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6.

Poco dopo comparvero i passeggeri Jang. Avevano fatto una specie di adeguata orgia Jang nella loro cabina, con pillole dell’estasi, musica per l’Orecchio Superiore e, dato che i due maschi dovevano essere sposati con le due femmine, probabilmente avevano fatto anche all’amore. Avevano l’aria un po’ stordita, mentre inghiottivano pillole energetiche e mangiavano pane degli angeli tostato.

«Attlevey,» gridai allegramente, per vedere cosa sarebbe accaduto. Loro risposero «attlevey» ancora più vagamente. I circoli hanno l’aria di diventare sempre più esclusivi ad ogni vrek che passa.

Il bestiolino ed io mangiammo di nuovo soli il primo pasto: funghi di cactus e pane di radici fritto. Di solito io non mangio mai così presto, ma il viaggio mi aveva messo appetito. Banale, no? Il bestiolino fiutò, poi decise che i funghi gli piacevano. Si gingillò con la carne sintetica, ma ingozzò tutto il vino con la panna. L’aspetto del vino con la panna mi piacque, e ne ordinai uno anche per me. Arrivò in un calice, ed era anche buono: poi il bestiolino capì, me lo fece schizzare di mano con una zampata, e bevve tutto quello che era finito sul pavimento. Il robot arrivò e mi disse di andarmene, e gli Anziani, che non sembravano molto entusiasti dei Jang, probabilmente perché erano sconvolti all’idea di essere circondati da una quantità di vulcani attivi, chiaccherarono a voce alta facendo commenti sulla vergognosa mancanza d’educazione del bestiolino (tutta colpa mia) e sulla mia vergognosa mancanza di educazione a tavola, perché lo lasciavo bere nel mio calice. Bene! Era così che vedevano le cose, immagino.

Fui abbastanza contenta quando arrivammo a Quattro BOO. Sentii la femmina anziana dalla bestia rosa dire al robot che sarebbe stato opportuno allontanarmi dalla nave; e anche il bestiolino. A quanto pareva, io avevo la precedenza: il bestiolino veniva dopo. Non credevo che sarebbe successo, comunque. È illegale, a meno che, naturalmente, io fossi finita in preda ad istinti omicidi, e allora avrebbero dovuto consegnarmi compresse o fiale ipodermiche d’ossigeno, carte topografiche, acqua potabile, viveri, una idrotenda fluttuante… Comunque, provi una sensazione strana, quando la gente ci tiene tanto a buttarti fuori. Mi sembrava di vedere quella donna che mi abbagliava con il suo grande cronometro di crystallize e d’oro, mentre mi buttava fori dal portello, e poi gettava il bestiolino nello scarico a vuoto, attraverso lo strato antisettico, nel Nulla. Comunque, fu il bestiolino ad avere l’ultima parola.

Poco prima dell’arrivo, sentii la femmina che urlava e strillava perché aveva perso il suo animale color di rosa. Tutti parteciparono alla ricerca e alla fine individuarono i rumori tremendi che provenivano dal salone. Erano ansiti e grugniti e gridolini, e una specie di barrito in sottofondo che poteva essere soltanto…

«Oh, abominevole ragazza Jang!» strillò la femmina anziana. «La mia povera, piccola Nocemiele massacrata dal tuo mostro.» Nocemiele era presumibilmente l’animaletto roseo; il «mostro» era presumibilmente sappiamo chi.

Impauriti e tremanti avanzammo tutti nel salone, e loro erano là, Nocemiele e il bestiolino, e sinceramente, credo che la femmina anziana avrebbe preferito che il bestiolino avesse appena sgozzato Nocemiele.

«Aah!» strillò. «Come hai potuto

Era un piccolo tradimento.

Quello che stavano combinando i due, in realtà, era che facevano l’amore. No, davvero. E doveva essere assolutamente groshing, a giudicare dal baccano. La femmina saltellava torno torno, urlando che qualcuno doveva andare a dividerli, e credo di averla scandalizzata sul serio quando le chiesi se a lei sarebbe piaciuto venire strappata al suo maschio prescelto nel bel mezzo di una cosa del genere. Comunque, vinse il buon senso e li lasciammo in pace, osservando affascinati fino a quando arrivò il momento culminante, in una sfera rotolante e strillante di pelame scomposto, di zampe in movimento e di code agitate. Poi crollarono esausti. Bene, doveva essere durato almeno trenta split. Mi sentii ridicolmente orgogliosa del bestiolino quando si alzò, si scrollò, e venne tranquillo da me, supremamente disinvolto. Lo raccolsi e mi congratulai con lui, stando bene attenta a come lo tenevo: probabilmente era un po’ indolenzito, qua e là.

