Era chiaro che a Phyllis non garbava essere contraddetta, e la bimba pallida dalle labbra tremanti e dagli occhi sgomenti sparì in un baleno.
— Non vi espongo teorie! — esclamò seccamente. — Sto dicendo la verità, e non mi importa che voi mi crediate o meno, dovrete fare comunque quello che vi dico.
— Non starebbe male aggiungere “per piacere” — suggerì Maggie, ma ormai nulla avrebbe fermato Phyllis.
— Tanto per cominciare, nessuno di voi due denuncerà alla polizia la mia presenza. Non voglio essere trovata, almeno per ora. Ecco perché ho dato fuoco alla mia macchina.
— Ho notizie per voi — intervenne Casey. — Siete stata poco abile e l’automobile non è bruciata.
Quell’informazione la tacitò soltanto per un istante, e subito riprese: — Ad ogni modo, me ne sono liberata. Starò nascosta per un poco, lasciando che Lance si roda per sapere dove sono e perché. Anche in questo mi aiuterete voi.
— A quanto pare, tutto d’un tratto sto diventando il vostro braccio destro.
— Sarà meglio, perché in caso contrario sarà sufficiente che io vada alla polizia a dire che mi avete rapito dopo avere ucciso mio padre.
Già da un po’ Casey si aspettava il colpo mancino. A volte nella vita è possibile discutere, ma in questo caso l’aria decisa e dura di Phyllis lo precludeva. Lanciò una occhiata a Maggie, e questa osservò: — Siete in trappola.
— Non è detto! — ribatté, soffocato dall’ira.
Si volse di scatto per fronteggiare la ragazza, che gli sedeva a fianco con l’aria sicura di sé. Sicura e soddisfatta. — Si tratta della vostra parola contro la mia — le disse — e io preferisco la mia. La polizia ha metodi molto rigidi quando si tratta di omicidio e cerca sempre di trovare il movente. Più ci penso e meno moventi vedo da parte mia, a meno che voi mi aveste pagato per commettere il reato, e in tal caso non fiaterete con anima viva. Dopo tutto Darius Brunner non era nulla per me.
— Come no!?
— Mi è forse sfuggito qualche particolare?
Un lento sorriso si diffuse sul viso di Phyllis e quel sorriso non auspicava nulla di buono per Casey Morrow. Se lo sentiva nella bocca dello stomaco.
— Vi è sfuggito tutto — disse la ragazza. — Mi è toccato andare fin nell’Indiana e anche sorreggervi durante la cerimonia, ma ho trovato un magistrato miope e avido di denaro quasi quanto voi. Ho notizie da darvi: sono la signora Casey Morrow.
Tacque un attimo per dar modo alle sue parole di penetrare, ma in fondo Casey non era stupido. Era il modo di fare di lei che lo faceva ammutolire. Indubbiamente aveva avuto le sue ragioni per compiere un simile passo, e quelle ragioni potevano significare grossi guai.
— Quest’onore mi è costato cinquemila dollari — aggiunse Phyllis. — Avrei potuto trovare ciò che cercavo a minor prezzo, ma quando vi ho visto coccolare il vostro ultimo dollaro al bar Nuvola ho intuito che eravate la persona adatta. Avevo ragione, non vi sembra?
Guardandosi bene dal rilevare l’ultima frase, Casey domandò: — È Gorden la causa di questo matrimonio?
— Appunto.
— Ora non può più sposarvi.
— Non può sposarmi e non può mettere le mani sui quattrini.
— Quattrini? Che quattrini?
Gli rispose con una risata argentina, un poco aspra: — Lo sapevo che vi avrebbe interessato. I miei quattrini, s’intende. Papà non nutriva molta fiducia nelle capacità amministrative della mamma e odiava le tasse di successione per cui mi aveva intestato tutto il suo patrimonio. Un paio di milioni di dollari, se volete proprio farvi venire l’acquolina in bocca. L’unico ostacolo consiste nel fatto che legalmente io non sono maggiorenne e devo quindi avere un tutore… oppure un marito.
A Casey occorse un certo tempo per assuefarsi all’idea.
