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Una vampata di rossore affluì al viso di Gorden fino alla radice dei suoi capelli biondi, mentre lanciava un’occhiata ansiosa alla signora Brunner, ma lei non aprì bocca. Pareva aspettare.

Tanto per sottolineare, Casey riprese: — Vanno e anche Carter Groot, se riuscissimo a trovarlo.

— Tu gli hai già parlato! — urlò Gorden rivolto alla signora Brunner. — Che cosa gli hai detto?

— Non parlarmi su questo tono — fu la gelida risposta.

— Mente. Phyllis dice che mente. È un volgare rapitore…

— A proposito — intervenne Casey — mi sono venuti in mente altri possibili invitati. Non sono pochi e per lo più erano tutti presenti a un’altra festicciola, offerta da Phyllis e da me sabato sera. Dubito molto che riuscirete a convincerli che la tenevo prigioniera. Sai, Phyllis, uno degli ospiti non invitati era un tenente della polizia che ha fama di essere piuttosto scettico. Peccato che non abbia avuto il tempo di presentartelo.

Ora si cominciava a vedere. Aveva paura, e Casey ne provò un gran piacere. Impaurita e silenziosa, le labbra leggermente socchiuse, gli occhi sbarrati. Valeva la pena aver fatto tutto quel viaggio per godersi un momento simile.

Concluse: — Non credo che siate ancora dell’idea di chiamare la polizia, ma se insistete, io ci sto.

Buffo come si possa fuggire da una cosa per tanto tempo, creandone una montagna nella mente, montagna che al momento della resa dei conti assume proporzioni del tutto normali. Eccoli qua, finalmente riuniti: Phyllis in preda al terrore, Lance pallido per la paura e Casey Morrow tranquillo e serafico. No, non proprio serafico; non ingannava se stesso su questo punto. Ogniqualvolta guardava Phyllis provava ancora un senso di vuoto allo stomaco, eppure non gli riusciva di distogliere gli occhi da lei. Ma se non altro aveva per alleata la collera e un discreto numero di informazioni qua e là, per apparire minaccioso. Così almeno sembrava pensare Gorden.

— Che cosa volete, in fin dei conti? — gridò infatti l’avvocato.

Casey lo capì proprio allora. — Esattamente quello che volete voi — rispose. — Tutto ciò su cui potrò mettere le mani.

— Signor Morrow… — Si era quasi dimenticato la signora Brunner, che aveva invece seguito attentamente la scena. — Ho cercato di capire le vostre strane dichiarazioni di stasera e mi sembra che si tratti di un ricatto.

— Chiamatelo come vi pare. Si potrebbe spiegare in tanti modi… spese, danni o — il sorriso amaro era diretto a Phyllis — compenso per mancata promessa di matrimonio. Io so appena che vi siete divertiti abbastanza alle mie spalle, e ora qualcuno dovrà pagare.

— E se rifiutassimo?

— Farò il finimondo. So quale via d’uscita tenterete, sono già stato minacciato. Nel frattempo, però, ho fatto qualche sommetta e mi pare che Gorden abbia più cose da nascondere di me. Inoltre, se mi occorresse denaro potrei sempre scrivere un articolo per i giornali sulla mia luna di miele con l’ereditiera scomparsa. Non preoccupatevi, signora Brunner, renderei pubblici soltanto i momenti più felici…

— Quanto volete?

La domanda gli era stata gettata in viso da Phyllis, pallida per l’ira. Non pareva più una gattina che facesse le fusa contro la spalla di Gorden, non aveva più paura, sebbene fosse conscia che si stava impantanando nelle proprie menzogne. Era una femmina travolta da una collera cieca.

— Fammi un’offerta — propose Casey.

— Cinquemila?

— Bastavano la settimana scorsa, bellezza, quando ero giovane e inesperto. Ritengo che valga per lo meno il doppio dimenticare quanto so sul tuo conto, a prescindere da quello che so sul tuo caro amico qui presente.

— Affare fatto.

— È ridicolo! — sbottò Gorden. — Quest’uomo non ha alcuna prova e non oserebbe andare alla polizia.

— Ho detto che accetto. Pagalo.