«Mi rivolgerò alla Commissione!» ululò la femmina anziana. «Rovinare il mio animale! E se fa un uovo…»

Pensai che stesse per avere una crisi di convulsioni, non l’ebbe, purtroppo. Non so come, ma ebbi l’impressione che Nocemiele avesse fatto le uova altre volte.

E proprio allora, per fortuna, la nave annunciò che ci stavamo avvicinando a Quattro BOO.

7.

Ecco, adesso ero veramente fuori da Quattro BEE.

Naturalmente, Quattro BOO e Quattro BAA sono molto simili, a parte i precipizi vulcanici a BOO e gli enormi allevamenti di animali androidi a BAA, che forniscono splendide creature semisintetiche, come il drago della Torre di Giada.

Comunque, la prima cosa che accadde, naturalmente, quando scesi dalla nave delle sabbie, fu che la mia ape mi cadde sulla testa davanti ai Jang, agli Anziani indignati, a una Nocemiele indiscutibilmente raggiante, e ad una intera folla di robot e di Q-R e di curiosi che erano venuti ad assistere al nostro arrivo. Cercai di darmi un’aria molto blasé.

Per lo sbarco, mi ero acconciata molto alla Jang. Dopotutto, dovevo attirare qualche maschio Jang. Portavo calzoni trasparenti con piccoli dischi d’argento alle caviglie, e una tunica corrispondente con i dischi sui fianchi. Il tessuto era lievemente spruzzato di polvere argentea. Catenelle d’argento mi tintinnavano sull’inguine, e intorno ai seni fremevano e danzavano grandi opali verdognoli fissati a cordicelle di platino. Avevo lunghi orecchini di turchese che mi arrivavano all’ombelico, dove era fieramente in mostra un’altra turchese. I miei capelli erano un tumulto di fiori di seta, gingilli metallici, più un grande pettine a ventaglio grondante di perle.

Eravamo alla Spianata dell’Arrivo, coperta d’erba piumosa tagliata corta, con artistici alberi di rame dai tronchi tormentati. Lì vicino, oltre la cupola protettiva, i vulcani ruggivano e sputavano fuoco, ma era impossibile accorgersene. In effetti, là riducono tutto quello splendore utilizzando l’energia per gli accumulatori della centrale elettrica; ma in fondo è un bene perché così la roba costa meno e qualche volta, dopo un’eruzione particolarmente energica, per quell’unit tutto quel che compri è gratis.

Mi guardai intorno e feci lampeggiare gli anelli che portavo alle dita dei piedi, ma non c’era in vista neppure un maschio Jang.

Dovemmo fornire le nostre identità e il luogo d’origine in un ufficietto con le colonne di vetro e una fontana. Poi tutti gli altri partirono con gli avioplani, le sfere e gli altri veicoli presi a noleggio. Io mi avviai verso un vecchio marciapiedi immobile fiancheggiato da belle sculture ottodimensionali. Il bestiolino mi trottò dietro, prendendo a sberle i dischi d’argento alle caviglie con le pesanti zampe bianche.

«Chi è che ha fatto l’amore con Nocemiele?» chiesi all’improvviso; e ballammo insieme in mezzo alle statue. Incredibile! Mi sentivo pazzamente felice.

Subito dopo, una macchina piena di tentacoli mi sfrecciò accanto e cominciò a offrirmi sistemazioni varie. Le Commissioni delle nostre città sono capaci di individuare un turista in due split: e appena ti scoprono, ti sono addosso. Immagino sia molto utile. C’erano moltissimi posti esotici dove io potevo «rilassarmi e divertirmi». Scelsi il Palazzo del Lago Vulcanico: pareva che brulicasse di maschi Jang. La macchina tentacolata corse via in preda a una felicità isterica e pochi secondi dopo tornò con un avioplano dai colori dell’arcobaleno, che apparentemente era gratuito. Bene. Io e il bestiolino salimmo, e la macchina tentacolata impartì istruzioni al robot e poi si eclissò con molto tatto, assicurandomi che non mi sarei mai pentita della scelta. Beh, questa era proprio tutta da ridere.