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— Assicurazione? — ripeté Leta con tono freddo. — Non m’interessa…

— Non sono qui per fare una polizza — intervenne prontamente Casey. — Rappresento la Società di Assicurazioni Midwest e vorrei rivolgervi alcune domande.

Buona mossa. Aveva ricordato che una delle matrici di Brunner portava quel nome, e Leta non era in uno stato d’animo scettico. A giudicare dal pallore del suo viso grazioso ma non conturbante, doveva essere ancora sotto l’impressione penosa del funerale.

— So che è un momento difficile — continuò Casey, prendendo posto su una delle sedie dallo schienale rigido poste intorno al tavolo trasformabile — ma sono certo che vorrete aiutarci a chiarire questo triste caso.

— Oh sì! Il signor Brunner era una così brava persona, e non posso ancora credere…

La voce di lei si ruppe bruscamente, e le labbra le tremarono. Casey temeva uno scoppio di pianto, ma sgorgò soltanto qualche lacrima. Leta si asciugò gli occhi con un semplice fazzoletto di lino, toccandosi poi con gesto nervoso i corti capelli dal taglio accurato, mentre riusciva a sorridere con aria dolorosa.

Disse: — Vogliate perdonarmi, signor…

— Kelly — l’informò Casey, senza una ragione speciale per scegliere quel nome piuttosto che un altro.

— Scusatemi, signor Kelly. Come avete detto giustamente, è un momento difficile. In che cosa posso esservi utile?

Casey pensò che in un momento meno opportuno non gli sarebbe andata tanto liscia. Leta non pareva il tipo di donna pronta a comprare azioni di una miniera d’oro da un venditore ambulante, né ad accettare le dichiarazioni di un qualunque investigatore di compagnie assicurative. Comunque il momento era ben scelto, e si doveva approfittarne.

Cercando di apparire un individuo pratico, cominciò: — Naturalmente la mia società è ansiosa di mettere le mani sull’assassino del signor Brunner prima che vengano pagate polizze, tanto più che uno dei principali eredi sembra che sia implicato in maniera grave.

— Suppongo che alludiate a Phyllis.

— È tuttora irreperibile.

— Lo so.

Casey non aveva dimenticato che il suo compito consisteva nell’occuparsi di Lance, ma riteneva che non sarebbe stato certo un male compiere qualche indagine nei riguardi della ragazza, che in quelle strane circostanze era diventata sua moglie. — Voi la conoscevate, immagino.

— Soltanto di vista. Veniva spesso in ufficio.

— Lavorava?

— Se lavorava! — Lo stupore portava sorprendenti mutamenti al viso di Leta, come se delle luci si accendessero d’un tratto su un palcoscenico buio. — Una ragazza come Phyllis non ha bisogno di lavorare, signor Kelly. Le basta tendere la mano per ottenere ciò che vuole. Ecco tutto.

Naturalmente non era tutto. Intendeva dire che Phyllis apparteneva all’alta società, non aveva mai dovuto affrontare la sveglia mattutina e gli orari degli autobus, non aveva mai dovuto lavare la propria biancheria di notte nella toletta comune… mai. Ma quelle cose non si potevano dire a un estraneo, soprattutto a un estraneo dallo sguardo pronto. Le luci nel suo volto si spensero e Leta rimase con gli occhi fissi sulle proprie mani.

— Il signor Brunner era molto generoso con la sua famiglia — riprese poi in fretta. — Cioè con Phyllis e con la moglie.

— Capisco — mormorò Casey.

— Anche per le opere di beneficenza. Erano opere di cui s’interessava la signora, ma il denaro lo passava lui. In questo momento si occupava del progetto dei “Verdi Pascoli”, un’idea veramente meravigliosa per strappare i bambini indigenti dai quartieri poveri. Col tempo l’opera diventerà autonoma, ma gli inizi sono molto dispendiosi.

Tacque un istante per riprendere fiato, poi continuò: — Io naturalmente so soltanto quanto ho udito dire dal signor Brunner al signor Gorden.

