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Questa tana, pensava. Questa miserabile schifosa tana. Ecco come vive Casey Morrow, a parte quella stupenda parentesi sulla costa. Ora però le cose cambieranno, diecimila dollari porteranno notevoli mutamenti. Con diecimila dollari si ricomincia da capo, e se non bastano, Casey Morrow sa dove trovarne ancora. Pensieri pericolosi. Non perché Gorden avrebbe potuto tirargli una revolverata nel caso che fosse tornato, non perché il tenente Johnson avrebbe potuto interessarsi ancora all’identità dell’assassino di Brunner, ma perché un ritorno poteva significare rivedere Phyllis e rivedere Phyllis era proprio la cosa al mondo che non avrebbe mai più dovuto fare.

Anche pensare a lei, altra cosa da non fare mai più.

Si alzò dal divano e diede una pedata a una lattina di birra vuota, facendola volare all’altro capo della stanza. Una schifosa lattina di birra. Tutta la sua vita doveva proprio essere sempre impregnata dall’odore di birra? Purtroppo, però, era l’ultima, e quando le aveva comprate alla drogheria d’angolo era consapevole che sei lattine non gli sarebbero bastate. D’altra parte, per un’attesa come la sua non sarebbe stata sufficiente tutta la birra della città, e inoltre gli conveniva essere cauto e avere le idee lucide. Andò in cucina e diede un’occhiata al pane e salame che aveva lasciati sul tavolo, rientrando dalla drogheria; ma non aveva fame. Guardò quindi la Luger posata accanto al pane e intanto si chiedeva che cosa diavolo stesse combinando Gorden. Le banche erano chiuse da ormai due ore.

Un uomo impaurito può essere pericoloso, gli aveva detto la signora Brunner. Raccattò l’arma, sorridendo. “Siamo in due, allora” pensava.

Tanto valeva controllare di nuovo la porta sul retro, ma naturalmente era ancora chiusa. Attraverso il vetro sporco della finestra scorgeva un piccolo tratto del vicolo sottostante, cosparso d’immondizie, ma a quanto pareva deserto. Comunque Gorden non sarebbe passato dal vicolo, anche per compiere un omicidio si sarebbe servito della porta principale, pulendosi i piedi sullo zerbino prima di entrare. Sarebbe stato anche capace di scrollare la pioggia dall’ombrello.

In fin dei conti, chi diavolo era Phyllis Brunner? Una donna come tutte le altre. Niente di speciale. Tornò nel salotto e si lasciò di nuovo cadere sul divano. Non c’è mai niente di speciale nelle donne, a eccezione forse di Maggie. Buona idea. C’era qualcosa in lei, anche se non si trattava del suo fisico, che avrebbe potuto rendere piacevole la convivenza o per lo meno creare una parentesi divertente. Forse le sarebbe piaciuto dipingere i suoi quadri sulla costa, tanto per cambiare.

Si rizzò a sedere di scatto e tese l’orecchio, ascoltando il rumore che faceva la chiave nella serratura.

La porta però non si apri. Attese invano. Aveva spento tutte le luci, per ogni evenienza, e se l’uscio si fosse aperto la persona sulla soglia sarebbe stata visibile chiaramente, perché nell’ingresso era sempre accesa una lampadina. L’oscurità rimase impenetrabile. Si accostò alla porta per ascoltare, ma udì soltanto il proprio respiro affannoso e i battiti del suo cuore.

Con gesto brusco spalancò quindi la porta e si fece da parte per non essere investito dalla luce proveniente dall’ingresso. Nessuno. Stranissimo, non c’era nessuno. Eppure chi aveva girato la chiave nella serratura non poteva essere molto lontano. D’un tratto notò una cosa che fece dileguare in lui ogni prudenza.

Gridò: — Phyllis, Phyllis, dove sei?

Ovunque aleggiava la fragranza di lei, la fragranza quasi ironica del suo profumo pungente. Casey era già nell’ingresso intento a scrutare ogni ombra e stava per avviarsi verso le scale quando… in cima ai gradini apparve Lance Gorden che puntava una rivoltella su di lui.

