— Tra parentesi — disse — potreste informare il vostro bel principale che Groot non era il solo a occuparsi di questa faccenda. Non è l’unico a conoscere il contenuto del rapporto.
Uscì alla chetichella dal bar e si mescolò alla calca frettolosa del mezzogiorno. Voleva soprattutto allontanarsi il più possibile dalla signorina Nardis, la sbigottita, perplessa e furibonda signorina Nardis, che probabilmente stava già chiamando per telefono l’ufficio di Gorden. Ogni parola della conversazione intercorsa sarebbe giunta alle orecchie del suo principale, su questo Casey non nutriva dubbi. Già lo vedeva sudare, assillato dai dubbi. Poteva anche tradirsi, se si lasciava prendere dal nervosismo. Nel frattempo, quell’ultima geniale trovata avrebbe potuto agevolare la situazione di Carter Groot, a meno che l’investigatore non fosse ormai oltre qualsiaàl possibilità di venire agevolato. Giunto nella State Street, Morrow si sentì più al sicuro in mezzo alla folla resa più densa dalla gente previdente che anticipava le compere natalizie, e pensò che l’espressione ansiosa sul suo viso avrebbe potuto essere interpretata come il dubbio sull’oggetto da regalare a una vecchia zia. Il suo pensiero tornava senza sosta a Groot e, benché si trattasse forse soltanto del desiderio che così fosse, gli sembrava che la scomparsa di lui, se collegata all’assassinio di Brunner, potesse indurre le autorità a formulare interessanti congetture, più adatte a incriminare Lance Gorden che non gli sforzi di un segugio dilettante piuttosto allergico alla polizia. Di tanto in tanto si trastullava con l’idea di comunicare ai tutori dell’ordine le sue informazioni. Quel pensiero si era affacciato spesso alla sua mente, da quando Phyllis era apparsa in mezzo a una nebbia creata dal whisky, capovolgendo tutto il suo mondo, ma lo aveva sempre scartato. In fondo al suo animo si annidava un timore della polizia che non riusciva a soffocare né con la logica, né con la speranza, né con la disperazione. No, non poteva andare al commissariato, ma c’era un’altra strada.
Si recò al più vicino ufficio postale e comprò busta e francobollo. Il tenente Johnson della Squadra Omicidi non avrebbe prestato attenzione a una lettera anonima, avendone ricevute chissà quante in vita sua, ma poteva darsi che una certa pagina dell’agenda di Carter Groot risvegliasse il suo interesse.
12
Casey cominciava a sentirsi meglio quando si avviò per tornare da Maggie. Gli pareva che qualcosa stesse prendendo forma, anche se non sapeva chiaramente di che cosa si trattasse. L’euforia gli permise perfino di fermarsi a mangiare un boccone, e intanto si chiedeva come l’avesse presa la signorina Nardis, piantata in asso con il conto della colazione che lui non aveva mangiato. Si chiedeva al tempo stesso in che stato d’animo fosse Lance Gorden in quel tardo pomeriggio, grigio e umido.
Dando esca alla propria fantasia, gli sembrava quasi di vedere l’epilogo della fantastica vicenda. Sentiva la tensione allentarsi e già leggeva i titoli dei giornali: “Gorden confessa di avere ucciso Brunner”. Bei sogni dorati che però si dileguavano brutalmente giunti a questo punto. E poi? Il seguito doveva essere prestabilito: un tranquillo annullamento consensuale in cambio di un pingue assegno. Oppure non tanto tranquillo, nel caso che fosse sorta una discussione sul piano finanziario. Casey Morrow desiderava solo farla finita, ma mentre lo ripeteva a se stesso era conscio che si trattava di un’illusione.
L’isolato di vecchi edifici in cattivo stato pareva deserto, eccettuato per una solitaria guida interna parcheggiata sull’altro lato della via. Casey si era aspettato di vedere accostata al marciapiede la macchina noleggiata da Maggie, ma poi, pensando che l’avesse lasciata sul retro, non si diede là pena d’indagare.
