Ora capivo. «E tu non potevi permetterlo.»
«Sono il padrino di Tara, era mio dovere proteggerla.»
«E, come se non bastasse, tu odi Edgar.»
Scosse il capo. «Intendi dire che ero prevenuto per ciò che aveva fatto a mio padre? Sì, forse un po’ lo ero, inconsciamente. Ma Edgar Portman rappresenta il male, e lo sai, guarda come aveva ridotto Monica: non potevo permettere che facesse a tua figlia ciò che aveva fatto alla sua.»
«Quindi te la sei portata via.»
Fece segno di sì con il capo.
«L’hai portata da Bacard.»
«Era stato mio cliente e sapevo più o meno ciò che faceva, anche se non immaginavo quanto fosse grande il suo giro d’affari. Sapevo anche che si sarebbe tenuto per sé ciò che gli avrei detto. Gli chiesi di contattare la migliore famiglia che aveva a disposizione, non la più ricca o la più potente: volevo della brava gente.»
«E lui allora l’ha affidata ai Tansmore.»
«Sì, cerca di capire, io ero convinto che tu fossi morto, tutti lo eravamo. Poi c’era la possibilità che dovessi passare il resto dei tuoi giorni come un vegetale. E quando ti hanno dichiarato fuori pericolo era ormai troppo tardi. Non potevo dire a nessuno la verità, sarei finito dritto in prigione. Lo sai che conseguenze avrebbe avuto per la mia famiglia?»
«Ma va, non riesco nemmeno a immaginare.»
«Sei ingiusto, Marc.»
«Me ne frego se sono giusto o meno.»
«Stammi a sentire, non me la sono andata a cercare io.» Adesso stava gridando. «Mi sono trovato in quella terribile situazione, ho fatto ciò che ho ritenuto fosse meglio… per tua figlia. Ma non puoi certo pretendere che sacrificassi la mia famiglia.»
«Meglio sacrificare la mia, allora?»
«Vuoi la verità? Sì, naturalmente. Avrei fatto di tutto per proteggere i miei figli, di tutto. Tu non avresti fatto lo stesso?»
Fui io a questo punto a rimanere in silenzio. L’ho già detto: per la mia bambina sarei pronto a sacrificare la mia vita in un secondo: e se devo dirla tutta, in caso di assoluta necessità sarei pronto a sacrificare anche la vostra di vita.
«Puoi anche non credermi, ma ho tentato di ragionare freddamente» proseguì Lenny. «Ho fatto un’analisi costi-benefici: se racconto alla polizia la verità, distruggo mia moglie e i miei quattro bambini e tolgo tua figlia a una coppia che le vuole bene. Se invece me ne sto zitto…» Si strinse nelle spalle. «Certo, tu hai sofferto e io con te, mi faceva male solo guardarti. Ma tu al posto mio che cosa avresti fatto?»
Non volevo nemmeno pensarci. «Stai tralasciando una cosa» dissi.
Chiuse gli occhi e biascicò qualche parola incomprensibile.
«Che cos’è successo a Stacy?»
«A lei non doveva succedere niente di male. È andata come hai detto, lei aveva venduto a Monica la pistola e quando ha capito che uso voleva farne si è precipitata qui per fermarla.»
«Ma è arrivata troppo tardi?»
«Sì.»
«Ti ha visto?»
Abbassò il capo. «Ascolta, le ho detto tutto. Lei voleva aiutarmi, Marc, voleva fare la cosa giusta: ma alla fine il suo vizio ha preso il sopravvento.»
«Ti ha ricattato?»
«Mi ha chiesto dei soldi e io glieli ho dati, ma non ha importanza. Lei però quel giorno era lì. E quando andai da Bacard gli raccontai tutto quello che era successo. Cerca di capire, credevo che tu fossi in fin di vita e quando invece poi ce l’hai fatta capii che avresti rischiato di impazzire se non avessi saputo che fine aveva fatto tua figlia. Ne parlai a Bacard e lui tirò fuori l’idea del finto sequestro: avremmo messo le mani su un mucchio di soldi.»
«Ci hai addirittura guadagnato sopra?»
Lui spostò indietro la testa come se gli avessi tirato uno schiaffo. «Certo che no. La mia parte l’ho destinata a un fondo che servirà a Tara quando andrà al college. Ma l’idea del finto sequestro mi piaceva: ti avrebbero fatto credere che Tara era morta. E tu ti saresti messo il cuore in pace. Togliere soldi a Edgar per darli a Tara per me era una doppia vittoria.»
