Выбрать главу

— Anche l’omicidio manca di buon gusto.

— È appunto ciò che intendo. Se non avete rispetto per la reputazione della mia fidanzata, e a quanto pare non ne avete, potreste almeno avere riguardo per i sentimenti di sua madre. Questa tragedia è già fonte sufficiente di dolore per la signora Brunner, senza che il comportamento piuttosto capriccioso di sua figlia venga frainteso per offrire divertenti letture al pubblico di analfabeti, a cui evidentemente vi rivolgete.

— Sarei desolato di addolorare la signora Brunner — ribatté Casey — ma se la sua cara figlioletta ha sbattuto un attizzatoio sulla testa del papà anche gli analfabeti hanno diritto di saperlo.

— Phyllis? — Per un attimo Gorden parve aumentare di statura e fissò l’altro incredulo, lasciandosi poi cadere sulla poltroncina della segretaria, dove rimase a occhi bassi, fissando la propria immagine sgomenta riflessa nel ripiano di vetro. — Dio mio! — mormorò roco.

— Non vi era venuto in mente?

— Neanche per sogno.

— Forse dovreste interrogare gli analfabeti di cui vi lamentavate. Probabilmente loro già lo pensano.

— Ma Phyllis adorava suo padre!

— Però lui è morto, e lei è scomparsa.

Gorden alzò il capo con gesto lento e fissò Casey con espressione calcolatrice: — Il vostro lavoro deve occuparvi molto — osservò in tono asciutto. — Che giornale avete detto di rappresentare?

— La “Rassegna femminile”.

— Davvero? — Si vedeva che cominciava a sommare alcune cose, e pareva essere un matematico in gamba. — Perché non riferite le vostre ipotesi alla polizia? — suggerì. — Potrebbero interessarla e, chissà, forse riuscireste a ottenere qualche notizia. Vi farebbe piacere sapere dove sono stato in quest’ultima ora?

Una suoneria d’allarme squillò nel subcosciente di Casey, il quale prese ad indietreggiare, allontanandosi dalla scrivania. Lo sguardo di Gorden era troppo fisso.

— Sono stato in un vicolo nei pressi del fiume per identificare la macchina della signorina Brunner. Chiunque l’avesse abbandonata lì, aveva cercato di eliminare le prove dando fuoco alla tappezzeria, ma un passante ha dato l’allarme appena visto il fumo. Strano il fatto della tappezzeria. Un lato del sedile era imbrattato di sangue, ma non quello del guidatore.

Un vicolo nei pressi del fiume. Poteva indicare un’infinità di luoghi, ma per Casey significava una zona situata fra il bar Nuvola e un vecchio edificio nella Erie Street. Dovette fare uno sforzo per chiedere: — E la signorina?

— La sua borsetta è stata trovata a circa mezzo isolato di distanza. Null’altro… per ora.

Gorden si era alzato e allungava la mano sinistra verso il telefono. — Quanto all’individuo con cui si era incontrata nel bar dell’albergo…

Non terminò la frase né la manovra per afferrare il telefono. Praticamente era già proteso a ricevere il pugno che Casey fece scattare e, dopo averlo ricevuto, non parve più disposto a chiacchierare.

Casey stava già filando oltre l’ingresso, diretto verso l’ascensore, e ben presto usciva a precipizio dallo stabile, prima che la bionda tornasse per trovare il suo eroe con il bel viso affondato nel portacenere. Fuggiva anche da un’orda di ombre i cui volti assomigliavano a quello sardonico del fattorino. Se Phyllis Brunner era morta… Non era ammissibile neppure pensare a certe cose, non poteva essere morta. Maggie doveva per forza aver visto giusto!

Una volta in strada gli fu facile disperdersi nella calca frettolosa e svoltò automaticamente a sinistra. Pochi isolati più oltre balzò su un autobus che stava per invertire la direzione, ripartendo verso nord, e lungo tutto il percorso fino alla Erie Street continuava a ripetersi che Phyllis non poteva esser morta.