In cima alle scale Maggie lo attendeva, il volto atteggiato a una impazienza esagerata.
— Finalmente! — esclamò, facendolo entrare. — Dove siete stato tutto il giorno?
— In tanti posti. Avete trovato l’automobile?
— È giù nel vicolo. Il serbatoio è pieno, e il noleggio pagato per una settimana. Da ora in poi, giovanotto, lavorate in proprio.
Le numerose domande che le si leggevano negli occhi smentivano le sue parole. Era curiosa come tutto il suo sesso anche se cercava di nasconderlo, e Casey riteneva giusto informarla degli sviluppi. Inoltre i piedi gli dolevano, per cui si lasciò cadere su una sedia e, mentre traeva di tasca un pacchetto di sigarette, borbottò: — S’invecchia a fare questo mestiere.
— L’avete visto?
— Chi?
— Quel tale che dovevate vedere.
— No, è una lunga storia. — Le raccontò di Carter Groot e delle sue ultime mosse. Mentre la metteva anche al corrente di alcune sue ipotesi, Maggie ascoltava col capo ripiegato da un lato e l’aria assorta.
— Non mi va — disse, alla fine.
— Non ne sono entusiasta neppure io — ammise Casey — ma faccio del mio meglio.
— Intendo la faccenda di Groot. Dove credete che sia?
— Se lo sapessi, forse potrei chiarire il mistero… Avete mai sentito nominare l’opera benefica “Verdi Pascoli”?
— “Verdi Pascoli”? — fece eco Maggie. — Che cos’è? Un ricovero per cantanti?
— A quanto dice la segretaria di Brunner, è l’opera pia prediletta dalla signora, in questo momento. Dovrebbe essere un istituto per la delinquenza minorile.
— Dovrebbe essere?
— Sto diventando un tipo sospettoso — fece Casey, sorridendo. — In questo momento stento a credere che esista davvero un luogo simile.
Il lato simpatico di Maggie era che non le occorrevano ampie spiegazioni per afferrare un concetto. Anzi, Casey sospettava che fosse più furba di lui, soprattutto quando gli chiese con tono innocente: — Non vorrete per caso insinuare che il vostro amico Gorden si sia intascato sommette che non gli appartengono?
— Se ho visto giusto, ne ha le tasche piene.
— E la signora Brunner?
— Secondo me non ne sa nulla. A quanto dice Phyllis, lei si limitava a firmare gli assegni che le dava il marito e a posare per le fotografie dei giornali attorniata da sporchi mocciosi. Si occupa di tutto Gorden.
Maggie aveva afferrato tanto bene la situazione che il suo viso assunse, d’un tratto, un’espressione grave.
— Vi è capitato di pensare che potrebbe essere pericoloso scherzare con Gorden? — chiese. — Se siete sulla buona pista, s’intende.
— Infatti — ammise Casey. — Ma è troppo tardi per fare marcia indietro: ogni mia mossa rappresenterà un pericolo per me finché l’assassino di Brunner non detterà le sue memorie al Procuratore Distrettuale. — Dopo avere fissato Maggie con un lieve sorriso aggiunge: — Non vorrete preoccuparvi per un tipo come me.
— Sto pensando soltanto all’automobile — fece lei, con tono secco. — Dopo tutto, l’ho noleggiata a mio nome.
Allungò una mano per accendere la luce, e quasi contemporaneamente i nuvoloni che si erano andati addensando durante tutta la giornata lasciarono irrompere uno scroscio di pioggia, che tamburellò sul lucernario. Il tempo ideale per stare tappati in casa a chiacchierare, ma Casey era irrequieto. La pioggia gli dava sempre un senso di solitudine, e quasi suo malgrado si chiese quale effetto avesse su Phyllis.
Avviandosi verso la porta, disse: — Vi terrò informata.
— Casey!
Stava già aprendo l’uscio quando la voce di Maggie lo fece sostare e volgere il capo.
— Abbiate cura… dell’automobile.