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«Va bene,» disse. «Chiedo scusa, ma quel piccolo mostro non doveva mordermi.»

«Aveva tutta la mia approvazione,» dissi. Ma desideravo ancora lasciarmi convincere.

«Lo sai che mi fai diventare zaradann,» disse Lorun. «Su, andiamo. Rifacciamo la pace.» Mi accarezzò i capelli. «Andiamo a vedere le vasche della riproduzione.»

Lo scostai con uno scatto.

«Non hai sentito quello che ho detto?» urlai. «Odio questo posto! Odio quello che facciamo a questi animali, ciò in cui li trasformiamo! Odio questo allevamento, odio le luride città, odio tutti i thalldrap che le abitano, e questo comprende anche te, nullità che non sei altro!»

«Sarà meglio che ti riporti a Quattro BAA,» disse Lorun, rabbioso e imbronciato.

Fu un incubo. Mi portò alla base delle navi delle sabbie che avevo chiesto io, e per tutta la strada continuai a soffocare per la voglia di perdonarlo e di chiedere che mi perdonasse. Ma non potevo. Sapevo che, chiunque di noi due avesse ragione, non avrei più potuto illudermi che fossimo compatibili. Quindi, niente più idillio cieco. Quando arrivammo, dissi impettita:

«Grazie per questo periodo meraviglioso. Il matrimonio scadrà tra mezzo unit, comunque, perciò non occorre l’annullamento. Per la verità, volevo chiederti di aiutarmi a fare un bambino, ma adesso mi rendo conto che sarebbe stato un errore.» Non so perché mi prendessi il disturbo di dirglielo. Era ingiusto e inutile, e mentre lo dicevo mi sentivo morire.

E questo fu il nostro addio. Le porte dell’avioplano si chiusero ed io e il bestiolino rimanemmo di nuovo soli.

11.

C’era una nave che partiva quell’unit, e fu una fortuna. Beh, a che serve essere fortunati in cose del genere?

Non sopportavo l’idea di andare a Quattro BEE, dove mi aspettava la mia mezza figlia, perciò ritornai a Quattro BOO.

Ero l’unica passeggera.

Immagino di esserlo sempre, in un certo senso.

12.

Quando arrivai a Quattro BOO mi resi conto che avere intorno il bestiolino mi turbava, perciò lo rispedii sommariamente per nave robot a Quattro BEE, a casa.

Rimasi sola per millenni, nei parchi e nei palazzi: ignoravo i maschi Jang che mi rivolgevano la parola, o mi mostravo violentemente sgarbata. Avevo una paura terribile che, se mi fossi messa con uno di loro, sarebbe capitata la stessa cosa terribile. Si chiama disillusione, mi pare.

Poi notai che mi piaceva veramente chiaccherare con le femmine Jang e prender nota di tutte le loro qualità.

Sembrava essere venuto il momento di cambiar corpo, e di cambiare anche sesso. Credo che avessi saziato temporaneamente il mio lato femminile, con Lorun, e inoltre per il momento mi ripugnava abbastanza l’idea di essere femmina. Non vedevo perché, se avessi cambiato, avrei dovuto rinunciare a dare la caccia a un fattore. Probabilmente sarei riuscita a valutare meglio quei floop, se fossi stata uno di loro. Naturalmente, i miei sessanta unit a Quattro BEE non erano ancora passati, ma in un’altra città hai un incartamento vergine. Molte persone che non amano suicidarsi sono andate a BOO o a BAA per cambiare corpo, quando ne volevano uno in fretta ed erano state messe a razione. Una volta, Hatta l’aveva fatto, ed era ritornato coperto di verruche, con l’aspetto incredibilmente drumdik.

Comunque, andai al Limbo di Quattro BOO e spiegai la situazione, e dissi che avevo bisogno di essere maschio per un po’. Mi dissero che avrebbero provveduto volentieri… a pagamento, non dimentichiamo mai il pagamento, e in quell’unit c’era scarsità di eruzioni, perciò sarebbe anche costato parecchio. Ma sapevo che non sarebbe figurato negli archivi di Quattro BEE per quattro unit, dato che il cambiamento sarebbe stato effettuato a B00? Questo significava che per cinque unit a BEE nessuno avrebbe saputo chi ero, a meno che lo dicessi io, e non avrei potuto far trasmettere la mia identità da un posto di chiamata fino a quando il computer non mi avesse registrato.