Maggie non c’era, e allora s’introdusse in casa con la chiave che gli aveva dato, chiedendosi come poteva essersela cavata al Municipio. Del resto, c’erano pochi dubbi in proposito. Anche se fosse esistito un fondo di verità nelle supposizioni di lei, le probabilità di un matrimonio segreto erano minime. Phyllis Brunner non avrebbe arrischiato un’attesa di tre giorni, anche se le fosse riuscito di ottenere una licenza, con il confine dell’Indiana tanto vicino. Comunque, tutto pareva ancora un sogno pazzesco.

Nello studio regnava una quasi totale oscurità. Nei giorni piovosi, l’imbrunire sopraggiunge presto, e il crepuscolo plumbeo che filtrava dall’alto creava soltanto una fantasmagorica chiazza di luce. Casey si chiuse la porta alle spalle e attese che la sua vista si fosse abituata alla penombra. La luce fioca batteva in pieno sul viso che Maggie aveva ritratto e lui la ricordava appunto così, avvolta in un tenue raggio azzurrino in mezzo a cui spiccavano gli occhi color fumo.

“Che ti prende, Casey Morrow? Quali poteri magici aveva quella ragazza per capovolgere la tua vita in questo modo? È possibile che siano trascorse soltanto ventiquattro ore da quando hai visto quel volto? Sembrano secoli, lunghi secoli oscuri.”

All’improvviso cessò il suo soliloquio. Nonostante la luce plumbea si era accorto che il quadro si era mosso e avanzava verso di lui.

7

Viva, anzi vivissima, Phyllis Brunner stava avanzando con passo esitante, incerta sull’identità della persona entrata nello studio, quando Casey accese la luce. Era la prima volta che la vedeva illuminata chiaramente: il volto pallido, la pelliccia di visone ormai simile a un topo annegato, era tuttavia sempre bellissima. Si fermò a mezzo metro da lui e attese le parole, che Casey non riusciva a trovare.

— Aspettavo Maggie — finì per dirgli. — Un tempo abitavo qui.

— Lo so.

— Ho ancora la chiave. Suppongo che serva per tutte le porte.

Non c’era alcun senso logico in quella sua posa, lì ferma a mostrare la chiave che stringeva in mano come se avesse un significato, come se quelle vane chiacchiere ne avessero. Casey provava il desiderio di afferrarla per le spalle e darle uno scrollone finché non avesse preso a parlare logicamente, ma di fronte a quegli occhi strani e intimoriti non ebbe neppure la forza di alzare le braccia.

— Volevo ritrovarvi — aggiunse Phyllis.

— Ci credo!

— Sul serio. Volevo spiegarvi perché vi avevo condotto qui ieri sera. Perché sarei tornata, altrimenti?

— Non lo so e ho paura di cercare d’indovinare. Forse avete un altro incarico da propormi.

Le ultime tracce di colore si dileguarono sulle guance di lei. Strinse i piccoli pugni esclamando: — Che volete dire? Che cosa state insinuando?

— Dovreste saperne più di me su quanto sto insinuando. Lo confesso, non ricordo molto bene e so soltanto che voi ieri siete venuta nella mia nicchia al bar Nuvola e vi siete messa a parlare di un misterioso incarico da affidarmi. Questa mattina trovano vostro padre con la testa fracassata e io mi sveglio con la manica della giacca insanguinata e cinquemila dollari. Che cosa pretendete che insinui?

Si chiamava parlar chiaro, e l’effetto delle parole fu corrosivo. O Phyllis era davvero sgomenta come pareva, oppure era la più grande attrice del mondo. Barcollò leggermente, ma Casey lasciò che se la sbrogliasse da sola. Una tremenda bugiarda, aveva detto Maggie.

— Oh no… — ansimò Phyllis. — Non è così! Non vi avevo assoldato perché assassinaste mio padre!

Quasi quasi le credeva, ma forse lo spingeva il suo grande desiderio di crederle. — E chi l’ha mai detto? — ribatté. — A voi occorreva un capro espiatorio su cui far ricadere la colpa quando le cose si fossero messe male. Come mai vi è mancato il coraggio? Perché non avete strillato per chiamare la polizia? Credevate forse che avrebbero dubitato della vostra tragica storiella? — Trasse di tasca le banconote, Casey le soppesò e riprese: — C’è anche il movente, e un uomo che ha perso la memoria non può difendersi.