia bruciata.
Riprese: — Devo però ammettere che ha avuto una buona idea. Quello che ha fatto ai fantasmi mi ha sorpresa del tutto. Li ha immersi nella plastica. Li ha fatti passare sotto una sorta di doccia che li ha coperti di una colla trasparente, e poi li ha schierati in battaglia.
"Ma ha creduto che ci comportassimo in modo molto più intelligente, ed è stato questo a rovinare i suoi piani. Ricordate, quando eravamo in mezzo al deserto, Rocky ha detto che se avessimo preso la strada Circum-Gea e poi fossimo tornati indietro fino al cavo, avremmo dovuto percorrere un tratto di deserto più breve. Ebbene, se avessimo fatto così, saremmo finiti in pieno nella sua imboscata. Aveva schierato la sua armata a prova d’acqua nella zona compresa tra la strada e il cavo, e aveva nascosto fra le montagne del nord una squadriglia di bombe volanti che dovevano bombardarci dopo essere stati bloccati dai fantasmi. Nel punto dove siamo passati aveva solo una piccola forza, e priva di protezione dall’acqua. Mi ha detto che la copertura durava poco, che si consumava a causa della sabbia, e che lui aveva un solo spruzzatore, e che doveva tenerlo con la sua forza principale."
Tossì, e Robin le porse la borraccia, ma Gaby scosse la testa.
— Dobbiamo farla durare — disse. Pareva che il lungo discorso l’avesse indebolita, e Chris le suggerì di riposare.
— Prima, devo raccontare tutto — disse. — A che punto sono arrivata? Ah. Avevi ragione, Chris. Ci siamo fatti fermare dal piccolo gruppo di fantasmi; poi ci siamo nascosti quando è comparsa la prima bomba volante. Era Gene, che ci stava cercando. Quando ci ha visto, ha detto per radio alla sua forza principale di raggiungerlo. Se fossimo partiti in quel momento, saremmo giunti al cavo prima dell’arrivo dell’aviazione e della fanteria. Non credo che Gene avrebbe corso il rischio di cercare di colpirci dall’aria, ma posso anche sbagliarmi. Aveva i suoi buoni motivi.
S’interruppe, e poi riprese: — Voleva uccidermi. — Ricominciò a tossire. Quando ebbe terminato, riprese la sua storia. — Tutto questo attacco, e tutti gli altri guai da noi incontrati nel corso del viaggio, sono stati opera di Gene che intendeva uccidermi. I fantasmi e le bombe volanti avevano l’ordine di cercare di colpire me, innanzitutto, e poi gli altri se c’era tempo. Cirocco non doveva essere toccata, ma credo che Gene avesse altre idee su di lei.
— Cosa intendi dire? — chiese Robin. — Gene eseguiva gli ordini di qualcun altro?
— Sì — disse Gaby. — Proprio così. E non voleva dirmelo, assolutamente. Io l’ho avvertito che se non me lo avesse detto, avrei cercato di farlo sopravvivere almeno un giorno, e l’avrei tagliato a fette, un pezzo alla volta. Perché mi credesse, ho perfino dovuto cominciare a tagliare qualche pezzetto.
Robin trangugiò a vuoto. Aveva pensato di conoscere che cos’era la violenza, ma la scala dei recenti avvenimenti l’aveva sconvolta. Sapeva cos’era un naso rotto, un osso spezzato, e perfino un omicidio, ma la guerra era una cosa che riguardava l’odiata Terra. Non sapeva se sarebbe stata in grado di fare ciò che aveva fatto Gaby. Avrebbe potuto tagliare la gola a Gene, o pugnalarlo al cuore. Il concetto di tortura le era estraneo, ma capiva la profonda corrente di odio che fluiva in Gaby, una corrente messa in movimento da quel Gene. Ancora una volta avvertì la grande differenza tra i suoi diciannove anni nella Congrega e i settantacinque passati da Gaby sulla grande ruota.
— Chi era? — chiese Chris. — Oceano? Teti?