— Ma Phyllis…

— Sei il mio legale sì o no? Pagalo. Serviti del mio capitale, trova il denaro dove vuoi, ma per amor del cielo pagalo e mandalo via. Non voglio mai più vederlo né sentirlo nominare.

Seguì un silenzio gelido, poi Phyllis uscì di corsa dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Spinto da un impulso pazzesco Casey avrebbe voluto seguirla. Troppo comodo: si prende ciò che si vuole e quando se ne è stanchi si firma un assegno… troppo comodo. D’altra parte non si può lottare contro i mulini a vento e a lui non restava altro da fare.

— È ridicolo — ripeté Gorden, senza rendersi conto che nulla poteva essere più ridicolo di lui.

— Avete sentito che cosa ha detto? — gli ricordò Casey.

— Credete che io possa trovare diecimila dollari così sui due piedi, come un prestigiatore?

— Riguarda voi.

Con voce che suonava stranamente calma, in quell’atmosfera quasi di follia, la signora Brunner propose: — Forse il signor Morrow sarebbe disposto ad accettare un assegno.

— Hai veramente intenzione di pagarlo? — domandò Gorden.

— Date le circostanze, mi pare inevitabile.

— Meno male che qualcuno ci vede chiaro — disse Casey. — Dolente, però, ma il signor Morrow non accetta assegni. Solo contanti, e appena li avrà in tasca, filerà per lidi ignoti. Sono certo che questa notizia vi fa piacere, Gorden.

Avvicinatosi ad una piccola scrivania accanto alla finestra, Casey scrisse un indirizzo su un foglietto di carta. Si era quasi dimenticato l’appartamentino, ma l’affitto era pagato per un mese, aveva la chiave in tasca e, poiché era necessario stabilire un luogo d’incontro, preferiva sceglierne uno che gli fosse noto e di cui conoscesse a fondo le entrate e le uscite. Pur non prevedendo guai da parte di Gorden, visto che la frusta l’aveva per il manico la signora Brunner che pareva impressionata dalla minaccia di pubblicità, trovava che non si può mai essere troppo prudenti nel prendere accordi con un assassino. Strano come pareva ormai trascurabile l’uccisione di Brunner. Se ne infischiavano tutti.

Porgendo l’indirizzo a Gorden, gli spiegò: — Domani sera verso le cinque e mezzo c’è un treno, e io riuscirò a prenderlo o no secondo la rapidità con cui mi consegnerete il regalo d’addio. Me lo porterete voi in persona, perché ho conosciuto i vostri amici e ci siamo reciprocamente antipatici.

— C’è altro? — Il tono di Gorden era aggressivo.

— Non credo. Ai giornali per il viaggio provvederò io personalmente.

— Allora posso andare dalla mia fidanzata, che mi è parsa piuttosto sconvolta.

— Peggio per voi — ribatté Casey.

Nella stanza erano rimasti in due, e si sentiva meno sicuro di sé. Moriva dalla voglia che qualcuno gli offrisse una bibita, ma sapeva che al caso sarebbe stata condita con l’arsenico.

Era necessario filare al più presto, il senso di vuoto che regnava nella camera lo opprimeva.

— Signor Morrow… un momento.

Già avviato verso la porta Casey ristette e si voltò. Il fuoco era semispento, ma gli occhi della signora Brunner erano tutt’altro che spenti. A guardarla bene, pareva essere invecchiata in quei pochi minuti, e gli faceva un effetto strano e penoso il constatarlo, perché fino ad allora gli era parsa una donna senza età.

— Vorrei parlarvi… da solo.

— Semplicissimo… sono sempre solo.

Fissandolo con i suoi occhi grigi, ombreggiati da scuri aloni creati dall’ansia, gli disse con semplicità: — Voi siete innamorato di Phyllis e il matrimonio c’è stato veramente.

Non erano domande, le sue, ma asserzioni.

— Se ne siete tanto sicura, significa che ne sapete più di me — obiettò Casey.

— Sono pronta ad ammetterlo — disse lei, guardandolo in faccia.

— Vi ho soltanto riferito quanto lei ha raccontato a me. Non ho avuto tempo di procedere a controlli.