«Poi però?»
«Poi però, quando vennero a sapere di Stacy, decisero che non potevano fidarsi di una tossicomane. Il resto lo sai, l’hanno allettata offrendole dei soldi, si sono assicurati che la telecamera della banca l’avesse ripresa. E poi, senza dirmelo, l’hanno eliminata.»
Ci riflettei sopra, pensai agli ultimi minuti di vita di Stacy dentro quel casotto. Lo sapeva che stava per morire? Oppure era tanto fatta da non rendersi conto di nulla?
«Sei stato tu a parlare, vero?»
Non rispose.
«Gliel’hai detto tu che avevo avvertito la polizia.»
«Ma non capisci che non ha fatto alcuna differenza? Non avevano intenzione di restituirti Tara, che viveva già con i Tansmore. Dopo la consegna del riscatto, pensai che la faccenda fosse chiusa e cercammo tutti di riprendere la nostra vita di tutti i giorni.»
«E invece che cos’è successo?»
«È successo che Bacard decise di spillare ancora dei soldi a tuo suocero.»
«Insieme a te?»
«No, a me non hanno detto niente.»
«Quando l’hai saputo?»
«Quando me ne hai parlato tu, in ospedale. Sono andato su tutte le furie, gli ho telefonato, lui mi ha detto di calmarmi perché nessuno avrebbe potuto risalire a noi.»
«E invece non è andata così.»
Lui chinò la testa.
«E sapevi anche che stavo per arrivare da Bacard, te l’avevo detto al telefono.»
«Sì.»
«Aspetta un momento.» Sentii un nuovo brivido di freddo alla nuca. «Alla fine Bacard ha deciso di fare piazza pulita e si è rivolto a quei due pazzi. La donna, quella Lydia, si è occupata di Tatiana, Heshy invece è andato a far fuori Denise Vanech. Ma…» e rimasi un momento a riflettere «… ma quando ho visto Steven Bacard gli avevano appena sparato, sanguinava ancora. A sparargli non potevano essere stati né Lydia né Heshy.» Sollevai lo sguardo. «L’hai ucciso tu, Lenny.»
La sua voce si riempì di rabbia. «Secondo te volevo ucciderlo?»
«Perché allora l’hai fatto?»
«Come sarebbe a dire, perché? Per Bacard ero una specie di biglietto gratuito di uscita dalla prigione. Quando la situazione è precipitata mi ha detto che avrebbe fatto il mio nome, avrebbe confessato che ero stato io a sparare a te e a Monica e a portargli Tara. Come ti ho detto, i poliziotti mi odiano: ho fatto uscire dal carcere tanti di quei delinquenti! E gli avrebbero creduto sulla parola.»
«Saresti finito in prigione?»
Sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
«I tuoi bambini avrebbero sofferto?»
Chinò ripetutamente il capo.
«E quindi hai ucciso un uomo a sangue freddo.»
«Che altro avrei potuto fare? Tu mi guardi così, ma dentro di te la conosci la verità. Questo casino l’hai combinato tu e io ci sono rimasto invischiato nel tentativo di fare un po’ di pulizia. Perché mi preoccupavo per te, volevo aiutare la tua bambina.» S’interruppe e chiuse gli occhi. «E sapevo che uccidendo Bacard forse avrei potuto salvare anche te.»
«Me?»
«Ho fatto un’altra analisi costi-benefici, Marc.»
«Ma di che stai parlando?»
«Era finita. Una volta morto, tutte le responsabilità sarebbero potute ricadere su Bacard. Tutte. E io l’avrei fatta franca.» Poi mi si mise di fronte e per un momento pensai che stesse per abbracciarmi.
«Volevo che tu ritrovassi la pace, Marc, ma era impossibile, e purtroppo l’ho capito solo adesso. Non potevi trovare la pace finché non avessi avuto notizie di tua figlia. Con la morte di Bacard la mia famiglia era salva e a quel punto potevo rivelarti la verità.»
«Sei stato tu, quindi, a scrivere quel biglietto anonimo e a farlo trovare dalla tua segretaria?»
«Sì.»
Mi tornarono in mente le parole di Abe. “Non si può commettere qualcosa di sbagliato per un giusto motivo.”