— Mi auguravo che fosse Oceano — disse Gaby. — Ma era poco probabile. Gene obbediva alla persona di cui avevo sempre sospettato. È stata Gea a dirgli che io dovevo essere uccisa, e Cirocco risparmiata. È per questo che, alla morte di Salterio, io ho detto che era stata lei. Credo che mi abbia sentita, e che abbia detto a Gene di metterci più impegno. Gli ha dato lei il napalm e gli esplosivi.
— Anche quell’attacco è stato organizzato da Gene?
— Ricordi? Chris ha visto la bomba volante e mi ha spinto a terra. Se non lo avesse fatto, saremmo morti entrambi, e non solo Salterio. Dopo il primo passaggio, Gene ha dovuto farlo apparire come un attacco contro tutto il gruppo, perché Rocky non doveva sapere che volevano uccidere soltanto me. — Tossì di nuovo, poi afferrò Chris per il colletto, istericamente.
— Ed è questo — riprese — che devi dire a Rocky, quando verrà qui. Deve sapere che è stata Gea. Se al momento del suo arrivo sarò addormentata, diglielo per prima cosa. Promettimelo. Se sarò in delirio, o se sarò troppo debole per parlare, diglielo.
— Glielo dirò, lo prometto — disse Chris. Guardò Robin. Pensava che Gaby delirasse, e Robin annuì. Cirocco era morta, probabilmente, e anche se non lo era, era assai difficile che riuscisse a spostare la montagna di pietre che bloccava la scala, sopra di loro.
— Non capite — disse Gaby, lasciandosi ricadere. — Va bene, vi dirò cosa stavamo realmente facendo, mentre fingevamo di accompagnarvi in una piccola escursione.
"Studiavamo come rovesciare Gea."
In realtà non si trattava di una vera congiura, ma di un esame preliminare delle varie possibilità. Nessuna di loro era sicura che fosse fisicamente possibile rovesciare Gea, o che si potesse eliminare Gea, la persona, senza distruggere il corpo di Gea, da cui tutti dipendevano per la sopravvivenza.
Come sempre su Gea, la situazione affondava le radici nel passato. Gaby desiderava cambiare la situazione da almeno trent’anni. Robin adesso le sentiva dire ciò che fino a quel momento aveva osato confidare soltanto a Cirocco.
— Anzi — disse Gaby — per molto tempo, Cirocco non volle neppure sentirne parlare. Non le do torto. Aveva le sue buone ragioni di essere soddisfatta. E anch’io. La vita su Gea non era niente di terribile. Di tanto in tanto trovavo qualcosa che non mi andava, ma, al diavolo, sulla Terra era ancora peggio. L’universo non è né onesto né gentile, indipendentemente dal fatto che sia governato da un dio vivente oppure no. Onestamente, sono convinta che se esistesse il dio dei cristiani, lo odierei più di quanto odio Gea.
"Eppure, proprio perché potevi parlare con questo dio, proprio per il fatto che si trovava in un certo luogo, e che io ero stata da lui, e sapevo che era responsabile, e che ogni ingiustizia e ogni morte inutile erano frutto di una sua decisione… proprio per questo era molto più difficile accettarlo. Secondo me, il cancro è accettabile se si sviluppa per conto suo, se so che nessuno ha deciso di attaccarlo alla gente. E le cose, sulla Terra, stavano appunto così. Se eri colpito dal terremoto, ti leccavi le ferite, recuperavi la tua roba e ripartivi per andare a prenderti le disgrazie che l’universo teneva in serbo per te il giorno seguente. Non protestavi contro la volontà di Dio, o, almeno, le persone che conoscevo io non protestavano.
"Ma se le autorità facevano una legge che non ti piaceva, scendevi in piazza a protestare. O cercavi di eliminare i responsabili alle successive elezioni, o ti organizzavi per togliergli il potere con altri mezzi. Dato che l’ingiustizia veniva da altre persone, e non da un universo indifferente, sentivi di poter fare qualcosa.