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Il commissario di bordo disse:

«Estrapolando dai feriti visibili, signore, abbiamo ottocento arti rotti e quattrocento cranii fratturati da curare.»

Il secondo di bordo disse:

«Il Brasile possiede ora il nucleo di una città atomica nella giungla. Immagino che alla fine sarà questa la sua sorte, signore, benché la causa possa essere lunga, ed eccezionale, e terrà occupate, ne sono certo, tutte le corti di giustizia internazionali!»

Il capitano Sithwise annuì, ma continuò a studiare lo strano mare verde nel quale la sua nave era venuta a ormeggiarsi.

Barbara Katz guardò le acque azzurre, intorno all'Albatros. Erano pochissime le onde che mostravano una cresta bianca, neppure una su dieci. Il sole stava salendo sopra una costa di palme abbattute e contorte, a meno di due miglia di distanza. Hester sedeva sul portello, e teneva in braccio il bambino.

«Benjy,» disse Barbara. «C'è una piccola stiva, là sotto, e ci sono le coperte, se proprio non abbiamo della tela. Credi di riuscire a fabbricare un piccolo albero e una vela, e a…»

«Sì, signorina Barbara, sono sicuro di riuscirci,» le disse. Si stirò, e sbadigliò vigorosamente, offrendo il petto al sole. «Ma questa volta, prima di tutto, mi prenderò un po' di riposo.»

Sally Harris disse a Jake Lesher:

«Oh, accidenti, adesso tutta l'eccitazione è finita.»

«Gesù, Sal, ma tu non vuoi mai dormire?» protestò Jake.

«E chi potrebbe dormire, adesso?» domandò lei. «Cominciamo a fare dei segnali alla gente. O meglio ancora, adesso che abbiamo tutto il materiale, cominciamo a lavorare davvero sulla commedia!»

Pierre Rambouillet-Lacepède mise in disparte, con evidente rammarico, i suoi calcoli sui tre corpi, che ormai non avrebbero più potuto essere pienamente verificati, e prestò orecchio a Francois Michaud.

Il più giovane astronomo disse, con viva eccitazione:

«L'abbiamo scoperto, senza alcuna possibilità di dubbio! Il giorno siderale è stato allungato di tre secondi all'anno! I pianeti stranieri, dopotutto, hanno avuto un effetto misurabile sulla Terra!»

Margo e Hunter erano in piedi nel buio, mano nella mano, ai margini del campo di atterraggio, vicino all'estremità nord dell'altopiano di Vandenberg Due.

«Ti preoccupa incontrare Don e Paul?» le mormorò. «Non dovrei chiedere una cosa simile, naturalmente, ora che siamo preoccupati e ci chiediamo se ce la faranno ad atterrare!»

«No,» rispose lei, abbracciandolo con l'altro braccio. «Sarò felicissima di salutarli. Ora ho te.»

Sì, infatti, meditò lui, non eccessivamente felice. E adesso lui doveva adattare la sua vita a quella nuova conquista. Poteva rinunciare a Wilma e ai ragazzi? Assolutamente no, ne era sicuro.

Poi gli venne in mente un'altra cosa.

«E adesso tu hai Morton Opperly,» mormorò.

Margo sorrise, poi domandò:

«Cosa intendi dire con questo, Ross?»

«Niente di particolare, credo,» le rispose.

Intorno a loro erano radunati gli altri studiosi dei dischi volanti. Il camion e la Corvette erano fermi alle loro spalle.

Da un lato c'erano Opperly, e pochi membri della sua sezione. Il contatto radio con il Baba Yaga era stato annunciato, dalla torre di controllo, pochi secondi prima.

Sopra le loro teste, le vecchie stelle familiari del cielo boreale si stendevano tra le due costellazioni dello Scorpione e dell'Orsa Maggiore, ma in alto, a occidente, tra di esse giaceva uno scintillio a fuso di nuove stelle, alcune deboli, altre luminose, più luminose di Sirio… gli scintillanti resti della vecchia Luna, in un cielo che da quel giorno avrebbe conosciuto un eterno novilunio.

«Sarà strano non avere più una luna,» disse Hixon.

«Cento dèi cancellati dalla mitologia con un solo colpo di spugna,» fece notare Rama Joan.

«A me dispiace di più di avere perso il Vagabondo,» pigolò Ann. «Oh, spero che sia riuscito a fuggire!»

«Molte più cose di tutti gli dei della luna sono state cancellate,» disse Bacchetto, in tono cupo.

«Non importa, Charlie,» gli disse Wanda. «Tu hai visto grandi cose accadere. Tutte le tue predizioni…»

«Tutti i miei sogni,» la corresse. Corrugò la fronte, ma le strinse forte la mano.

Hunter disse:

«Avremo due nuovi dei, per ognuno di quelli che abbiamo perduto. Questa è la mia previsione.»

Pop disse, brontolando:

«Non me ne importa un accidente che sia scomparsa la luna. Per me non aveva mai fatto niente.»

«Non aveva neppure addolcito una bella ragazza, Pop?» gli chiese Margo.

McHeath annunciò, come se l'idea gli fosse venuta in quel momento:

«Niente più Luna… niente più maree.»

«Sì, ci saranno ancora delle maree solari,» lo corresse l'Omino. «Piccole, naturalmente, come quelle che si verificano a Tahiti.»

«Mi chiedo cosa ne sarà dei resti della luna,» disse Margo, guardando a occidente. «Rimarranno lassù, semplicemente, formando un anello intorno alla Terra?»

Opperly udì la domanda, e disse, a mo' di spiegazione:

«No, ora che il suo centro gravitazionale se ne è andato con il Vagabondo, i frammenti si diffonderanno a raggera, alla velocità che avevano in orbita… circa cinque miglia al secondo. Alcuni frammenti colpiranno l'atmosfera terrestre fra dieci ore. Ci sarà una pioggia di meteore, ma immagino non troppo distruttiva. L'anello si trova su un piano che passa sopra il nostro Polo Nord. Quasi tutti i frammenti dovrebbero mancarci. Altri assumeranno delle lunghissime orbite ellittiche intorno alla Terra.»

«Accidenti,» osservò Wojtowicz, quasi allegramente. «È come se fosse tornato Doc a spiegarci le cose.»

«Chi è Doc?» domandò Opperly.

Il gruppo fu silenzioso per un momento. Poi Rama Joan disse:

«Oh… un uomo.»

In quel momento una fiamma gialla apparve allo zenit, diventò una fiamma color limone, più grande, che scendeva verso la terra. Si udì un basso ronzio, che diventò un ruggito, come quello che si ode in un caminetto quando tutti i ceppi cominciano ad ardere. Il Baba Yaga toccò il suolo, mentre la fiamma gialla dei motori si spegneva, in un perfetto atterraggio…

FINE