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— Non lo so, non sono mai stato un gran pensatore… Lo posso vedere?

— Oh, papà…

Il colonnello si avvicinò e abbassò gli occhi sulla piccola creatura immersa nel sonno.

— Se un giorno ti risposerai e avrai una figlia, la chiamerai col tuo nome? — Vedendo Laura abbassare la testa tra le mani si affrettò ad aggiungere: — Devo andare, ma mi piacerebbe venire ancora a trovarti, se sei d’accordo.

Laura gli si gettò tra le braccia e pianse. Mackenzie le accarezzò i capelli, come quando era bambina.

— Torna tra le montagne, vuoi? Sono il tuo paese e c’è la tua gente. È quello il tuo posto.

— Non puoi immaginare quanto lo desideri.

— E allora, perché? — urlò Mackenzie.

Sua figlia si ricompose.

— Non è possibile per me. La tua guerra è finita, la mia ha appena avuto inizio.

Riuscì solamente ad augurarle: — Spero che la vincerai.

— Forse tra mille anni… — ma non riuscì a continuare.

Quando se ne andò era notte. In città mancava ancora la corrente e i lampioni erano spenti. Le stelle scintillavano sui tetti. Alla sola luce delle lanterne gli uomini che attendevano il colonnello per riaccompagnarlo in caserma sembravano lupi. Lo salutarono e cavalcarono alle sue spalle, con i fucili pronti per una eventuale difesa: ma l’unico rumore era quello metallico dei ferri dei cavalli.