Tutto questo non sembrava per niente allarmante, perciò accettai, pagai, ordinai un sogno rasserenante e mi svegliai un po’ più tardi, trasformata in un maschio estremamente insumatt. Mi sentii pienamente soddisfatto, fino a quando mi accorsi quanto mi ero fatta simile a Lorun. Questo mi avvilì un po’, in particolare perché adesso avevo voglia di andarlo a prendere a pugni sul muso. Invece andai a farmi un pasto per iniezione, e ignorai tutte le ragazze Jang che cercavano di far colpo su di me.

La mia mente maschile smaniava ancora dalla voglia di fare un bambino, anche se adesso il punto di vista era diverso: e come uomo scoprii anche che avrei preferito fare un figlio maschio. Mi dissi che una volta ritornata femmina avrei recuperato la preferenza originale, dato che, dopotutto, ero prevalentemente femmina. Comunque, non avevo ancora risolto il problema dell’altro fattore.

Certo, adesso ero meno ancora in grado di giudicare. Come maschio avevo ancora meno pazienza con loro, e alla fine mi trovai una femmina Jang curvilinea e aggraziata, e la sposai per il pomeriggio. Fu una cosa breve, senza complicazioni, e groshing. Proprio come doveva essere.

E fu proprio mentre ero sdraiato sull’erbapiuma del parco, nel crepuscolo, e ricambiavo il cenno di saluto, mentre lei si allontanava deliziosamente, che mi venne quell’idea pazza. Per poco non diventai isterico, anche se non si diventa isterici allo stesso modo, quando si è maschi. Questione di ormoni diversi, o roba del genere. Ma mi levai di colpo a sedere, chiamai la mia ape, e guardai la mia immagine mascolina nel lungo specchio molecolare.

L’altro fattore sarei stato io.

13.

Cercai di comportarmi come se non avessi mai parlato prima con il Q-R dal tappeto d’acqua, mentre spiegavo che ero io il maschio prescelto. Non potevano avere dati su di me a Quattro BEE, dissi, poiché ero appena arrivato. Ma, disse il Q-R, la signorina aveva spiegato che il maschio prescelto era in Distorsione dei Sensi. Infatti, risposi io, e lei si era stancata di aspettare ed era tornata da me, uno dei suoi passati amori di Quattro BOO. Adesso era lei in Distorsione dei Sensi.

Era un po’ strano, veramente, ma immagino che i Q-R siano programmati per considerare i Jang tipi irrazionali, che svolazzano di sensazione in sensazione, e tra l’una e l’altra sono sempre tosky e zaradann.

Comunque, dopo una breve attesa, mi accettarono.

Feci un altro sogno. Questa volta ero con una bambina bionda che si teneva aggrappata a me, piena d’ammirazione, e io mi sentivo forte e protettivo, pronto a difenderla dai pericoli inesistenti di Quattro BEE. Non era neppure un letto di rose, ma una corsa nel fuoco.

Mi chiesero se volevo restare ad assistere all’unione delle due metà, ma mi sentivo troppo emozionato, e il mio impulso maschile mi diceva di reprimere l’emozione, perciò fuggii nella notte. Avevo ancora un po’ di paura che capissero cosa stava succedendo e rifiutassero di procedere.

Chiamai Thinta.

«Attlevey… Hergal?» chiese lei, incerta. Hergal doveva essere precipitato di nuovo sul Monumento a Zeefahr.

Lei era molto attraente, adesso, senza quel pelame, con una nube di lunghi capelli verdi e un corpo delicato e ben cesellato, così diverso dalla sua personalità istericamente stolida.

«Sono io,» dissi, e le spiegai chi ero.

«Oh! Come sei groshing!» gridò Thinta, evidentemente compiaciuta. È sempre più affettuosa con me, quando sono maschio: questo l’ho notato.

«Vieni e sposami per un paio di unit,» proposi, e quasi me la ritrovai sulle ginocchia prima ancora di aver tolto la comunicazione.