Ora capiva il piano di Phyllis e riusciva anche a essere più lungimirante. Non era forse l’uomo più scaltro del mondo, ma sapeva riconoscere una occasione propizia anche se gli veniva presentata avvolta in una coperta militare. E se Phyllis avesse avuto ragione? E se fosse riuscito a provare che era stato Lance Gorden a uccidere Darius Brunner? Era una possibilità piuttosto vaga, ma in genere sono proprio quelle vaghe che rendono, e a Phyllis avrebbe reso non poco. Per procurarsi un marito aveva già sborsato cinquemila dollari, per disfarsene ne avrebbe sborsati molti di più.
Lei attendeva con gli occhi lucenti. — Dunque? — chiese. — Che ne pensate del mio racconto?
— Dàgli tempo d’interrogare il suo animo — consigliò Maggie con tono asciutto. — Non ci metterà molto, e sono sicura che sarete molto felici, figlioli miei.
8
L’assassinio di Darius Brunner occupò le prime pagine dei giornali finché un bambino, classificato nella categoria dei piccoli prodigi, nelle statistiche scolastiche, abbatté un’ascia su un compagno, dando al pubblico qualcosa di più interessante cui appassionarsi. Ormai tutta la città era talmente familiarizzata con le foto della ereditiera scomparsa e con le descrizioni del “misterioso uomo in grigio” (grazie ai colori falsati che creava l’illuminazione del bar Nuvola) che quasi erano finite nel dimenticatoio. Intanto Casey Morrow e la sua sposa “non premeditata” erano andati a vivere in un piccolo appartamento nel quartiere nord. Non molto lussuoso, comprendeva un salottino grande come una scatola di fiammiferi, completo di divano Rinascimento, una camera da letto, una cucina e una stanza da bagno con gli impianti refrattari. Data l’urgenza, Maggie non aveva trovato di meglio.
Non appena Casey aveva smesso di interrogare il proprio animo, Maggie aveva detto: — Non potete restare qui. Prima di tutto non c’è posto, e in secondo luogo gli allievi di Papà Danikoff si accorgerebbero subito della presenza di Phyllis. Terzo… — il suo aspetto severo scartava la possibilità di uno scherzo — … non ho nessuna intenzione di passare i miei ultimi anni dietro le sbarre.
E così aveva trovato l’alloggio e aveva fatto anche alcune spesucce, comprando camicie e biancheria per Casey e qualcosa di meno appariscente del visone, per Phyllis. Mentre Casey tirava fuori il contante la ragazza gli aveva detto:
— Tieni nota delle spese e, quando tutto sarà chiarito, ti rimborserò.
Lo sposo riluttante aveva risposto: — Va bene… come vuoi.
Il mattino dopo, e cioè due giorni esatti dopo il delitto, Casey, che era seduto davanti al caffè per la prima colazione, disse, cercando di avere un’espressione severa: — Dunque, Genio, dal momento che siamo riusciti a evitare la galera fino ad ora, qual è la prossima mossa?
Non si sentiva soddisfatto. Sebbene non gli fosse stato ancora detto, che il divano nel salotto era per lui. Ma non era tanto questo a turbarlo, quanto l’aspetto di Phyllis. Nessuna donna aveva il diritto di essere tanto bella al mattino presto, e infatti prima d’allora non ne aveva mai incontrate. Anche con la vestaglia economica comprata da Maggie, e i capelli radunati in cima al capo in una crocchia, era una creatura eccezionale. Per di più dotata di una calma esasperante.
— Te l’ho già detto, quando eravamo da Maggie. Dobbiamo scoprire perché Lance ha ucciso mio padre.
— Soltanto?
— Faremo quello che occorre! Tu stesso hai detto che non aveva nessuna ragione logica di uccidere la fonte delle sue rendite, quindi una ragione ci deve essere.
Quella sua maledetta logica faceva quasi dimenticare a Casey ciò che aveva letto nel giornale. — Gorden dice di essere stato in campagna la sera in cui tuo padre è stato ucciso — l’informò. — Dichiara di esserci andato per pranzo e di averci pernottato, ricevendo là la notizia della sua morte. Per di più tua madre conferma.
— Naturalmente. Se Lance le ha detto che gli occorre un alibi, sarebbe pronta a mentire per lui.