Senza esitare, Lance, non appena ebbe riconosciuto Casey, premette il grilletto una, due, tre volte, ma intanto il suo viso si sbiancava. Non era successo nulla. Indietreggiò, aggrappandosi alla ringhiera con una mano, e l’espressione sul suo volto tradiva che la verità gli era apparsa, ma troppo tardi. Ormai Casey poteva passare al contrattacco.

A dire il vero aveva dimenticato di aver stretta in pugno una pistola, e all’improvvisa aggressione aveva soltanto pensato che si trovava solo con un uomo che voleva ucciderlo e che quindi occorreva correre ai ripari. L’oggetto che stringeva in pugno non aveva forma, per lui, e lo lanciò contro la testa dell’altro senza pensare alle possibili conseguenze. Gorden stramazzò a terra, ma Casey non si fermò a guardare e attraversava già di corsa l’appartamento per girare freneticamente la chiave della porta in cucina. Era occupato in quella manovra, quando nell’ingresso rintronò un colpo di rivoltella.

A ripensarci bene, in quel lungo momento intercorso fra lo sparo e il silenzio, capiva la strana espressione di Gorden. A ripensarci bene tutto era chiaro. Attese, sempre in ascolto, e udì un rumore di passi giù per le scale o forse intuì che il rumore avrebbe dovuto esserci. La porta della cucina si era finalmente aperta, ma prima doveva accertarsi che l’ingresso rigurgitasse di gente. Tornò sui suoi passi, sapendo esattamente che cosa avrebbe trovato. Nessuno aspettava più con una rivoltella in pugno e anche l’arma era scomparsa. Il corpo di Gorden giaceva in posa scomposta ai piedi delle scale, e tutt’attorno aleggiava il profumo di Phyllis.

— Sedetevi, per l’amor di Dio — disse Maggie.

Casey si voltò a fissarla. Che cosa faceva li? Ricordò poi che la sua presenza era normale, poiché si trovava a casa sua. Camminava avanti e indietro, quindi non era un sogno. Era davvero fuggito attraverso i vicoli bui, bagnati di pioggia, nascondendosi negli androni, udendo l’ululato delle sirene, conscio che urlavano per lui. Lance Gorden era davvero morto e giaceva ai piedi delle scale ripide e strette.

— Ci sono le mie impronte — disse. — La rivoltella è scomparsa e sopra ci sono le mie impronte.

— Forse Gorden è stato ucciso da un’altra arma.

Casey sorrise. Maggie proprio non capiva. Gorden era stato ucciso dalla Luger perché fin dall’inizio era stabilito che andasse così.

— Ora vi do qualcosa da bere.

Brava Maggie, ne aveva proprio bisogno.

Si era imbattuto in lei per caso, come faceva sempre. Gli era mancato il tempo di prendere cappello e impermeabile perché le porte del corridoio già si socchiudevano, e la gente additava il suo appartamento. Del resto che importavano pioggia, nevischio e neve in questo gelido mondo?

— Su, bevete — ammonì Maggie, tendendogli un mezzo bicchiere di whisky. — E toglietevi quella giacca bagnata. State battendo i denti.

Non si tolse la giacca, ma ingollò il whisky in un sorso, traendone conforto. Maggie non capiva che non era la temperatura a farlo tremare in quel modo. — Avreste dovuto vedere la faccia di Gorden quando la rivoltella ha fatto cilecca — disse.

— Forse si era inceppata.

— Può darsi anche che fosse stata scaricata a sua insaputa. Non capite? Lei non aveva più bisogno di Gorden. Aveva finito il suo sporco compito e a lei non occorreva più, come non le occorrevo più io. Adesso tutto è a posto: il vecchio è morto, Phyllis eredita, Gorden è liquidato e io ho un biglietto di sola andata per la sedia elettrica. Magnifico! Quanto sono valutati sul mercato i creduloni?

— Sedete!

— Sarete molto vecchia prima di trovarne uno che mi valga. Come me non ne troverete altri, Maggie.

Aveva voglia di piangere. Avrebbe voluto chinare la testa come un bambino e sfogare tutto il suo dolore, ma non c’era tempo. La polizia pullulava già nel suo appartamento in cerca di piste, e quindi restava poco tempo per provvedere al necessario. Dopo, nulla avrebbe più avuto importanza.