— Gorden? — Forse Casey stava diventando suscettibile su questo punto, ma gli pareva che ogni voce femminile si raddolcisse un poco nel pronunciare quel nome. — È interessato anche lui in questa opera pia?

— Certo. Amministra tutte le questioni finanziarie della signora.

— E quelle del marito?

Gli occhi di Leta erano grigi, con piccole pagliuzze verdi. Casey non se ne accorse finché lei non lo fissò.

— Il signor Brunner si occupava personalmente dei suoi affari. — La risposta fu pronta, pronunciata quasi in tono di sfida, come se gli avesse letto il pensiero. — Era così, gli piaceva far da sé.

— Però non trovava da ridire che Gorden avesse carta bianca per gli affari di sua moglie.

— Da ridire? E perché mai? Il signor Gorden faceva più o meno parte della famiglia.

Casey s’impose del tempo per riflettere. Non poteva rischiare di trarre affrettate conclusioni, lì su due piedi; eppure, per la prima volta, cominciava a scorgere un po’ di luce. Forse, fra le numerose opere benefiche della signora Brunner, ce n’era una ignota perfino a lei: qualcuno doveva pur pagare l’affitto di Gorden. Era un punto che meritava un accurato esame, ma gli occhi di Leta cominciavano a manifestare una certa curiosità attraverso il velo di malinconia.

— Suppongo che corressero rapporti cordiali fra Gorden e Brunner — osservò Casey. — Insomma, non c’erano obiezioni alle nozze imminenti, o qualcosa del genere?

La donna era evidentemente lontana mille miglia da una simile idea, e infatti lo fissò stupefatta, chiedendo: — E perché mai? Il signor Gorden è un uomo di affidamento e riscuote grandi simpatie, tanto che speravamo tutti che avrebbe avuto un’influenza benefica su Phyllis. Non le farebbe male rinsavire un poco.

Casey provò un senso di irritazione di fronte al sorriso un poco ironico di Leta e sentì un certo sollievo quando lei riportò la conversazione su Lance.

— Anzi, il signor Gorden e il signor Brunner dovevano far colazione insieme proprio il giorno…

Seccato dell’interruzione improvvisa, Casey incalzò: — Vi è venuto in mente qualcosa?

— Si, ma non è importante. Avevano appuntamento lunedì, ma la colazione andò a monte.

— Gorden non si fece vivo?

— Oh, sì, lui è sempre puntualissimo, ma non c’era il signor Brunner. Era uscito dieci minuti prima, dimenticandosi completamente di avvertirlo. La prese molte bene, s’intende.

— Brunner?

— No, il signor Gorden. Decidemmo entrambi che la dimenticanza era dovuta alla visita di Phyllis in ufficio poco prima. A volte faceva innervosire il padre.

— Chiariamo un po’ meglio. Lunedì la signorina andò in ufficio dal padre, lui usci dopo che se n’era andata?

— Per circa due ore. Al suo ritorno pareva un poco nervoso ma, come dico, Phyllis gli aveva spillato altri quattrini a forza di moine.

— Ve lo disse lui?

— Non proprio — ammise Leta, arrossendo — ma in generale era quello lo scopo delle sue visite, e ricordo di averla vista mettere un foglietto nella borsa mentre usciva. Sembrava un assegno.

— Che cosa fece Gorden quando Brunner non andò all’appuntamento?

— Attese in ufficio qualche minuto e poi uscì da solo. Però la prese molto bene.

Casey cominciava a essere stufo di sentirsi fare gli elogi di Lance, ma quel poco tatto di cui era dotato gli suggerì di non dirlo. Un’altra sensazione vaga, forse il presentimento di un pericolo, lo ammoniva al tempo stesso di non fidarsi troppo della sua buona stella. Fra poco Leta si sarebbe stancata di rispondere alle sue domande e avrebbe cominciato a rivolgergliene alcune molto imbarazzanti. Eppure un’altra occorreva rischiarla.

— Se non sbaglio — disse, tastando il terreno — voi diceste alla polizia di aver lavorato fino a tardi la sera in cui morì Brunner. Che genere di lavoro stavate svolgendo?